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RIONE - PARIONE

Mappa del Rione Parione
Mappa del Rione Parione
 

Nome Completo

Indirizzo

Tipo


Piazza Campo dei Fiori




Piazza Navona




Chiesa di San Lorenzo in Damaso

piazza della cancelleria

Chiesa


Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti

Piazza Pasquino

Chiesa


Chiesa di San Nicola dei Lorenesi

largo febo

Chiesa


Chiesa di San Pantaleo

piazza di san pantaleo

Chiesa


Chiesa di San Tommaso in Parione

via di parione

Chiesa


Chiesa di Sant'Agnese in Agone

piazza navona

Chiesa


Chiesa di Santa Barbara dei Librari

largo dei librari

Chiesa


Chiesa Nuova

piazza della chiesa nuova

Chiesa


Chiesa di Santa Maria di Grottapinta

Piazza di S. Maria di Grottapinta

Edificio Religioso


Oratorio dei Filippini

piazza della chiesa nuova

Edificio Religioso


Oratorio del Ss Sacramento e delle Cinque Piaghe

via dei Baullari

Edificio Religioso


Fontana dei Quattro Fiumi

via delle qualtro fontane

Fontana


Fontana di Piazza S. Andrea della Valle

Piazza S. Andrea della Valle

Fontana


Fontana del Moro

piazza navona

Fontana


Fontana del Nettuno

piazza navona

Fontana


Teatro di Pompeo

Via di Grottapinta, Torre Argentina

Monumento


Obelisco di Piazza Navona

piazza navona

Monumento


Tor Millina

via di Tor Millina

Monumento


Palazzetto Turci

via del Governo Vecchio, 124

Palazzo


Palazzo Braschi

Via di San Pantaleo, 10

Palazzo


Palazzo Cerri

via Larga, 12

Palazzo


Palazzo Lancellotti Bonadies Torres a Piazza Navona

via di S. Pantaleo, 34

Palazzo


Palazzo Massimo alle Colonne

corso Vittorio Emanuele II, 141

Palazzo


Palazzo Nardini

via del Governo Vecchio, 39

Palazzo


Palazzo Pamphili a Piazza Navona

piazza Navona, 14

Palazzo


Palazzo Pio

via Giulia

Palazzo


Palazzo dei Ritratti

Via del Governo Vecchio

Palazzo


Palazzo della Farnesina ai Baullari

corso Vittorio Emanuele II, 168

Palazzo


Palazzo della Nazione Picena

via di parione 7

Palazzo


Palazzetto di Ceccolo Pichi

piazza del Teatro di Pompeo, 43

Palazzo


Palazzo di Girolamo Pichi

corso Vittorio Emanuele II

Palazzo


Palazzo di Pirro

corso Vittorio Emanuele II

Palazzo


Palazzo di Sora

corso Vittorio Emanuele II, 217

Palazzo


Palazzo della Cancelleria Apostolica

piazza della cancelleria

Palazzo


Statua di Pasquino

piazza Pasquino

Statua

1. Confinando col Ponte. Nella Via dell'Arco di S. Agostino, dal Cantone del Vicolo delle Cinque Lune (1) passa nel dritto limite dalla Piazza di S. Apollinare, e quindi in mezzo alla Piazza di Tor Sanguigna. Volta a sinistra per la Via di S. Niccola; passa avanti a questa Chiesa; e prosiegue sino al prossimo Capocroce nella Via dell' Anima (2). Quindi volge a destra per la Via della Pace, detta ancora di Tor Millina; passa nel dritto limite dalla Piazza di S. Biagio; entra nel Vicolo dello stesso nome i volta a sinistra passando in mezzo alla Piazza del Fico; e prosiegue per il Vicolo del Corallo. Giunto al Capocroce volta a destra per la Via, che guida all'Orologio di Chiesa Nuova; e voltando subito a sinistra, passa nel dritto limite dalla Piazza di esso Orologio, e avanti all’Orologio medesimo (3). Proseguendo direttamente include la Piazza dì Chiesa Nuova, ed entra nel Vicolo di Calabraga, detto ancora di S. Stefano, finché perviene al fianco della Chiesa di S. Stefano in Piscinula: lasciando la parte della Via di S. Lucia, che trovasi a destra.

2. Con la Regola. Volta a sinistra, e passa avanti alla Chiesa di S. Stefano suddetto (4), proseguendo direttamente per la Via del Pellegrino, finché arriva alla Via de' Cappellari, dove volta sulla destra. Passa per questa Via; seguita direttamente sotto all'Arco dei Cappellari (5), e per tutto il Vicolo di quest'Arco a dopo il quale include la Piazza di Campo di Fiore. Prosiegue per la Via de' Giubbonari; include la Piazza di S. Barbara; e giunge al Vicolo dei Chiavari: lasciando la Via di S. Carlo.

3. Con S. Eustachio. Volge a sinistra per il detto Vicolo dei Chiavari (6); include la Piazza dei Satiri; e giunge poi direttamente avanti alla Chiesa di S. Elisabetta. Seguita passando nel dritto limite dalla Piazza di S. Andrea della Valle; ed entra nella Via dei Sediari. Passa avanti alla Chiesa dì S. Giacomo (7), e per la Via dello stesso nome, escludendo la Chiavica isolata sulla stessa Via; ed entra nel Vicolo di S. Giacomo. Passa nel dritto limite dalla Piazza Madama, entra in linea retta nella Via delle Cinque Lune; passa nel dritto limite dalla Piazza dello stesso nome, e pervenendo al fine di questa Via, termina ivi tutto il suo giro.

Stemma del Rione Parione
Stemma del Rione Parione

Il Rione di Parione occupa una parte dall'antica Regione del Circo Flaminio, e racchiude intieramente il sito dell'antico Circo Agonale, detto in oggi Piazza Navona. Intorno al suo nome, fu scritto da alcuni, che derivasse dal vocabolo Latino Apparitores, cioè Mandatarj, o Cursori della Curia, i quali forse risiedessero una volta in questo sito di Roma; e che per vizio di pronuncia fosse poi cangiato il detto vocabolo in quello di Parione. Ma siccome l'uso del vocabolo Apparitores non si trova se non che presso gli antichi Romani, non sembra questo compatibile collo stato posteriore di questo Rione; dovendosi dire piuttosto, che la vera derivazione di questo nome sia passata del tutto in dimenticanza.

Avanti a S. Maria dell'Anima, dove la descrizione del quinto Rione abbiamo terminato, è la bella Chiesa di S. Niccola de' Lorenesi, i quali avendola da Gregorio XV ottenuta, la fecero nel 166 rifabbricare col disegno di Carlo Fontana, che la decorò di un ordine Ionico. Non vi è cosa alcuna tanto ricca quanto il di lei interno che è tutto di bellissimi marmi, di pitture e di stucchi dorati coperto. Il quadro dell'Altar maggiore fu dipinto da un Lorenese, chiamato Carlo Nicolai, e Conrado Giacquinto l'adornò di brillanti pitture.

La gran PIAZZA NAVONA, che dietro questa Chiesa si trova, conserva ancora, per così dire, la forma del Circo di Alessandro Severo, che più anticamente il circus Agonalis era chiamato, per le corse de' carri dette Equirie e Agonali, che vi si celebravano. Ella in oggi è adorna da tre belle fontane e dalla facciata della Chiesa di S. Agnese, di quella di S. Giacomo degli Spagnuoli, e dal palazzo Panfili. La gran fontana di mezzo è la più bella opera, che abbia fatta il Bernino. Ella rappresenta i quattro gran fiumi delle quattro parti del Mondo; il Danubio, il Gange, il Nilo e la Plata, sedenti sulle quattro estremità di uno scoglio, che un Obelisco sostiene. Lo scoglio, dalle quattro parti forato, getta quattro fiumi d'acqua, e presenta la veduta di una caverna, da cui escono un Leone ed un cavallo che vengono ad abbeverarsi. Sulla cima dello scoglio evvi un gran piedistallo, sopra il quale è l'obelisco. Tutta questa macchina è molto bella, ed un grand'effetto produce. La di lei scultura è eccellente, e le figure de' fiumi in marmo sono di un maschio disegno e di graziosa maniera. L'obelisco di granito rosso, pieno di geroglifici Egiziani, ha 73 palmi di altezza. Questo era stato posto nel Circo detto di Caracalla verso la parte meridionale di Roma, di cui vicino a S. Sebastiano se ne veggono le rovine, e d'onde fu tratto giacente in terra rotto in più pezzi. La seconda fontana, situata al settentrione della piazza e di marmi adorna, getta una considerabile quantità d'acqua, ma non ha veruna scultura. La terza, posta a mezzo giorno, in faccia al palazzo Panfili, è composta di due gran vasche una dentro l'altra, con la figura di un vecchio Tritone nel mezzo, che tiene per la coda un delfino, da cui un getto di acqua in forma di ventaglio scaturisce. Sull'orlo delle vasche vi sono quattro Tritoni che gettano l'acqua dalla bocca, e de' mascheroni, fatti da Michel Angiolo, che gettano ancor essi l'acqua nelle vasche. Questa piazza è uno de' più gran mercati della Città.

La magnifica Chiesa di S. AGNESE, che fa il principale ornamento di piazza Navona, è fabbricata sopra il lupanare, dove questa giovanetta Vergine fu condotta per ordine del Prefetto Sinfronio, e data in preda ai libertini della Città, dagli insulti de' quali fu miracolosamente liberata. Questa era prima una Parrocchia che Innocenzo X, col disegno del Cavalier Girolamo Rainaldi, fece magnificamente rifabbricare. La facciata è architettura del Borromino, che d'un ordine composito è decorata, ed è la più grandiosa che in Roma si trovi, benchè molti errori le siano rimproverati. L'interno, quasi per tutto di preziosi marmi ornato, ha la forma di una Croce Greca, con una cupola nel mezzo di buona proporzione. Le volte sono adorne di stucchi dorati, ed i quattro peducci rappresentano delle figure allegoriche, con vigoroso colorito dal Baciccio dipinte. I quattro archi, che formano la croce greca, sono dalla porta e da tre grandi cappelle occupati. Quattro altre cappelle, a guisa di nicchie, occupano i peducci, ed ornate sono di gran bassirilievi in marmo che rappresentano S. Alessio, S. Emerenziana, S. Cecilia e S. Eustachio tra le fiere. Sull'altar maggiore, di alabastro fiorito incrostato, con due colonne di verde antico, evvi un gruppo grande della Santa Famiglia, da Domenico Guidi scolpito. Nelle cappelle della crociata vedesi a destra la statua di S. Agnese nelle fiamme, ed a sinistra quella di S. Sebastiano, che dicesi essere un'antica figura, da Paolo Campi nel detto Santo trasformata. Il bel mausoleo d'Innocenzo X è posto sulla porta dell'ingresso.

Osservasi ancora ne' sotterranei un gran bassorilievo in marmo dell'Algardi, in cui ha rappresentato S. Agnese tutta nuda, condotta da due soldati per essere violata in questo medesimo luogo, dai suoi capelli miracolosamente coperta. Questa Chiesa è una delle più ricche della Città.

Al settentrione di S. Agnese è il Collegio Panfili, dove si vede una considerabile libreria, e si educano de' giovani nati vassalli di questa illustre famiglia; ed al mezzogiorno, il bel palazzo Panfili, l'uno e l'altro da Innocenzo X, circa l'anno 1650, fabbricati. La galleria di questo palazzo è stata dipinta a fresco da Pietro da Cortona, che vi ha rappresentato sette soggetti presi dall'Eneide, la di cui composizione, l'espressione ed il colorito sono maravigliosi. Nelle altre stanze si osservano ancora belle pitture del Pussino e del Romanelli.

Dall'altra parte della piazza, dirimpetto a questo palazzo, è la Chiesa di S. GIACOMO DEGLI SPAGNUOLI, fabbricata primieramente da Alfonso, Infante di Castiglia, e nel 1450 da un Vescovo Spagnuolo rifabbricata. Vi si osservano belle cappelle, alcune statue di marmo e buone pitture, fra le quali si distinguono quelle della Cappella di S. Diego, fatte da Annibale Caracci, dall'Albano e dal Domenichino; e nella seconda cappella a destra, la Risurrezione di Nostro Signore, di Cesare Nebbia. Ora questa Chiesa trovandosi in istato rovinoso è in procinto di essere demolita.

Al mezzogiorno della piazza Navona è il PALAZZO MASSIMI, che ha nella facciata un portico sulla strada della Valle, sostenuto da colonne di una eccellente architettura, di Baldassare Peruzzi da Siena, che ha saputo con arte di un molto piccolo spazio profittare. Vi si veggono tre cortili ornati di fontane, di bassirilievi e di statue antiche. Si osservano negli appartamenti molti busti d'Imperatori; quattro belli mosaici antichi; delle pitture delle Terme di Tito, ed altre rarità fra le quali la copia antica del famoso Discobolo di Mirone, trovata sull'Esquilino. Le case vicine, che a Pietro de' Massimi appartenevano, furono circa l'anno 1455 il primo asilo dell'arte tipografica in Roma, e d'allora in quà vi è stata sempre una stamperia nelle appartenenze di questo palazzo.

Seguitando la strada della Valle si trova la Chiesa di S. Pantaleone, che anticamente era una Collegiata, e nel 1621 fu da Gregorio XV ceduta ai Chierici regolari delle Scuole pie. Vi si veggono delle pitture degne di qualche stima; ed una facciata fatta recentemente dal Duca di Bracciano allora Marchese Torlonia, col disegno di Giuseppe Valadier.

Di là si passa alla PIAZZA DI PASQUINO, nome che si è dato ad un antico tronco di statua, che era di un bel lavoro, ma il tempo lo ha sfigurato. Questa statua è posta sul cantone del palazzo Caracciolo, ora Braschi, per lungo tempo è stato il luogo delle burle, de' motti spiritosi, de' cartelli e delle satire del Popolo. Sulla piazza di Pasquino vi è un gran numero di botteghe di libraj, la Chiesa della Natività, ed il palazzo Caracciolo, detto prima Santobono, e più anticamente il palazzo Orsini, che poi rifatto da' fondamenti colla massima magnificenza da Pio VI si chiama Palazzo Braschi; fu fabbricato col disegno del Cav. Morelli, è una delle più solide e grandi fabbriche di la sua scala nobile di una costruzione magnifica e singolare fu decorata di marmi bellissimi con 16 colonne di granito orientale, e pilastri compagni, e quattro statue antiche di Commodo, Cerere, Achille, e Pallade. Fra le sculture dell'appartamento nobile vi è la statua colossale di Antinoo trovata a Palestrina; e nella Galleria le statue di Cincinnato, di Giulia Augusta, di Diana, e di Bacco, con due gran tazze di rosso antico, altre due di cipollino ed un sarcofago con Baccanale. Il secondo appartamento contiene de' belli quadri fra i quali ottime opere del Garofolo; lo Sposalizio di S. Catarina di Fra Bartolomeo da S. Marco una copia fatta dal Caracci di una Sagra Famiglia di Raffaele, una Lucrezia di Paolo Veronese, ed una Crocifissione del Tintoretto, e nell'ultima camera un ricco camino di superbo lavoro, ornato di emblemi militari, opera di un sol pezzo di marmo, eseguito dal Franzoni. Questo Palazzo corrisponde ancora sulla piazza Navona.

Dietro la Natività, Chiesa della confraternita degli Agonizzanti, il di cui altar maggiore è ornato di un bel quadro di Gio. Paolo Melchiorri, si trova il Teatro de' Granari, fabbricato molto vicino ad un altro che si chiama il Teatro della Pace.

Quindi si prende la strada Papale, e trovasi a destra l'antica Chiesa Parrocchiale di S. Tommaso in Parione, consacrata nel 21 Decembre 1139 da Innocenzo II, da Leone X decorata di titolo Cardinalizio; e da Mario e Camillo de Cerrini ristaurata nel 1582; ed in essa l'Apostolo di Roma S. Filippo Neri ricevette la prima tonsura ed il Sacerdozio; e confermata per una delle 44 Parrocchie di Roma. Tornando alla strada Papale si trova a sinistra il palazzo Sora, sulla piazza dell'istesso nome, fabbricato col disegno del Bramante.

La piccola strada, che è in faccia a questo palazzo, traversa quella del Governo, sul fine della quale evvi il palazzo del Governo vecchio, e conduce alla superba Chiesa di S. MARIA IN VALLICELLA, più comunemente chiamata la Chiesa Nuova. Ella fu fondata da S. Gregorio Papa, e nel 1575 rifabbricata per le premure di S. Filippo Neri, con la direzione di Gio. Matteo di Città di Castello. La facciata, adorna di due ordini, Corintio e Composito, fu alzata col disegno di Martino Longhi. La massa generale è buona, ed il tutto di una bella esecuzione. L'interno è architettura del Borromini, il quale con un ordine Corintio lo ha decorato. Nel 1700 i Padri dell'Oratorio, a cui questa Chiesa appartiene, la fecero adornare di pitture e di stucchi dorati per mezzo de' migliori Maestri, e nel 1750 la pavimentarono di marmo. Pietro da Cortona ha dipinto a fresco lo sfondo della nave di mezzo, dove ha rappresentato, S. Filippo Neri in atto di pregar la Madonna, che sostenga le Chiesa vicina a cadere; la tribuna in cui è l'assunzione della Madonna; e la cupola, dove vedesi G.C. il quale per rappresentare a Dio Padre tutto quello che ha fatto per noi, gli mostra gli strumenti della sua passione, portati dagli Angioli. Questo pezzo è benissimo composto, ed abbonda di bellezze partitamente. Si osservano nel Presbiterio tre quadri di Rubens; quello del mezzo rappresenta la Madonna in una gloria; in uno degli altri due si vede S. Gregorio, S. Mauro e S. Papìa Martiri e nell'altro Santa Domitilla coronata fra i due Santi, Nereo ed Achilleo Martiri che tengono le palme. L'altar maggiore è ricchissimo, ornato di quattro belle colonne di porta Santa, le di cui basi ed i capitelli sono di bronzo dorato, come ancora il Ciborio e gli Angioli che vi stanno in adorazione, il tutto da Ciro Ferri composto.

Nella seconda cappella a destra, N.S. portato al Sepolcro fu uno dei quadri con maggiore intelligenza composti, e meglio coloriti da Michel Angiolo da Caravaggio ora però non vi è che una buona copia, essendosi posto l'originale nella Galleria Vaticana. In quella della crociata, la coronazione della Madonna è del Cavalier d'Arpino, e le statue di S. Gio. Battista e di S. Giovanni evangelista sono di Flaminio Vacca. La cappella Spada, che è sotto l'organo, nel fondo della nave, è ornata di dieci colonne di una rara breccia che pende nel giallo, e di altri bei marmi rivestita. Evvi un quadro di Carlo Maratta, che rappresenta S. Carlo Borromeo e S. Ignazio che invocano la Madonna, ed è con ammirabile leggerezza dipinto.

S. Carlo, che guarisce gli ammalati, di Giovanni Bonatti, ed il medesimo Santo in atto di far la limosina, dello Scaramuccia situati l'uno a destra e l'altro a sinistra, sono ancor essi dagl'intendenti stimati. La prima cappella a sinistra, della Presentazione di G. C. al Tempio, è stata dipinta dal Cavalier d'Arpino. La Visitazione della Madonna a S. Elisabetta, nella quarta, è un bel quadro del Barocci, che ha dipinto ancora nella cappella della crociata, la presentazione della Madonna al Tempio; graziosissima è la figura della Madonna, e vi sono parte a parte delle bellezze. Nella Cappella, che è nel fondo della nave, dove il corpo di S. Filippo Neri riposa, evvi un bel quadro di Guido rappresentante questo Santo in pianeta che prega la Madonna. Trovansi ancora, d'intorno alla gran nave, altre pitture che meritano di essere vedute.

La Sagrestia fu architettata dal Marrucelli. Ella è ornata di una statua di S. Filippo Neri, aggruppata con un Angiolo, dell'Algardi; ed un bello sfondo, dipinto a fresco da Pietro da Cortona, che vi ha rappresentato un grand'Angiolo, il quale tiene la Croce, ed attorno di lui una gloria di Cherubini, che portano i simboli della Passione: il carattere della testa dell'Angiolo è ammirabile. Nella casa de' Padri dell'Oratorio, fabbricata sul disegno del Borromino, osservasi un gran Chiostro in cui un ordine solo di architettura con nobile maniera un doppio portico sostiene; una considerabile biblioteca; una piccola cappella, sull'altare della quale evvi un bel quadro di S. Filippo Neri, del Guercino; e la camera di questo Santo dove si conservano ancora i suoi mobili, e nello sfondo della quale evvi un quadro vivissimo di Pietro da Cortona.

L'Oratorio, che è a canto alla Chiesa, ha una gran facciata, adorna dal Borromino di una singolare architettura, che non lascia di produrre un buono effetto. Il quadro dell'altare è del Vanni; e la Coronazione della Madonna, che vedesi nella volta, è stata dipinta a fresco dal Romanelli.

La piccola strada di Calabraga, la più occidentale di quelle che terminano nella piazza della Chiesa nuova, conduce a quella de' banchi vecchi, dov'è la Chiesa che fu parrocchiale di S. Stefano in Piscinola, che nel 1750 è stata rifabbricata; ella sull'altar maggiore ha un quadro di Pietro Labruzzi.

Di lá prendendo la strada del Pellegrino, dove sono le botteghe della maggior parte degli Orefici della Città, si passa vicino al palazzo Gaucci, e si arriva alla piazza di S. Lorenzo in Damaso, a cui dà molto decoro la gran facciata della Cancelleria.

Il bel PALAZZO DELLA CANCELLERIA, in cui abita il Cardinal Vice Cancelliere, fu cominciato dal Cardinale Mezzarota, di Padova, e terminato dal Cardinale Raffaello Riario, co' materiali presi dal Colosseo, e col disegno di Bramante. Vi si vede un gran cortile quadrato, ornato da due piani di portici, sostenuti da colonne di granito. Una bella scala conduce a due vasti appartamenti, ornati di pitture di Giorgio Vasari, di Francesco Salviati, e di altri buoni maestri. La gran sala, dove si adunano due volte la settimana i dodici Prelati deputati per la revisione delle bolle Apostoliche e gli altri ufiziali della Cancelleria, è principalmente ornata de' cartoni del Franceschini, pittore Bolognese, che sono stati eseguiti nella Cupola e nel tamburo di S. Pietro.

La Chiesa Collegiata e Parrocchiale di S. LORENZO IN DAMASO, che non ha altra facciata che quella del palazzo della Cancelleria, è stata fabbricata dal Cardinale Raffaello Riaro, dopo aver distrutta l'antica Chiesa, che era accanto alla strada del Pellegrino, e la quale era stata fondata nel 370 da S. Damaso Papa, in cuore di S. Lorenzo Martire. Il Cardinale Vice Cancelliere n'è il titolare, e vi si osservano delle cappelle molto ricche, delle statue di marmo e vi furono ancora buonissime pitture, fatte dal Cavalier d'Arpino, Niccola Pomaranci, ora tutte perite. L'altar grande, sotto di cui riposa il corpo di S. Damaso, fu architettato dal Bernino. La cappella della Madonna, che gli è a lato, è disegno di Pietro da Cortona, che ne aveva dipinta la volta: ella è benissimo decorata. Fra i Sepolcri, che sono in questa Chiesa, si distingue quello di Annibal Caro celebre poeta Italiano.

Non lontan dalla Cancelleria trovasi la PIAZZA DI CAMPO DI FIORE, dove si teneva il mercato de' grani, e tutti i Lunedì e Sabati il mercato de' cavalli. Questo ancora era il luogo dove si eseguiva la giustizia di coloro, che l'Inquisizione dava al braccio secolare.

Al mezzo giorno di questa piazza è il Palazzo Pio, che verso l'anno 1440 fu fabbricato dal Cardinal Francesco Condolmiero, sopra le rovine del Teatro di Pompeo. Prima vi erano molte statue antiche, ed una bella raccolta di quadri, la maggior parte de' quali è passata nella galleria del Campidoglio. Presentemente serve per l'offizio dell'Amministrazione del Censo, e nel grande Archivio di esso tiene le sue sedute l'Accademia Romana di Archeologia. Dietro il palazzo trovasi l'antica Chiesa che fu parrocchiale di S. Maria in Grotta Pinta, e chiamata anticamente S. Salvatore in Arco; e quella di S. Barbera e S. Tommaso d'Aquino, ceduta nel 1610 alla università de' Libraj, che sotto il Pontificato d'Innocenzo XI la fecero ristorare ed abbellire. Vi si veggono delle pitture a fresco e de' quadri di differenti maestri.

Quasi tutto questo sito fino a S. Elisabetta, piccola Chiesa della confraternita de' Fornaj Tedeschi, vicino a S. Andrea della Valle, era anticamente occupato dal magnifico teatro di Pompeo, di cui se ne veggono ancora molti avanzi e non lungi furono il portico di Pompeo; e la Curia, dal medesimo Pompeo fabbricata, ed ove adunato si era il Senato quel giorno, in cui Giulio Cesare fu pugnalato.

Stefano Piale - La città di Roma - 1826 - fonte Avirel