Fu edificato questo Palazzo dal Card. Girolamo
Capodiferro un Pontificato di Paolo III con architettura di
Giulio Mazzoni da Piacenza allievo di Danielle da Volterra, che
ornò di stucchi,
bassirilievi
la facciata
del palazzo, tutto il cortile, e diverse camere dell'appartamento
nobile, avendovi dipinto in più luoghi a olio, e particolarmente
la prima anticamera, ed una piccola galleria;
tutte cariche di figure, ed ornati di stucco.
Passò poi nella famiglia Mignanelli, e da questa in tempo
di Urbano VIII al Card. Bernardino Spada, che lo fece rimodernare,
e arricchire di vari ornamenti dal Borromini, che nel pian terreno
in un giardinetto interno fece un bellissimo portico
di colonne,
che va in prospettiva. Per una ampia e comoda scala si entra nella
sala del primo piano tutta dipinta a prospettive, dove è
la famosa statua di Pompeo Magno, che fu nella sua basilica,
e che sotto il Pontificato di Giulio III fu ritrovata nel vicolo
dei Leutari vicino alla Cancellieria. Nella seconda anticamera vi
è quantità di eccellentei quadri, e singolari fra
gli altri sono una Giuditta, e una Lucrezia figure più grandi
del naturale di Guido Reni. Un David colla testa di Colia di Niccolò
Pussino, ed altro del Guercino. Vien dopo un altra camera ripiena
di buoni quadri, di dove si passa alla galleria;
in cui si ammirano lo stupendissimo ritratto di un Cardinale Spada
di Guido Reni, ed il ratto di Elena istoriato al naturale del medesimo;
la Didone moribonda del Guercino; diversi bellissimi antichi ritratti,
fra i quali il ritratto di Paolo III del Vasari, e quello di
una donna di Giorgione, e una visitazione di s. Elisabetta
di Andrea del Sarto. Nella camera chiamata vi è un fregio
dipinto in tela da Perin del Vaga non terminato per la sua morte,
ricco di figure, e ornati pregiabilissimi.
Nell'altro braccio dell'appartamento nobile i fregi,
e soffitti delle camere sono dipinti a olio da autori incerti, ma
fra questi alcuni si riconoscono del medesimo Mazzoni; e Girolamo
Sicciolante da Sermoneta vi dipose in una sala i fatti dei Romani,
col fregio
dipinto da Luzio Romano, ma queste pitture sono ritoccate, e guaste:
ed in fine vi è un'altra galleria
piena di buoni quadri fra' quali uno dell' Albani, e alcuni
disegni del Guercino.
Nell'appartamento a pian terreno sono dei busti antichi, statue,
e otto bassirilievi
eccellenti; e nell'ultima stanza vi è la bella antica statua
di Antistene sedente, e diversi busti dei Signori della Famiglia
Spada. Vi sono ancora, un quadro del Guercino rappresentante Assuero,
ed Ester mezza figura al naturale; e Cristo nell'orto di Monsù
Gherardo delle notti. Vi è nell'appartamento superiore un
bel museo, il cui maggior pezzo è l'Iliade d'Omero di antico
lavoro
Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture
esposte in Roma di Filippo Titi
stampato da Marco Pagliarini in Roma 1763