
1644-50 - Costruito nel 1650 da Innocenzo X, ove visse
la sua celebre cognata Olimpia Maidalchini, detta la Pimpaccia di
piazza Navona. Sulle finestre posano le piccole colombe pamphilie
(amiche di tutti) con nel becco l'ulivo della pace. (Blasi)
Dal 1960 è sede dell'Ambasciata del Brasile ed ospita la
'Casa del Brasile' ed il 'Centro di Cultura italo-brasiliano'. La
chiesa di Sant'Agnese ha da un lato il grande, e nobile palazzo
Panfili fatto fabbricare da Innocenzio X nel 1650 al quale la detta
chiesa serve come di cappella, essendovi la comunicazione per molti
coretti, e per una porta da basso. Il disegno di questo palazzo
è di Girolamo Rainaldi. V'è una gran galleria, di
cui tutta la volta è dipinta da Pietro da Cortona, che vi
rappresentò i fatti d' Enea. Ella è stata incisa in
rame per la sua bella invenzione. Il colorito non è d'egual
eccellenza per la fretta, con cui gli bisognò terminarla,
facendogli continua premura Monsignor Franzoni d' ordine del Papa.
Nel camere sono bei fregi del Romanelli, di Gaspero Pussini, e certe
volticelle dell' Allegrini.
Palazzo Pamphili
Fu fatto edificare da Innocenzo X Pamphily,
(1644-55) nell'anno 1650 durante il suo papato, e regalato poi ai
suoi nipoti, con disegni dell'architetto Gerolamo Rainaldi.
Due sono le facciate, ma quella principale rispondente sulla piazza
è arrabbattata con cattivo gusto nei particolari e nei profili,
ma è di una bella massa ed ha l'ornamentazione ricchissima:
il carattere ne è imponente e l'aspetto monumentale, sebbene
in spazio relativamente piccolo. Il vestibolo principale a pilastri
ed archi è spazioso, la scala ben studiata, comoda ed ampia
e felice la disposizione del cortile che ha una fontana in fondo
che lo decora bellamente. Ha due portoni, di cui il principale ad
arco con fascia a dadi, ricco di quattro mezze colonne ioniche,
sorreggenti la loggia con tre finestre, di cui quella di mezzo con
colonnine ioniche di bell'effetto. Il palazzo fu già ricco
di sculture antiche.
Nell'interno gli appartamenti sono ampi e comodi: la galleria è
stata dipinta nella immensa volta con pochissimo tempo da Pietro
da Cortona che vi rappresentò i fasti d'Enea, tratti dall'Eneide
di Virgilio, incisi poi in rame; in altre stanze il Romanelli e
Gaspare Pussino, vi dipinsero dei bei fregi e l'Allegrini alcune
volticelle, con ottimo gusto.
Nel contiguo collegio Pamphily si conservava la bella e cospicua
biblioteca, notevole per materie legali, arricchita coi libri di
Clemente VIII Aldobrandini e da lui postillati, con quelli del cardinal
Gerolamo Pamphylj che fu gran legista, d'Innocenzo X, fondatore
della biblioteca, e dai cardinali Benedetto Pamphylj ed Ottavio
Falconieri.
COLLEGIO INNOCENZIANO - 1654
Contiguo alla Chiesa di Sant'Agnese, il collegio, e la sua facciata sono architettura pur del Borromini. Ivi abitano i cappellani, e gli alunni vassalli della Casa Panfili, che ufiziano nelle feste la chiesa. Evvi anche una libreria pubblica, ma poco frequentata
Dal mentovato Innocenzo X. fu fatto questo magnifico palazzo con disegno del Borromini, e vi sono delle pitture fresco di Pietro da Cortona. Ma non contento quel magnanimo pontefice del palazzo, e della chiesa, volle anco incontro a questa fare l'ammirabile fonte, e si prevalse dell'ingegno del Cav. Bernini. Questo seppe unire l'antico col moderno, formando quattro scogli, che dopo una proporzionata altezza, unendosi con grazia formano piedistallo all'obelisco egizio, che era stato preso dal Circo di Caracalla, il quale in segno di pace termina colla colomba, che ha un ramo di ulivo in bocca, fatta di metallo conforme all'arme di quel Pontefice. Posano i quattro scogli in un seno circondato di acqua, che figura il mare, perciò vi si vedono dispersi de' pesci; e sopra li scogli stanno a sedere i quattro Fiumi principali del Mondo, figurati in quattro colossi di marmo; il Danubio fu scolpito da Claudio Francese; il Gange da Francesco Baratta; il Nilo da Gio. Antonio Fancelli, e l'Argentano da Antonio Raggi; li scogli però con il cavallo, leone, palma, ed altri ornamenti furono fatti di mano del medesimo Bernino, il quale fece ancora la bellissima statua del Moro, posta in mezzo all'altra fontana fattavi già da Gregorio XIII. i tritoni però co' delfini sono opere di fra Guglielmo della Porta, e secondo alcuni del Buonarroti. .