Questo piccolo monte prese il nome di citorio,
o citatorio dal citare le Centurie, che anticamente quì nel
Campo Marzio si convocavano, affinchè entrassero ne' septi,
che quivi presso erano, per dare ivi i loro voti nell'elezione de'
Magistrati. Or quivi essendo un grande edifizio principiato nel
Pontificato d'Innocenzo X. con disegno del Cavalier Bernini, il
Pontefice Innocenzo XII. colla direzione del Cavalier Francesco
Fontana vi eresse la Curia Romana, che dal suo nome dicesi Innocenziana.
Risiedono in questa il Tesoriere, e l'Auditore della Reverenda Camera
Apostolica, con altri Giudici, e Ministri, e vi sono ancora gli
ufizj de' Notari, ed il banco de' Cursori, onde vi si agitano le
cause più importanti, e rimarchevoli.
Il Piedistallo, che si vede alzato dinanzi a questa Curia fu disotterrato
l'anno 1705., ove è ora la casa de' Preti della Missione,
insieme colla colonna di granito egizio, che ora sta a giacere al
lato destro della Curia. Il Pontefice Clemente XI. allora regnante
pensava di alzarla come stava anticamente: ma trovata la colonna
rotta in più luoghi, fu lasciata l'opera imperfetta; Benedetto
XIV. però volendo mettere al pubblico un monumento sì
insigne della Romana antichità inalzò solamente il
piedistallo con idea di porvi sopra una statua di marmo: ma nemmeno
ciò ebbe effetto. La iscrizione, che vi si vede fatta simile
all'antica con lettere di metallo, c'insegna, che la colonna fu
dedicata ad Antonino Pio, e li bassirilievi delle tre facciate ci
dimostrano l'Apoteosi fatta al medesimo Imperatore.
Palazzo Montecitorio
Questa piccola Collina, ov'è situato
uno de' più grandiosi Edifici di Roma, pretende il Fulvio
essersi fatta colla terra cavata per il fondamento della Colonna
Antonina; ma non è verosimile che tanta terra se ne cavasse
da formarne un Monte, che esser dovev' al certo più alto
di adesso. Fu dagli Antichi detto Monte Citatorio, e per abbreviatura
Citorio, perchè anticamente ivi era il Luogo, ove l'Araldo,
ossia Feciale citava i Cittadini Romani ad entrare nei Septi, per
dare i loro suffragj nell'elezione de' nuovi Magistrati. Codesti
Septi sin da' primi tempi della Repubblica non erano altro che un
recinto, chiuso da palizzate, chiamato perciò Ovile. Il Triumviro
Lepido in vece di palizzate, vi fece costruire Portici di marmo,
che poi furono da Agrippa migliorati, e in onore di Giulio Cesare
vennero appellati i Septi di Giulio; e questi erano come in appresso
dirassi nella vicina Piazza Capranica.
Questo sontuoso Palazzo fu principiato l'anno 1650. sul disegno
del Bernini; e quindi terminato dal Cav. Fontana sotto il Pontificato
d'Innocenzo XII., che vi stabilì i Tribunali delle diverse
Giudicature, e perciò un tal Edificio si nomina Curia Innocenziana.
Di fronte al secondo braccio della bella Scala, che conduce alle
Sale d'Udienza dei Luogotenenti dell'A. C., e della Segnatura, è
collocata la statua d'Apollo, che scortica i Satiro Marzia, nella
quale dal volgo si suppone rappresentarsi il Causidico, che scortica
il suo Cliente; ma piuttosto può credersi, che quì
sia stata collocata per alludere ai versi di Marziale.
„ Si schola damnatur, Fora litibus omnia fervent,
Ipse potest fieri Marsia Causidicus.
Palazzo Montecitorio
Sul monticello, ov'è situato questo
palazzo, anticamente furono i Septi, ch'erano un grande steccato,
o sia recinto fatto di tavole a guisa di mandra, detto perciò
anche Ovile, ove ne' Comizj si rinchiudevano una dopo l'altra le
Centurie, e le Tribù per l'elezioni de' nuovi Magistrati;
e siccome le dette Centurie, e Tribù radunate nel Campo Marzio,
soleansi ad una ad una citare dal Precone, o sia dal Banditore ad
entrare ne' Septi per dare i loro suffragi, così da tali
citazioni credesi aver preso questo monticello il nome di Citorio,
o Citatorio.
Fu cominciato il magnifico palazzo, detto di Monte Citorio, l'anno
1650 dalla Casa Ludovisi col disegno del Bernini; ma essendo poi
l'opera stata abbandonata, Innocenzo XII comprò il sito,
e fece terminare la fabbrica colla direzione del cav. Fontana; e
siccome vi stabilì il Tribunale delle Cause Civili, e Criminali,
perciò prese la denominazione di palazzo della Curia Innocenziana.
La sua Gran facciata è ornata di tre portoni, di tre ordini
di finestre, d' un campanile, d' un orologio, e d'una gran ringhiera,
sulla quale nove volte l'anno si fa l'estrazione del Lotto.
Il fondo del cortile è ornato d' una bella fontana con tazza
di granito. La gran colonna di marmo cipollino che vi si vede giacente
in terra, fu trovata l'anno 1778 nel Campo Marzio nel luogo dov'è
adesso la posta di Turino, che dal Pontefice Pio VI fu fatta dissotterare,
e quivi trasportare.
Nelle stanze terrene sono gli archivi, e gli Uffizi de' Notari dell'Auditore
della Camera, ed il banco de' Cursori. Per una larga e comoda scala
si sale al primo appartamento, nel di cui salone, ov'è situata
la statua d'Innocenzo XII, vi sono vari Tribunali de' Prelati Chierici
di Camera; e nelle seguenti stanze, quelli de' Luogotenenti dell'Auditor
della Camera, e quello dell'Auditore della Segnatura. Nel secondo
piano sono le abitazioni di Monsig. Auditore della Camera, e di
Monsignor Tesoriere.
Nel mezzo della piazza di Monte Citorio era prima situato un gran
piedistallo coll'antico dado della colonna di Antonino Pio, il quale
nel 1789 fu trasportato nel Museo Pio-Clementino per ordine del
Regnante Sommo Pontefice Pio VI. Il medesimo Augusto Sovrano con
indefessa cura attualmente fa inalzare nell' istesso luogo il magnifico
Obelisco Solare d' Augusto, che stava negletto, e rotto in cinque
pezzi nel cortile del palazzo, detto della Vignaccia, fin dal tempo
di Benedetto XIV.
Nel 1748 fu questo disotterrato in occasione di rifabbricare alcune
case nella piazza di Campo Marzio. Fu eretto nella sua prima origine
in Eliopoli da Sesostri Re di Egitto, di dove fu poi trasportato
in Roma dall' Imperadore Augusto, che lo inalzò nel Campo
Marzio, facendolo servire di Gnomone alla Meridiana, segnata in
un quadrante di bronzo incastrato in terra sopra lastroni di marmo,
alcuni pezzi de' quali furono ritrovati nel rifare le fondamenta
della Sagrestia di s. Lorenzo in Lucina, vicino a cui era anticamente
inalzato. Esso è di granito rosso, adornato di geroglifici;
la sua altezza è di palmi 80 senza il suo piedistallo, su
cui si legge la dedica d'Augusto al Sole. Oh Roma veramente felice,
che puoi vantarti d'avere ritrovato in questo Secolo un Sovrano,
che non cede punto in magnanimità ad Augusto, ed a tutti
gli altri antichi Imperadori; e che oltre il formare la felicità
de' suoi Sudditi, mai non si stanca di rendere più adorna,
e magnifica la più bella Città del Mondo!