Questo magnifico palazzo fu cominciato con
architettura di Giacomo della Porta, proseguito da Carlo Maderno,
e poi terminato da Felice della Greca, per abitazione de' Nipoti
d'AlessandroVII di questa Famiglia. Per una bella e comoda scala
si sale al primo appartamento, in cui sono quattro stanze ornate
di quadri d'insigni Pittori. Nella prima è da notarsi, accanto
alla porta, un'antica pittura sul muro, rappresentante le tre Grazie;
due gran quadri uno di Pietro da Cortona, e l'altro del Baciccio,
rappresentante un s. Francesco. Fra i quadri che ornano la seconda
stanza si distingue, un s. Francesco, di Guido; la Trasfigurazione,
di Benvenuto Garofalo; e tre puttini del Pussino. Nella terza stanza
sono molti quadri di eccellenti autori, fra' quali sono degni di
particolar osservazione, la Flagellazione, dei Guercino; un Satiro
che disputa con un filosofo, di Salvator Rosa; due bei ritratti
dipinti dal Tiziano; ed un Cristo morto, in iscorcio, del Caracci.
Sono da notarsi nella quarta stanza, un bozzetto simbolico d'una
volta del palazzo Barberini; un'altro bozzetto del medesimo autore,
del celebre quadro di s. Romualdo; un Satiro, e una Baccante di
Rubens; un Amorino che tiene un cinghiale, per l'orecchio, dell'Albano;
una testa di Madonna addolorata, del Guercino; e una mezza figura
di Donna con un vasetto in mano, di Leonardo da Vinci.
Nella prima stanza del secondo appartamento si ritrovano due quadri
di battaglie, uno di Pietro da Cortona, e l'altro di Salvator Rosa;
un baccanale, del Romanelli; e Giove colla Fortuna, di Carlo Maratta.
Nella seconda stanza evvi un superbo quadro del Barocci, dove sono
espressi diversi puttini; due bei paesi di Claudio Lorenese; un
altro quadro del Barocci, fra le finestre; quattro quadri di Madonne,
del Guercino; s. Pietro e s. Paolo, del Domenichino; uno del Morandi,
e uno di Leonardo da Vinci. Segue una camera ornata di bei disegni,
tra' quali uno di Pietro da Cortona, in cui è espressa una
porzione dell'opera della volta del palazzo Doria in piazza Navona;
un superbo disegno, benché non sia terminato, di Raffaello,
della battaglia di Costantino, dipinta da Giulio Romano nelle camere
del palazzo Vaticano; una testa, disegno del Guercino; la fontana
di piazza Navona, del Bernino; ed un antico musaico rappresentante
pavoni. Nella camera seguente sono due quadri di Guido, e quattro
del Viviani. Viene dopo un Gabinetto, dove il Baciccio à
dipinto nella volta Diana, ed Endimione. E' degna non meno d'esser
veduta la biblioteca, la quale è ricca di libri scelti, di
stampe, e di molti manoscritti rari, fra' quali è una genealogia
di Gesù Cristo, scritta nel IV Secolo.
Palazzo Chigi
Alessandro Chigi, incominciò ad erigere
il palazzo omonimo in piazza Colonna sul luogo ov'era la chiesa
di S. Paolo decollato dei barnabiti coi disegni di Giacomo della
Porta nel 1562. Passato ai suoi eredi fu proseguito da Carlo Maderna
nel 1587 a cui appartiene la scala nobile e infine fu compiuto da
Felice della Greca nel 1630, del quale sono le barocche decorazioni
che guastano il cortile.
Il palazzo d'imponente grandezza ha due facciate, una pel Corso
e una in piazza Colonna, con due ingressi a mensoloni sorreggenti
le loggie, rispondenti nella medesima via e piazza, senza armonia
nelle linee. È solo notevole la parte inferiore del pianterreno
ad inferriate con belle mensole e gli angoli con forti bugne. Il
mezzanino è piantato fra il primo piano, dalle finestre disordinate,
ed il secondo e non disturba la linea. Orrida però è
la sopraelevazione di un quarto piano sopra il cornicione che deturpa
tutta la grandiosa mole.
Maestoso il vestibolo che dà nei solidi portici del cortile,
di bell'effetto nella sua grandezza ed armonia e nella copiosa e
bizzarra fontana. La scala è grande e comoda. Nella prima
anticamera si trovano due pregevoli lavori del Bernini, rappresentanti
la Vita e la Morte in marmo.
Nel secondo ripiano della scala è un bel cane, di marmo,
nel gabinetto terreno a sinistra un piccolo rarissimo bassorilievo
in palombino, trovato a Laurento, rappresentante Alessandro Magno
retto dall'Europa e dall'Asia. Al primo piano vi è un affresco
rappresentante le tre Grazie del secolo XII, un S. Francesco del
Baciccio o S. Pietro che risana lo storpio di Pietro da Cortona.
Nella sala seguente una Venere firmata dal greco Menofante che la
copiò dalla Venere di Troade, Mercurio col cadueco, Apollo
con l'alloro e il serpente e un mosaico trovato nelle stalle del
palazzo nel 1873. Nella sala appresso vi è un magnifico vaso
ansato con bassorilievo rappresentante Amore che tormenta l'anima.
Il primo piano ha pure altre quattro sale che contengono quadri
di Garofalo, Guercino, Michelangelo da Caravaggio, Mazzolino, Dosso
Dossi, Tiziano, Albani, Romanelli, Salvator Rosa, Domenichino, Pussino,
Girlandaio, Sodoma, Reni, Tintoretto, Luca d'Olanda, Mola, A. Caracci,
ecc. Quivi era il famoso Botticelli venduto anni or sono per 350
mila lire.
Nel secondo piano è un gabinetto con disegni di Giulio Romano,
del Bernini, del Sacelli, ecc. e un antico musaico con rappresentazione
di uccelli. Tutta questa parte che contiene i detti oggetti d'arte
è chiusa al pubblico. Vi è poi la biblioteca, aperta
al pubblico il giovedì, fondata da Alessandro VII, ricchissima
di manoscritti, fra i quali ricordiamo le cronache di Benedetto
di S. Andrea, un Dionigi d'Alicarnasso del secolo IX, un messale
miniato del 1450, la descrizione di Roma di Cola da Rienzo, alcuni
sonetti del Tasso, una lettera di Enrico VIII e dei documenti originali
relativi al trattato di Westfalia; in tutto 3000 volumi e 3 mila
manoscritti.