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Tempio della Fortuna Virile

Tempio della Fortuna Virile
Tempio della Fortuna Virile

Un antico Tempietto oggi a Santa Maria Egiziaca presso al Ponte rotto , che ha indi modernamente preso il nome di Santa Maria . E' creduto dal Biondo Tempio della Misericordia , cioè l'Asilo sognandosi da lui l'Asilo non sul Campidoglio , ma tra il Campidoglio , e l' Aventino , a che non occorre risposta nuova . Il Volaterrano giudicollo il Tempio della buona Fortuna . Il Fulvio della Pudicizia Patrizia ; i quali ambi erano nel Foro Boario . Ma ben vide il Marliano , che quel Foro si dilatava tant' oltre ; e se la Pudicizia Patricia è posta da Vittore nell'8 Regione , quella non potè giungere a S. Maria Egizziaca ; poiché non avrebbe lasciato luogo a questa da passar dal Circo al Ponte de' quattro Capi , al quale perveniva . Lo disse egli il Tempio della Fortuna Virile fatto da Servio Tullio alla ripa del Tevere. gli si oppone il Donati slimando il Tempio della Virile essere stato il medesimo , che della Forte Fortuna , il quale però era fuori di Roma non potè essere quivi . Crede però S. Maria Egiziaca l' antico Tempio della buona Fortuna , che Tullio fé' nel Foro Boario j il quale egli dice essere pervenuto al Tevere da un Ponte all' altro ; ma cosi vasta ampiezza a quel Foro già dissi impossibile . E' anche chi definitivamente lo pronuncia Basilica di Caio , e di Lucio , per essere di forma quadra, come si legge in Vitruvio , e per due Iscrizioni ritrovate ivi appresso ; Le quali Iscrizioni , oltre che possono essere state col tempo trasportate ivi da altro luogo , non danno alcun cenno di Basilica , ma solo di statue dirizzate a que' due giovani forse per altro , non fanno illazione sufficiente ', e quando nnche diano alcun' indizio di Basilica , potò essere stata la Basilica non quel tempio , ma ivi appresso . In ultimo giudiziosamente osserva il Donati dall' umiltà , e rozzezza della fabbrica apertamente dichiararsi non esser' opera di Augusto falla a nome de' suoi Nipoti : ed io confesso , che ravvisandosi la viltà della materia , la piccolezza , la bassezza , ed insieme la maniera antichissima della struttura, mi sembra la più memorevole reliquia delle Romane antichità , ioè di quelle , che antecederono ai lussi , e alle magnificenze seguite dopo.

Che risolveremo dunque essere stato , esclusi i Tempi della Misericordia , della buona Fortuna , e della Pudicizia Patrizia con buone raigioni , resta quello della Fortuna Virile , che dal Marliano si dice. Questo e l' altro della Forte Fortuna essere uno stesso non sembra a me giudicabile.

Questo tempietto d'ordine ionico ,pseudoperittero, ha quattro colonne di fronte e sette di fianco, comprese cinque mezze colonne incluse nella cella, cosichè propiamente parlare due sole sono le colonne di fianco. Le colonne intiere sono di travertino egualmente che il bel basamento continuato, sopra il quale poggiano, e l'architrave ; i muri della cella e le mezze colonne sono di travertino , peperino e tufo. Tutto però mostra che avendo sofferto per il fuoco fu risarcito con stucco. Quattro mezze colonne ornano pure la parte postica del tempio . Questo tempio è il più perfetto modello d'ordine jonico che si abbia in Roma, sì per le proporzioni, che per il gusto e l'esattezza del lavoro. Negli anni scorsi fu scavata la parte laterale che guarda il Tevere, e fu scoperto il bel basamento che ricorre egualmente intorno ai tre lati dell' edificio .

ROMA ANTICA D I FAMIANO NARDINI - 1819

Tempio della Fortuna Virile
Tempio della Fortuna Virile

Tempio della Fortuna Virile

Secondo Plutarco nel trattato della Fortuna de'Romani fu questo tempio edificato, da Anco Marzio; la tradizione però più cominiine presso gli antichi ne ascriveva la fondazione a Servio Tullio verso l'anno di Roma 196. quando pure eress(; quello della Fortuna nel Foro Boario, del quale fu trattato a suo luogo p. 17 e che fu notalo avere avuto il cognome di Vergine. Dionisio lib. IV. e. XXVII. dice di Servio che edificò due templi alla Fortuna, uno nel Foro detto Boario, e l'altro sulla ripa del Tevere , alla quale diede il soprannome di Virile , e che auche a' suoi di cosi appellavasi dai Romani Secondo Ovidio Fast. lib. IV. V. 145 sagrificavasi a questa dea il primo di aprile dalle donne ne' bagni , perchè nascondesse i difetti de' loro corpi : Discite mine quare Fortnnae tJiura F'irili Delis eo calida qui locus humct aqiia : ^ccipit aie locus posilo velaniine cunclas , Et i'iliurn nudi corporis omve videt. Ut tegut hoc celetq uè i^'iros , Fortuna Firilis Praesiat et hoc parvo thure rogala facit» Questo passo per se stesso chiaro fu male spiegato dal Nardini, e da altri topografi di Roma ; esso riceve lume ulteriore dal calendario di Verrio Fiacco, nel quale il di primo di aprile si legge cosi

FREQVENTER.

MVLIERES . SVPPLICANT . FORTVNAE . VIRILI

HVMILIORES.ETIAM IN BALINIIS . QVOD .

IN US . EA . PARTE . CORPO VTIQVE.

VIRI . NVDANTVR . QVA . FEMINARVM GRATIA

DESIDERATVR.

Tempio della Fortuna Virile
Tempio della Fortuna Virile

Questo tempio arse l'anno di Roma 539, allorché Livio lib. XXIV. e. XLVII. narra che rimasero spianate tutte la fabbriche che trovavansi fra le Saline e la porta Garmentale: Romae foedutn incendium per duas noctes ac dieni unum tenuit : solo acquata omnia inter Salinas ac portam Carmentalem cum AequimaeUo , lugarioque vico', in templis Fortunae ac Matris Maiutae et Spei extra portam late vagatus ignis sacra , profanaque multa absumpsit : vale a dire che rimasero consumate tutte le fabbriche dell' Argii elo, fra le quali era questa, nel tratto fra la Salara odierna dove erano la Salinae, e la rupe Tarpeja. Come nell anno seguente furono ristaurati altri templi , così avvenne ancora di questo^ Havvi poi chi coafuse questo tempio con quello detto dagli antichi yiedes Fortìs Forlunae , supponendo V epiteto , Fortis derivato da Fortis e non da Fors come difatti lo era: quello della Fortìs Fortnnae fu sulla sponda destra del Tevere e questo della Virile sulla sinistra: le feste della Fortuna Forte celebravansi secondo Ovidio ai 24 di giugno, e quella della Fortuna Virile il primo di aprile. E' opinione commune presso i moderni topografi che sia tempio della Fortuna Virile quello convertito in chiesa di s. Maria Egizìaca posto sulla ripa del Tevere al ponte Palatino , oggi Rotto ; né havvi obbiezione di peso contra questa credenza, ma al contrario tutti i fatti materiali l'appoggiano, poiché è sulla ripa del Tevere, pi'esenta traccie di essere stato incendiato , e per lo stile e la qualità de'materiali si fa riconoscere per opera del sesto secolo di Roma. Il tempio è tetrastilo, pseudo- perittero , e di ordine jonico , lungo 100 piedi, largo 50. Sorge dal suolo sopra un bel basamento di travertino : la fronte rivolta ad occidente veniva formata da quattro colonne isolate della stessa pietra: di fianco ne avea sette , delle quali due sole erano isolate, e le altre sono chiuse ne' muri della cella: le due isolate, e le angolari del muro della cella sono di travertino, le intermedie, come pure il muro sono di tufa: incassate nel muro della cella sono anche le quattro della parte posteriore: le basi attiche, i capitelli, e tutto l'intavolamento sono di travertino, come quelle parti che esiggevano una solidità maggiore. Anticamente dopo l'incendio fu ricoperto di stucco. L'anno 1830 questo tempio fu scavato sotto la mia direzione fino al piano della via antica, e fu ristaurato nelle parti cadenti, osservando la più stretta imitazione con quello che rimaneva dell'antico. Il Grescimbeni Stato di s. Maria in Cosmedin p. 41. ricorda che nell'edificarsi l'anno 1718 il nuovo ospizio degli Armeni addossato al lato settentrionale di questo tempio fu tolto il cornicione di travertino, e con que' massi fu riedificata la facciata della vicina chiesa di s. Maria in Cosmedin.

Tempio della Fortuna Virile
Tempio della Fortuna Virile