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4 - I capolavori della Basilica di San Pietro

di Carlo Fea

Basilica di San Pietro in Vaticano
Basilica di San Pietro in Vaticano

Interno della Basilica Vaticana.

Stampa antica della Basilica di San Pietro in Vaticano

Ciò, che meno fa senso, entrando in questo vasto locale, si è la sua immensa grandezza: sono così giuste le sue proporzioni, e così ben conservate, che al primo colpo d' occhio nulla vi è, che sorprenda: e soltanto quando si comincia ad esaminarne le parti, allora uno si avvede, che tutto ivi è colossale. Ciò nasce principalmente, perché le figure rappresentatevi, sia in pittura, sia in scultura hanno tutte una stessa proporzione colossale: per esempio, i putti, che sostengono le acquesantiere, sembrano della piccolezza naturale alla loro età, quando si sta sulla porta, o incontro una all'altra: si vedono poi ingrandirsi, quando uno si approssima, e si termina col restare storditi dalla loro grandezza quando se ne toccano, e se ne considerano le parti, indipendentemente dal sito, che li circonda

Bisogna sapere le sue dimensioni, per credere, che questa chiesa abbia 571. piede di lunghezza dalla porta alla tribuna; e nella nave maggiore 85. piedi di larghezza, 138. di altezza; e che la crociata sia lunga 428. piedi. Ora la misura della sua lunghezza, e quella delle altre chiese più grandi fuori di Roma, sono marcate nel pavimento in palmi romani

La navata grande è decorata da grandissimi pilastri accoppiati, di ordine corinzio, dell'altezza di 85. piedi, compresa la base e il capitello; e da 4. grandi archi per parte, che corrispondono a tante cappelle

I pilastri reggono un cornicione, sopra del quale è piantata la gran volta, decorata da cassettoni, con ornamenti di stucco dorati. L'ordine corinzio gira egualmente nelle due braccia della crociata, e nella tribuna, insieme cogli archi, col cornicione, e con la stessa volta. Tutti gli spazi fra i due pilastri binati sono ornati con 2. ordini di nicchie, e quelle in basso hanno statue in marmo di molti santi fondatori degli Ordini regolari. Ne' lati dell'archivolto degli archi vi sono ancora figure grandi intere di stucco, giacenti, che rappresentano varie virtù. Le due sopra l'archivolto a mano manca entrando riuscirono troppo fuori di proporzione; epperò le altre appresso furono impiccolite. Nelle rivestiture de' pilastri sotto le imposte degli archi dell'aggiunta di Paolo V. vi sono molti putti scolpiti in marmo bianco, che portano 56. medaglioni col ritratto de' Papi, benefattori della chiesa, ed alcuni triregni, chiavi, ed altri attributi: questi ornamenti sono stati fatti col disegno del cav. Bernini sotto Innocenzo X., di cui vi è lo stemma nella colomba col ramo d'ulivo. Il pavimento, che è di vari marmi, fu disposto con belli ripartimenti da Giacomo della Porta, e dal Bernini. Vi sono in questa chiesa 28. altari co' loro quadri di mosaico, che hanno costato circa dieci mila scudi l'uno. Vi si contano 98. colonne grandi di vari belli marmi, che adornano gli altari, e le arcate delle navi laterali, di ordine corinzio; e 4. della stessa grandezza, di ordine composito, di giallo antico, scanalate, poste alle due estremità della crociata. I capitelli compositi di quelle della crociata a mezzo giorno, sono antichi, bellissimi, e conservatissimi

Nel basso del quarto pilastro a destra è situata un'antica statua di bronzo dell'apostolo s. Pietro sedente, che è in grande venerazione: se le bacia il piede, e si veste pontificalmente il 29. giugno. Si dice, che fu fatta nel secolo V. col bronzo di una figura di Giove Capitolino, per servire alla chiesa vecchia. Nelle grotte è la statua in marmo, che si venerava prima di questa. Avanti di esaminare le cappelle, e li depositi laterali, non si lasci di andare dritto alla Confessione di s. Pietro

Sotto la gran cupola, nel mezzo della crociata è situato un magnifico altare, che si chiama Papale, per la ragione che il solo Papa vi può celebrare la messa, a meno che per grazia speciale Sua Santità non permetta ad un cardinale di dirvela in sua vece. Sotto di questo altare ve n'é un altro, che racchiude il corpo di s. Pietro, nel sito stesso ove il principe degli apostoli fu la prima volta sepolto; e dove il Papa s. Anacleto, uno de' primi suoi successori, essendo ancora semplice prete, secondo il libro Pontificale, fece costruire una cappella l'anno 106., che si chiamò Confessione di s. Pietro, nella quale egli rinchiuse il corpo dell'apostolo in un' urna di marmo; che in seguito s. Silvestro Papa, e l'imperator Costantino arricchirono, dopo di avere rifabricato la cappella, che resta presentemente sotterranea, perché il piano della moderna chiesa è più elevato dell'antica. Secondo lo stesso libro, e più chiaramente secondo Pietro Mallio, Costantino copri di metallo fuso la sacra urna per modo, che mai più si potesse né rubare, ne vedere. Nel cavare per i fondamenti della nuova Confessione l'anno 1626. sotto Urbano VIII, si ebbe tutta l'avvertenza, di non avvicinarsi neppure al sagro deposito

Si scende nella Confessione per una scala doppia, cinta da una balaustrata di marmo, nella quale intorno vi sono cento lampade accese continuamente; ma l'ingresso di questo santuario è sempre chiuso da una bella porta di bronzo dorato. L'interno della cappella è rivestito tutto di marmi preziosi; e fu Paolo V., che la fece decorare col disegno di Carlo Maderno. Nella parte curva sarà posto quanto prima il deposito di Pio VI., opera del marchese Canova

Nella facciata della Confessione, ornata ancora di belli marmi, vi sono 4. colonne di alabastro del maggior pregio: e di qua e di là due nicchie colle statue di bronzo dorato di s. Pietro, e di s. Paolo, fatte dal Bonvicini; e nel mezzo sotto l'altare Papale un'altra nicchia, chiusa da cancelli dorati, nella quale vi è un'apertura quadrata, che corrisponde colla cappella sotterranea; e dove si depositano i nuovi pallii ogni anno, fatti con lana di agnelli bianchi per opera dei Canonici Regolari di s. Pietro in Vincoli per s. Agnese; e quindi si distribuiscono dal Sommo Pontefice ai nuovi arcivescovi

Il superbo baldacchino, che copre l'altare maggiore, è la più gran machina in bronzo, che si conosca. Fu il Papa Urbano VIII., che lo fece costruire dal cav. Bernini: è di forma quadrata, retto da 4. colonne spirali composite sulla forma di quelle di marmo, che vi mise l'imperatore Costantino, piantate sopra 4. piedestalli di marmo. Le colonne sono scanalate fino al terzo: gli altri due terzi sono circondati di festoni di pampini con putti, ed api; le basi, e i capitelli sono ricchissimi, il cornicione di un bel carattere; vi sono 4. angeli in piedi sopra le colonne, che tengono in mano de' serti di fiori; e diversi gruppi di putti sostengono il triregno, le chiavi, ed altri distintivi del Sommo Pontificato. L'altezza di questo baldacchino è di 122. piedi dal pavimento alla punta della croce; cioè 11., e mezzo pel piedestallo, 48. e mezzo per le colonne, 11. pel cornicione, 39. pel finimento, e 12. per la croce. Il volgo lo dice alto quanto il palazzo Farnese

Furono impiegate in questo lavoro 186. mila libre di bronzo, e 40. mila scudi di oro per la doratura; la sola fattura costò più di 60. mila scudi. Questa quantità enorme di bronzo si dice presa in parte da alcune tavole di travi rimaste al tetto del portico del Pantheon; del che parleremo più a proposito, trattandosi di questo celeberrimo tempio. Dai libri della Fabrica costa, che il rame fu comprato in Venezia tutto

Si riguarda la gran cupola come la parte la più sorprendente di questa immensa Basilica. Bramante dette la prima idea, di costruire la più gran cupola del mondo, dopo quella di Firenze del Brunelleschi; e di eguagliare con questa sola parte il Pantheon per intiero. A quest'effetto egli fondò i 4. enormi piloni del diametro di piedi 59. che la reggono; e voltò li 4. grandi archi, che vanno dall'uno all'altro. Michelangelo in seguito dopo aver rinforzato i piloni fece finire il tamburo, che s'innalza cilindricamente fino alla nascita della volta della cupola; e compose il modello di tutto l'edifizio con tanta perfezione di arte, e di genio, che si può mettere in paragone colli più mirabili edifizi degli antichi. L'invenzione però non è di Michelangelo, come si dice; attribuendosegli il detto, che volea gettare in aria il Panteon

Il tamburo della cupola nell'interno è ornato da 32. pilastri accoppiati, distribuiti intorno alla circonferenza della base, fra li quali vi sono 16. finestre. Il diametro della cupola preso internamente è di 132. piedi, e dal pavimento alla cima della lanterna l'altezza è di 398. piedi

L'interno di questa gran cupola è decorato da' mosaici fatti in tempo di Clemente VIII. In cima della volta si vede il Padre Eterno fatto in mosaico da Marcello Provenzale coll'originale del cav. d'Arpino; le figure, che sono al di sotto, rappresentano la Madonna, gli apostoli, diversi santi, ed angeli

Ne' 4. angoli della cupola vi sono gli evangelisti in mosaico di buoni artisti; s, Giovanni, e s. Luca, di Giovanni de' Vecchi; s. Marco, e s. Matteo, di Cesare Nebbia; ma i putti, e tutti gli altri ornati del cav. Cristoforo Roncalli. Sotto degli evangelisti vi sono 4. nicchie, e balconi, fatte dal Bernini in forma di tribune, ornate da balaustrate, e da due colonne spirali, di quelle, che erano prima intorno alla Confessione: in queste tribune si conservano le reliquie le più rispettabili. Le scale interne per salirvi già erano in prima costruzione a questo oggetto, non fatte dal Bernini. In basso sotto i balconi vi sono 4. nicchie, entro le quali vi sono statue colossali di marmo, alte 15. piedi; cioè santa Veronica di Francesco Mochi, sant'Elena di Andrea Bolgi, san Longino del Bernini; e sant'Andrea, che tiene la croce, del Fiammingo, che è molto superiore alle altre. Questa statua è trattata colla purità dello stile, e bellezza d'espressione dell'antico il più perfetto; vi si conosce la rassegnazione, e la gioja dell'apostolo, che andava al martirio con una soddisfazione di cuore, essendo sul punto di riunirsi al suo Divino Maestro: il panneggiamento è eccellente; si può paragonare con quanto si conosce di meglio in questo genere, sia antico, sia moderno, tanto per la verità della forma, che per la semplicità delle pieghe, sotto le quali comparisce il nudo quanto deve, senza affettazione, e senza che, come in qualche antico, si sia procurato di far risaltare troppo la forma delle membra a traverso del panno. Nel fregio in alto le lettere della iscrizione in mosaico sono alte 6. palmi, e un terzo, Dal pilone di s. Elena sotto la statua di s. Brunone è uno dei belli punti di vista, onde osservare le differenti parti della Basilica

Stampa antica della Basilica di San Pietro in Vaticano

Ritornando all'ingresso della chiesa per fare il giro delle cappelle, nella prima a destra si vede sopra l'altare la celebre statua della Pietà, fatta da Michelangelo, che prima era nel coro, e che passa per la prima opera di quel gran maestro nell'età di circa 24. anni, mal criticata dal Milizia. La volta della cappella è dipinta a fresco dal Lanfranco. Delle 2. cappellette, che sono ne' lati, in quella a destra vi è un quadro in mosaico di s. Nicola di Bari; nell'altra incontro si conserva un'antica urna, ornata, di bassirilievi, che era quella di Probo Anicio, della quale si è fatto uso per lungo tempo a fonte battesimale; e vi è una colonna spirale delle sudette, che dicesi, come le compagne, del tempio di Gerusalemme, alla quale, secondo un'antica tradizione, si era appoggiato Nostro Signore molte volte quando predicava nel tempio; ma che da Anastasio si dicono venute per ordine di Costantino dalla Grecia. La cupola fuori della cappella è ornata di mosaici, rappresentanti istorie del Vecchio Testamento, fatti col disegno di Pietro da Cortona, e di Ciro Ferri

Passando alla seconda cappella, si vede a destra il deposito d'Innocenzo XII., e incontro quello della regina Cristina di Svezia, ornato da un bassorilievo, che rappresenta l'abjura del Luteranismo da lei fatta in Inspruch nel 1655.; opera dì Giovanni Teudon scultore francese. La cappella appresso ha sopra l'altare il mosaico del quadro a fresco del celebre Domenichino, che si vede al presente nella chiesa della Certosa, rappresentante il martirio di s. Sebastiano, colà trasportato intiero dal famoso Zabaglia. La cupola di questa cappella è ornata con mosaici dagli originali di Pietro da Cortona

Andando alla terza cappella, che è quella del Sagramento, si vede a destra il deposito d'Innocenzo XII. di Filippo Valle; e d'icontro è quello della contessa Matilda, fatto di ordine d'Urbano VIII., il quale ne fece trasportare a Roma le ceneri da Mantova l'anno 1655.; mosso da gratitudine per la di lei insigne beneficenza verso la Chiesa Romana, come attesta la iscrizione. Quest'opera fu disegnata dal Bernini, da cui fu scolpita la testa della statua principale, terminata nel rimanente da Luigi di lui fratello. Il bassorilievo, che rappresenta l'assoluzione impetrata dalla stessa Matilda, e data da s. Gregorio VII. all'imp. Arrigo IV., fu intagliato da Stefano Speranza

La cupola appresso, avanti la cappella, è decorata parimente con mosaici delle opere di Pietro da Cortona. Questa cappella del Sagramento è chiusa da una cancellata di ferro, e di bronzo, fatta col disegno del Borromini. Il quadro dell'altare rappresenta la Santissima Trinità, ed è un bel fresco di Pietro da Cortona. Vi è ancora sopra l'altare un ricco tabernacolo di lapislazuli, e bronzo dorato, in mezzo a due angeli, che l'adorano; disegno tutto del Bernini sul gusto del tempietto di Bramante a san Pietro in Montorio, ordinato da Alessandro VII. A sinistra di quest'altare si vede in terra il deposito di Sisto IV., che è tutto di bronzo, con molti bassirilievi rappresentanti le scienze, e le arti da lui promosse, coi loro nomi; scultura di Antonio del Polajolo. Ivi ancora è l'altare di s. Maurizio, e de' suoi compagni martiri, che si dice dipinto dal cav. Bernini; altri lo credono di Carlo Pellegrini. Le due colonne spirali sono delle 12. sudette. Questa terza cappella termina la nave, che fu aggiunta da Paolo V. alla croce greca

Il deposito di Gregorio XIII. è del cav. Camillo Ruscelli, ben immaginato, e ben eseguito. Vi si veggono le statue del Papa, della Religione, e della Fortezza; ed un bassorilievo, che esprime la correzione del Calendario Gregoriano fatta nel 1582

L'altro incontro è di Gregorio XIV., con arme, e stucchi relativi a Gregorio XIII., perché prima vi era il di lui sepolcro tutto di stucco. Si noti in questo punto una irregolarità nell'architettura di tutta l'arcata

Il quadro di san Girolamo, che viene subito nel pilone incontro, è un mosaico fatto dal cav. Cristofori, dall'originale famoso di Domenichino, una volta nella chiesa di s.. Girolamo della carità., ed ora nell'appartamento Borgia del Vaticano. La gran cappella, che siegue voltando a destra, è detta Gregoriana, perché fu eretta da Gregorio XIII. con disegno di Michelangelo, eseguito da Giacomo della Porta. Ne' quattro angoli della cupola di questa cappella sono rappresentati 4. dottori della Chiesa Cattolica, con disegni del Muziano ridotti in mosaico; la cupola è decorata con angeli, ed altri ornati parimente in mosaico. Sopra l'altare si venera un'antica Madonna del soccorso; e sotto riposa il corpo di s. Gregorio Nazianzeno

Nella facciata del gran pilone è l'altare di s. Basilio Magno, in mosaico dal quadro di Mr. Subleyras, che è nella Certosa

Rappresenta l'imp. Valente, ostinato ariano che entrato nel tempio, ed accostatosi al santuario, invitato dal santo mentre celebrava l'incruento sacrifizio, si svenne, e si converti, sorpreso dall'eloquente soave discorso del medesimo a lui diretto; e da fiero leone persecutore divenne agnello mansueto. Incontro vi è il deposito di Benedetto XIV., lavoro di Pietro Bracci, e di Gaspare Sibilla; opera in tutto mediocre

In seguito si giugne alla crociata, costruita con disegno di Michelangelo, ornata nella volta da tre bassirilievi tondi dorati, ne' quali è rappresentato, in mezzo san Pietro liberato dall'angelo della prigione; a destra la predica di san Paoio, ed a sinistra questo apostolo, preso per Dio a Listri, insieme con s. Barnaba; disegni, ed invenzioni tratte dagli arazzi, e stanze di Raffaello: in fondo poi vi sono tre altari; il primo, a destra di chi guarda, di s. Vincislao ha un mosaico, fatto dall'originale del Caroselli. Sotto l'altare di mezzo riposano i corpi de' santi Processo, e Martiniano, officiali romani, e custodi del Carcere Mamertino, in tempo di s. Pietro; il quadro, che rappresenta il loro martirio, è un bel mosaico del cav. Cristofori dall'originale di Mr. Valentino, esistente ora nell'appartamento Borgia del Vaticano. Il mosaico di sant'Erasmo nel terzo altare è copiato dal quadro di Niccolò Pussino, colla più gran precisione; il di cui originale è nel sito stesso del precedente

Nel secondo gran pilone vi è l'altare, che ha sopra un mosaico, rappresentante la navicella con san Pietro vicino a sommergersi; e Gesù Cristo, che viene in suo soccorso: l'originale è opera del Lanfranco. Sopra una porta, che è incontro, vi è il deposito di Clemente XIII. ben eseguito, una delle prime, più stimate opere del marchese Canova. La devozione del Pontefice evvi espressa al vero

L'altare appresso è quello di s. Michele, che ha un mosaico cavato dal celebre quadro di Guido Reni, che si trova nella chiesa de' Cappuccini; ma da chi lo guarda non si gode perfettamente. L'altare accanto è dedicato a santa Petronilla, e vi è un mosaico fatto dal cav. Cristofori dall'originale del Guercino, esistente nella Galleria Capitolina, che è uno de' più belli pezzi di pittura di questo maestro; ed è riuscito il miglior mosaico, che si conosca. Sotto quest'altare si conserva il corpo di santa Petronilla, figlia spirituale di san Pietro

La cupola di questi altari è fatta col disegno di Michelangelo, ed è ornata di mosaici dagli originali di Niccolò Ricciolini; e negli angoli dà quelli del Romanelli, e ne' sordini dalle pitture di Ventura Lamberti, col s. Nicodemo del Benefiali

Arrivando verso la tribuna della chiesa si vede un altare coi mosaico fatto da un originale di Placido Cosianzi, che rappresenta san Pietro, il quale risuscita Tabita nella città di Joppe, di non molto merito

Incontro vi è il deposito di Clemente X., disegno del cav. Mattia de' Rossi

La gran tribuna di questa Basilica è stata costruita coi disegno di Michelangelo

Vi si vede in mezzo alla volta, tutta ornata di stucchi dorati, in 5. tondi con bassirilievi, Gesù Cristo, il quale da le chiavi a S.Pietro, dal disegno di Raffaello; da un canto la crocifissione di san Pietro, imitata da quella di Guido Reni; e dall'altro canto la decollazione di san Paolo, presa da un bassorilievo dell'Algardi. Si sale alla tribuna per due scalini di porfido, e si vede nel fondo un magnifico altare, su cui è il gran monumento della cattedra di s. Pietro. La cattedra è chiusa in un'altra sedia di bronzo dorato, coronata da due angeli, che portano ìl triregno, e le chiavi. Questa magnifica sedia è sostenuta da 4. dottori, due della Chiesa Latina, e due della Greca, sant'Agostino, e sant'Ambrogio; s. Giovanni Grisostomo, e sant' Atanasio; figure di 12. piedi di proporzione, e situate sopra de' piedestalli di marmo con specchi di diaspro di Sicilia. Consiste quest'antica cattedra in una sedia di legno, con ornati antichi in avorio, alcuni intersiati d'oro, della quale s. Pietro stesso, e li primi suoi successori si sono serviti nelle funzioni ecclesiastiche

Vi si può salire dentro con una scala a mano. Al di sopra vi è una gran gloria di angeli, in mezzo alla quale è lo Spirito Santo, dipinto in forma di una colomba. Questa gloria è circondata da nuvole, cariche da una quantità di angeli, e di serafini; e getta lungi de' raggi risplendenti, perché l'opera è di bronzo dorato; ed è illuminata nel mezzo da una finestra con vetri gialli, che raddoppiano il lustro della doratura. Tutta questa grand'opera è una delle più belle, e più spiritose produzioni del Bernini, che al tempo medesimo seppe trarre sì bel partito da una finestra, che altrimenti pregiudicava. Vi furono impiegate 219060. libre di metallo, e costò 172. mila scudi romani; compita in men di tre anni

Ai lati di questo monumento vi sono due vaghi depositi: quello di Paolo III. Farnese morto l'anno 1549., che resta a destra dell'altare, è uno de' più stimati, lavoro di Giacomo della Porta, sotto la direzione di Michelangelo. La statua del Papa è in bronzo, e le due laterali in marmo; l'una rappresenta la Prudenza, l'altra la Giustizia; graziosa figura, ma non senza difetti, benché tanto ammirata; e per la troppa nudità coperta in parte di metallo. Il tutto costò 24. mila scudi. Le due prime figure quasi simili, ma infelici, stanno sul cammino nel salone del palazzo Farnese. L'altro è il deposito di Urbano VIII, morto nel 1644., che è una bell'opera del Bernini: la figura del Pontefice è di bronzo, e le due statue in marmo rappresentano la Carità, e la Giustizia, Passando alla navata dell'altro lato, si vede sulla faccia del pilone un altare col quadro di mosaico dall'originale di Francesco Mancini, rappresentante san Pietro, che risana lo storpio avanti la porta speciosa del tempio di Gerusalemme. Incontro vi è il deposito di Alessandro VIII. della casa Ottoboni, fatto col disegno di Cario Arrigo

Segue l'altare di s. Leone Magno, in cui riposa il suo corpo. Si ammira sopra l'altare una grande scultura dell'Algardi, in parte di tutto, e in parte di bassorilievo, che gode della prima riputazione. Rappresenta Attila re degli Unni, incontrato da s. Leone Magno al Mincio, che gli ordina di non avvicinarsi a Roma; mostrandogli s. Pietro, e s. Paolo, che lo minacciano dalle nuvole: il re spaventato dall'apparizione sembra di già pronto a ritirarsi. Questo rilievo è composto con tanto fuoco, e con altrettanto sapere; e la disposizione del soggetto è ammirabile. L'originale in gesso sta sulla scala grande nella casa della Chiesa nuova

Viene dopo la cappella della Madonna detta della colonna, perché dipinta sopra una colonna dell'antica Basilica, d'onde fu segata, e posta in quest'altare, in cui riposano i corpi de' ss. Leoni II III, e IV.; e fu ornato di marmi con disegno di Giacomo della Porta. I mosaici della cupola sono invenzioni di Giuseppe Zoboli; e gli altri sotto, del Lanfranco, Andrea Sacchi, e Romanelli

Proseguendo il giro si vede sopra la porta laterale il deposito di Alessandro VII., opera ingegnosa del Bernini per la località, ed ultima di lui in questo genere: le due colonne sono del più bel marmo di Cotanello. Incontro vi è l'altare, il di cui quadro, dipinto ad olio sopra la lavagna da Francesco Vanni, rappresenta la caduta di Simon Mago. E perché non lo merita, e perché non rappresenta un fatto canonico, non si è mai fatto in mosaico. Ciononostante il Battoni fece un altro quadro dello stesso soggetto, cominciato in mosaico, e sospeso; mandandosi l'originale alla chiesa della Certosa. Il Mengs, variando soggetto, fece un bel disegno, rappresentante Gesù Cristo, che da le chiavi a s. Pietro, con accanto delle pecorelle. L'unico quadro, degno da surrogarvisi, come uno dei più insigni, è la Deposizione di croce di Daniele da Volterra nella Trinità de' monti, ove l'originale va a perire

Si entra quindi alla crociata meridionale della chiesa, costruita anch'essa da Michelangelo, e decorata simile alla settentrionale nella volta da' soliti bassirilievi dorati in fondo, ove in mezzo è Nostro Signore nella navicella con s. Pietro inginocchiato; nell'altro a destra s. Pietro, che guarisce io storpio, e in quello a sinistra lo stesso apostolo, che castiga Anania della menzogna; soggetti tutti presi dagli arazzi di Raffaello. Vi sono in fondo 5. altari, il primo é dedicato a s. Tommaso, che vi è dipinto sopra l'altare dal Passignani. Sotto quello di mezzo riposano i corpi de' ss. Simone, e Giuda apostoli; e sopra vi è un bel mosaico rappresentante la crocifissione di san Pietro, fatto dai celebre originale di Guido Reni, esistente ora nell'appartamento Borgia del Vaticano. Il terzo altare è dedicato a s. Marziale vescovo, ed a santa Valeria, rappresentata che porta la sua testa recisa al s. vescovo, mentre celebra la messa; pittura ad olio dello Spadarino

Andando verso la cappella Clementina, si vede sulla faccia del gran pilone un altare con un quadro in mosaico, che rappresenta la morte di Anania, dall'originale del Roncalli; detto perciò l'altare della bugia

Incontro è un fresco del Romanelli, che rappresenta un miracolo di s. Pietro.

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