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Basilica di Santa Maria Maggiore

Basilica di Santa Maria Maggiore
Basilica di Santa Maria Maggiore

Piazza di S. Maria Maggiore, 42, 00100 Roma RM, Italia

Orario
Aperta tutti i giorni ore 7.00 - 18.45
Orario Messe: - Feriale: ore 7.00 – 8.00 – 9.00 (nella Cappella Sforza) – 10.00 – 11.00 – 12.00 – 18.00. - Festivo: ore 700 – 8.00 – 9.00 (nella Cappella Paolina) ore 10.00 (in latino) – 12.00 – 18.00 (all'Altare Papale)

Giovanni Patrizi Romano, con sua moglie, per una visione avuta da Maria Vergine anticamente, come raccontano molte istorie, fabbricò questa Basilica, che poi da Sisto III del 432 fu da' fondamenti rifatta, ed ingrandita.

La statua di Maria col figlio in braccio, di metallo dorato, posta sopra la colonna, che è nella piazza, fu modellata da Guglielmo Bartolot Francese, e gettata da Domenico Ferreri, e Orazio Censore, e l' architetto, che fece condurre, e alzare la colonna cavata dal tempio della Pace, fu Carlo Maderno, che fece anche il disegno della fonte a piè di essa. I draghi di bronzo, che sono agli angoli della base della colonna, furon modellati da Jacopo Laurenziani.

I mosaici della facciata della chiesa sono di Gaddo Gaddi, ed il portico di sotto fu edificato da Eugenio III che fu poi ristaurato da Gregorio XIII col disegno di Martino Longhi il vecchio. Minacciando ultimamente rovina, Benedetto XIV nel 1743 pensò non solo di rifarlo, ma fare di pianta tutta la facciata con la loggia della benedizione sopra, e includervi gli antichi mosaici per maggiormente conservarli, come in effetto fece col disegno del cav. Fuga. Ornò altresì questa facciata di varie statue di travertino.

La Madonna col bambino è di Giuseppe Lironi Milanese, e il gruppo sotto con lo Spirito santo è di Filippo Valle. Il primo santo Pontefice su la man dritta è del Lodovisi, e l' altro di Carlo Marchionne Il primo a man sinistra è di Carlo Monaldi, e il secondo di Agostin Corsini. Il s. Carlo è del cav. Queirolo, e il B. Niccolò Albergati del detto Valle. La statua della Verginità sopra l' arme Pontificia è del Maini, e quella dell' Umiltà è del Bracci. I puttini, che son sopra l' ingresso del portico a man dritta, sono di monsù Slodtz, e gli altri dalla sinistra son di Pietro Vanschefeld. La statua sotto il portico di Filippo IV trasportata dal vestibolo della sagrestia, è del cav. Lucenti. De' quattro bassirilievi, che sono quì sopra altrettante porte, quello, che è a man dritta sopra una porta finta, è del Lodovisi. Il contiguo sopra la porta della chiesa è del Bracci, e quello vicino alla porta Santa è del Maini, e quello sopra la porta, che conduce alla loggia della benedizione, è del Lironi.

Entrando in chiesa si trovano due sepolcri, che mettono in mezzo la porta, trasferiti quì dalla tribuna, dove furono da prima eretti. Quello a man destra è di Clemente IX fattogli fare da Clemente X perchè era sua creatura. Carlo Rinaldi nè fece il disegno, e il Guidi la statua del Papa, e quella della Fede Cosimo Fancelli, e quella della Carità è di Ercole Ferrata. Quì prima era un gran quadro del Muziano, in cui era espressa la resurrezione di Lazzaro. Ora è nel palazzo Quirinale Pontificio nell' appartamento detto de' Principi.

L' altro sepolcro alla sinistra è di Niccolò IV erettogli dal card. Peretti, che fu poi Sisto V. L' architettura è di Domenico Fontana, e le statue sono di Leonardo da Sarzana.

Cominciando il giro della chiesa secondo lo stato presente dopo il nuovo restauramento, che è stato ideato dal suddetto cav. Fuga per ridurla uniforme in tutte le sue parti, il primo altare a man destra ha il quadro di Giuseppe del Bastaro, che rappresenta la visione di Gio. Patrizi fondator della basilica.

Appresso si trova la sagrestia, nel cui vestibolo la volta è dipinta dal cav. Domenico Passignani, che dipinse anche la volta del coro, il quale resta in faccia al detto vestibolo, in cui oltre varie memorie sepolcrali è la statua di metallo rappresentante Paolo V di Paolo Sanquirico. Il mommento dell' ambasciator del Re di Congo è opera del Bernino. L' Assunta in bassorilievo di marmo sull' altare del coro è del padre di esso Bernino. Architetto della sagrestia fu Flaminio Ponzio, e le pitture son del medesimo Passignano, eccetto la Madonna assunta in Cielo nella volta, ch' è del Bastaro. L' Angiolo di marmo sopra la porta della sagrestia è scultura del Mariani.

Tornando in chiesa la prima cappella ha nella tavola la s. Famiglia opera di Agostin Masucci. Nella seguente Stefano Pozzi espresse il B. Niccolò Albergati, e nella cappella appresso è una Nunziata di Pompeo Battoni. Tra queste cappelle ultimamente nominate resta la cappella interna del Gonfalone ornata nobilmente dal detto cavalier Fuga. Sull' altare è stato posto quel Crocifisso, ch' era all' ingresso della chiesa, dove ora è il sepolcro di Clemente IX. E il resto della cappella è abbellito con 10 colonne, e pilastri di porfido, tra' quali sono armadi, in cui son riposte insigni reliquie. Della cappella di Sisto V seguendo il cammino in chiesa per la medesima banda, si giunge alla nobile cappella di Sisto V d' ordine Corintio, fatta fabbricare nell' anno 1586 con bell' architettura del cav. Domenico Fontana, che anche vi aggiunse la sua sagrestia particolare.

Ha un architrave, che nella navata avanti la cappella regge la volta di stucchi toccati d' oro, dipinta anche ad affresco con li quattro Evangelisti, due di mano d' Andrea d' Ancona, e gli altri di Ferdinando d' Orvieto, allievo del Nebbia; e nella facciata sotto l' architrave sono angioli, e puttini con 4 Sibille, il tutto colorito da Gio. Batista Pozzo, e sopra il grand'arco, che risponde nella navata di mezzo è un istoria della Madonna, opera del Melani Bolognese.

La cappelletta a mano destra nell' entrare ha sopra l' altare santa Lucia, comunicata dal sacerdote, con altre figure di Paris Nogari Romano: da una delle bande gl' Innocenti dipinti assai bene dal detto Pozzo, e la cupoletta da diversi altri. Nell' altra cappelletta incontro è dipinto ad affresco s. Girolamo moribondo da Salvator Fontana Veneziano. Da banda il Santo, che lava li piedi a' suoi discepoli, è lavoro d' Andrea d' Ancona; e la cupoletta pure di diversi.

Sopra le dette cappellette è l' arcone abbellito con stucchi dorati, e da' lati ha l' istorie dell' Annunziata, e d' Erode, colorite dal Fontana. Sopra la cornice sono due fatti di Giacobbe, Giuda, e fratelli, opera di Giacomo Bresciano; e l' altra di Giuda, Eleazzaro, Natan, e Giacobbe, del detto Fontana: nel tondo di mezzo è una schiera d' Angioli dipinti dal Pozzo: da un lato della finestra sopra la facciata è s. Giuseppe, e la Vergine con Gesù, opera del Nogari; e dall' altro, Abramo con Isac, effigiati da Giacomo Stella Bresciano.

Nella facciata a mano destra si in mezzo la statua di Sisto V scolpita dal Valsoldo Lombardo; come anche l' istorie della Carità, di bassorilievo lavorato in marmo. Da una delle bande la Giustizia è di Niccolò Fiammingo: l' incoronazione del Papa, che sta sopra nel mezzo, è di Gio: Antonio Valsoldo; e l' altre due da i lati, di Egido Fiammingo. Le Re d' Isdraelle dipinti dalle bande delle finestre, che toccano l'arco della volta, son dipinti da Angiolo, allievo del Nebbia; e la musica d' Angioli nell' ovato dell'arco è del Pozzo. A man destra tra i pilastri è la statua di san Francesco, scolpita da Flamminio Vacca: l' istorietta sopra ad affresco è pittura del Pozzo. Dall' altra è sant' Antonio da Padova, scultura dell' Olivieri: l' operetta colorita di sopra è di Ercolino Bolognese; e le figure d' altri Re, sopra la cornice dalle bande, sono del suddetto Angiolo del Nebbia.

Dall' altra parte della cappella è la statua di s. Pio V, posta nella nicchia di mezzo, opera di Leonardo da Sarzana, il quale scolpì anche il s. Pietro, e s. Paolo co' modelli di Prospero Bresciano. L' istoria a man destra, e l' altra a man sinistra son del Cordieri. L' incoronazione del Papa di sopra è di Silla Milanese; e le due da i lati, d' Egidio Fiammingo. Di sopra tra le finestre le figure a mano dritta sono d' Arrigo Fiammingo: e l' altre a mano manca, di Lattanzio Bolognese; e gli Angioli dell'arco nell' ovato sono del Pozzo. Tra i pilastri la statua a mano destra di spiet Martire è scultura del Valsoldo, e l' istorietta dipinto di sopra è di Ercolino. La statua di s. Domenico è di Gio: Batista della Porta; e la pittura sopra è del Pozzo: le figure dalla cornice in su furono colorite da Arrigo Fiammingo, e da Paris Romano.

Da Innocenzio XII, fu trasferito sotto la sua statua il corpo di s. Pio, e collocato in un' urna di verde antico, ornata di metalli dorati, ed il padre Closce, Generale da' Domenicani, invigilò, che fosse il s. Corpo trasferito decorosamente dalla cappella del Presepio.

In facciata della cappella si vede nel mezzo una nicchia finta, e a ma dritta di essa è s. Giovanni Evangelista, che scrive con s. Paolo, colorito dal Pozzo, come anche la storia sopra. A mano manca sta dipinto s. Pietro, con la Croce di mano del medesimo, con l' istoria sopra, che è di mano d' Andrea d' Ancona. La Natività di nostro Signore sopra la nicchia, e dalle bande altri fatti di Maria santissima, sono pitture de' medesimi maestri. Sopra la cornice a mano destra dipinse Angiolo d' Orvieto, e a man sinistra lo Stella, e gli Angioli nell' ovato, il Pozzo: le altre figure dalle bande sono del Nogari, e d' Angiolo suddetto.

Nel primo triangolo a mano destra, che regge la cupola, è effigiato Jesse, e il re David da Paris Nogari: nell' altro a sinistra, il re Acaz, ed Ezzecchia, dal Nebbia; nel terzo Azor, Sadoc, e Achim, dal medesimo; nell' ultimo Tamar con Fares, e Zara de Tamar, lavoro di Lattanzio Bolognese: e la cupola è tutta col suo lanternino ad affresco dipinta con cori d' Angioli da' medesimi maestri, e nobilmente abbellita con stucchi dorati.

Nel mezzo della cappella è un altare, al quale si scende per alcuni gradini, dedicato al Presepio. Le statue, che vi sono di Maria Vergine, Gesù, e s. Giuseppe, sono di mano di Cecchino da Pietra Santa. Sopra di quest' altare è l' altar maggiore, dove sta il Santissimo in un bellissimo ciborio, sostenuto da quattr'Angioli grandi al naturale, il tutto di metallo indorato, con modelli di Riccio stuccatore, e Sconzino compagni, gettato da Lodovico Scalzo, detto da altri Lodovico del Duca; ma li quattro Angioli, e la cancellata all' ingresso della cappella si credono di Sebastiano Torrisani.

La sagrestia, che serve per li cappellani, che ufiziano detta cappella, è tutt' adorna di stucchi, e pitture del Testamento Vecchio, e Nuovo, fatte da' medesimi pittori, e maestri; e i paesi sono di Paolo Brilli.

Dal medesimo lato della chiesa segue una cappelletta dell' Annunziata, che ha incontro il sepolcro del card. Consalvo con la sua statua nella nicchia. In essa cappella sono Maria Vergine, Gesù, ed altri Santi, condotti a mosaico dal Turritadiligentemente per quei tempi.

Quindi si va nel piano della tribuna, che avevano due tabernacoli antichi col suo altare sotto. In ognuno erano due quadri, di cui uno guardava verso la chiesa, l' altro verso la tribuna: e in quello verso la tribuna eran dipinti s. Gio. Evangelista, e s. Giuseppe; nell' altro voltato verso la nave della chiesa, la Concezione di Maria Vergine, s. Anna, e s. Gioacchino, di mano di Gio. Giacomo Semenza Bolognese.

All' altro altare, o tabernacolo, dall'altra parte, nel quadro, che guardava la navata era dipinta la Madonna col Figliuolo, che dorme, colorito dal famoso Guido Reni, e poi vi fu posta una copia, e l' originale oggi si conserva nella camera del Quirinale, dove il Papa dà udienza nell' inverno. Questa Madonna di Guido Reni è stata intagliata in rame da molti, e specialmente da Pietro Masini, Gio. Gerardini, e meglio da Francesco Poilly. Nell'altro quadro verso la tribuna era dipinto Papa Liberio, quando segna il sito da fabbricare la Basilica con Gio. Patrizio in abito senatorio, e molti ritratti al naturale perfettamente condotti dal Zucca Fiorentino. Questi due tabernacoli furono tolti via nell' ornare la chiesa sotto Benedetto XIV.

Sopra la scalinata nel mezzo era un ciborio di marmo bianco, tocco d'oro, e istoriato di figure antiche assai buone; e sotto la cupoletta si vedevano coloriti a olio diversi Angioli dal Cati da Jesi. La volta fra la tribuna, e l'arcone fu ornata di pitture dal cardinal Pinello, dove sono li quattro Evangelisti, e i quattro Dottori della chiesa in mezze figure, parte colorita da Paris Nogari, e parte da' due Ricci da Novara.

Tra le quattro finestre sotto la cornice, sono cinque istorie della beata Vergine, fatte di mosaico antico assai diligente da Jacopo Turrita: e la tribuna è stata lavorata di mosaico, con nostro Signore, che incorona Maria Vergine, ed altre figure, opera condotta dal medesimo Turrita, con ordine di Papa Niccolò IV, l' anno 1289.

Ora la tavola dell' altare posto in fondo del coro è di Francesco Mancini Urbinate, e l' altare Papale isolato, e rifatto tutto di nuovo, è messo in mezzo da quattro gran colonne di porfido ornate di bronzi dorati. Sopra vi posano quattro grandi angioli di marmo scolpiti di Pietro Bracci, che scolpì anche gli altri due piccoli, che reggono una corona. Per mensa di questo altare è posta una grande e bella urna di porfido antica, ch' era murata all' ingresso della chiesa, compagna di quella, ch' è al sepolcro di Clemente XII in s. Gio. Laterano. Ella ha il coperchio di marmo bianco, e nero, che serve di mensa, retta da quattro putti di bronzo dorato gettati da Filippo Tofani su' modelli del detto Bracci.

L' arcone grande fatto da Sisto III nell' anno 434 tutto di mosaici con diverse istorie del Testamento vecchio, siccome anche l' altre, che girano nella nave di mezzo sopra le colonne, tramezzata da alcuni fatti di Maria Vergine, sono opere antiche, fatte d' ordine del medesimo Sisto, e poi assai diligentemente raccomodate sotto il card. Domenico Pinelli Genovese, che fece anche tra le finestre di sopra molti ornamenti di stucchi, e varie pitture.

Queste pure rappresentano istorie di Maria Vergine, e sono di diversi: la Concezione della Madonna è di Ferraù da Faenza; e la Natività dell' istessa, d' Andrea d' Ancona; la Presentazione al tempio, di Baldassar Croce, come anche lo Sposalizio; l' Annunziata è del cav. Salimbeni; la Visitazione è del Novara; l' apparizione dell' Angelo a s. Giuseppe è di Ferraù; la Natività di nostro Signore, di Andrea d' Ancona; l' Adorazione de' Magi, del Croce; e la circoncisione, del Gentileschi Pisano. Tutti questi ornati, e pitture sono state ora restaurate, come anche quelle, che seguono. La Madonna, che va in Egitto, e quando torna, sono lavori di Ferraù: Maria Vergine con Gesù, e s. Giuseppe è di mano del Salimbeni; le Nozze di Cana Galilea, del Novara; e l' istoria di nostro Signore, che porta la croce, di Ferraù: la Crocifisione, e la Pietà sono del Croce; la Risurrezione di Cristo, d' Andrea d' Ancona; la salita al Cielo, del Novara; la morte della B. Vergine, di Baldassar Croce; e l' Assunzione di Maria Vergine è di Gio. Batista Novara.

Dalla tribuna si riesce nell' altra nave minore della chiesa; e cominciando dalla porta piccola, si vede la cappella, ch' era anticamente de' signori Capizzucchi, de' quali ve ne sono rimase le armi inquartate con quelle de' signori Cenci, a' quali, come erede, è restata. Il quadro del suo altare con s. Francesco sostenuto dagli Angioli è opera del cav. Vanni.

Quivi è il sepolcro di Paolo Capizzucchi, insigne legista, che fu decano della Ruota, vescovo di Nicastro, e vicario del Papa; ed incontro ve n' è un altro di Lodovico Pasqualino canonico, fatto di marmo bianco con perfettointaglio, e buona architettura di Lodovico Scalzo, scultore, intagliatore, ed architetto.

Della Cappella di Paolo VSegue poi questa famosa cappella d' ordine Corintio, che sopra all' arcone, che risponde alla nave grande della chiesa, ornato di stucchi dorati, ha la pittura ad affresco del Croce, che rappresenta il Transito di Maria, dirimpetto a quella del Melani; e gli Angioli sopra l'arco, che tengono una cartella, sono di Ambrogio Bonvicino.

Sotto l'arco della volta, che ha il suo lanternino, tutta adorna di stucchi, e figure messe a oro, sono dipinti quattro Dottori della chiesa, due Latini, e due Greci, e nelle cantonate, quattro ovati in modo di medaglie con altri Angioli, e puttini, il tutto opera ad affresco del cav. Baglioni.

Nella cappella da' lati del primo arco sono due cappelle, una dedicata a san Carlo, dipinto a olio su lo stucco nel suo altare di marmo ben' adorno. Anche dalla banda destra è un' istoria a olio pur di s. Carlo, e nella sua volta, e triangoli diversi Angioli, colorito il tutto dal Croce. L' altra cappelletta ha nel quadro dell' altare dipinta s. Francesca con l' Angiolo su lo stucco a olio; e a mano manco un' istoria della medesima, nella volta diversi Angioli, e puttini ad affresco, opera tutta del cav. Baglioni, come anche sono tutte le pitture del primo arcone sopra a queste cappelle, con lie di Giuliano Apostata saettato, dell' Imperator Leone Armeno ucciso alla presenza della madre, da una delle bande; e dall' altra l' Imperator Copronimo, che si abbruccia, senza fuoco, con altre figure.

Dalla banda destra della cappella è il deposito di Clemente VIII con la sau statua, scolpita da Silla Milanese, e da' lati ha diversi bassirilievi, lavorati in marmo. Quelli man destra son del Buonvicino, gli altri a sinistra di Cammillo Mariani, finiti poi dal Mochi suo allievo. L' incoronazione del Papa di sopra in mezzo fu scolpita da Pietro Bernini, quella a man destra dal Buzio Milanese, l' altra a sinistra da Gio. Antonio Valsoldo, ed i termini furono scolpiti da Pietro suddetto.

Dalle bande alla sinistra l' Angiolo, che restituisce la mano tagliata a s. Gio. Grisostomo, e dall' altra la Madonna, che porge la pianeta a s. Idelfonso, sono pitture ad affresco di Guido Reni Bolognese pittore insigne, fuori che la Madonna, che vi colorì il Lanfranco, avendovi cancellato l' Angiolo di Guido, che v' era prima, e sopra l' arcone nell' ovato di mezzo lo Spirito santo con puttini, da una banda i santi Greci, ed all' incontro le ss. Imperadricie, sono pure di Guido Reni; le statue però da basso, al pari del deposito, una d' Aronne con l' incensiere, l' altra di san Bernardo, sono del Cordieri Lorenese.

La statua di marmo di Paolo V Borghese, posta nel suo bel deposito dall' altra banda della cappella, è lavoro di Silla; l'istoria a man dritta di bassorilievo, di Stefano Maderno Romano; quella a mano manca, del Buonvicino; per di sopra in mezzo, l' incoronazione è d' Ippolito Buzio; quella a mano destra, del Valsoldo; l' altra a mano sinistra, di Francesco Stati da Bracciano; ed i termini, del Buzio.

Le pitture dalle bande della finestra, con quelle dell' arcone furono condotte ad affresco con gran maniera da Guido Reni; e da basso, nelle nicchie dalle bande al pari del deposito, sono le statue di s. Basilio Greco con l' Angiolo, e di Davidde con la testa di Golia, tutte due scolpite da Niccolò Cordieri. Mentre il Cordieri lavorava queste due statue, Paolo V andò più volte al suo studio, ch' era a strada Pontefici, per vederle.

Nella facciata principale è situato un bellissimo altare, architettato da Girolamo Rainaldi, e Pompeo Targoni fu il conduttore dell' opera. Consiste in quattro colonne d' ordine composto scannellate di diaspro orientale, ed ornamenti di metallo dorato con suoi piedistalli di disapro, e d' agate, con finimenti pur di metallo; come anche sono agate di gran valore le pietre del fregio. Tutto l' ornamento col frontespizio è di metallo dorato, ed anche quello di mezzo ricchissimo per diversi abbellimenti di gioje. Lo reggono cinque angioli, e due puttini con lo Spirito santo di rilievo, ripartito in campo di lapislazzulo, pietra preziosa, dove sta l' immagine di Maria Vergine, che si dice dipinta da s. Luca, e quì riposta dalle proprie mani di Paolo V. De' cinque Angioli due sono di Guglielmo Bertelot, e tre con lo Spirito Santo sono del Mariani.

Nel frontespizio è di metallo, opera di Stefano Maderno, s. Liberio Papa, che disegna la chiesa, e dai lati due angioli grandi a giacere, che hanno nel mezzo tre puttini in piedi con una corona pur di metallo dorato. L' Angiolo, che sostiene la corona di metallo dorato, è d' Egidio Moretti. I modelli di tutto questo lavoro furono di Cammillo Mariani da Vicenza, ed il getto di Domenico Ferrari Romano. Al Ferrreri d' unì in questo lavoro Orazio Censore.

Le pitture sopra l' altare con Maria Vergine, e s. Gio: Evangelista, che appariscono a san Gregorio Taumaturgo; come anche quelle nel tondo dell' arcone, e i santi vescovi dai lati, sono tutte opere ad affresco del cavalier d' Arpino, che negli angoli, che sostengono la cupola, colorì quattro gran profeti.

Li quattro angioli di rilievo di stucco, in atto di reggere, sono opere del Bonvicino; e le pitture della cupola con la Madonna in piedi sopra una Luna, Angioli, e puttini con li dodici Apostoli, che abbelliscono tutto il lavoro, sono ad affresco ben terminate da Lodovico Civoli Fiorentino.

Questa cappella ha la sua sagrestia; ed oltre gli ornamenti di stucco, si vede dipinto nella sua volta nostro Signore, che risorge, porgendo fiori alla Vergine Maria, che li dà al popolo. Ne' triangoli sono li ss. Fondatori delle Religioni, costruite Agostino, Benedetto, Bernardo, e Alberto Carmelitano, e diverse istorie del Testamento vecchio, tutte opere ad affresco del cav. Passignano; come anche il quadro dell' altare con nostro Signore risuscitato, che apparisce alla Maddalena.

Architetto della cappella, e di quanto vi si vede, fu Flaminio Ponzio Milanese, fatto il tutto a proprie spese da Paolo V che per uffiziarla fondò le cappellanie con bonissima entrata, spettanti alla famiglia Borghese. Soprintese a' lavori di questa cappella il sig. Gio. Batista Crescenzi cav. Romano molto perito nelle tre belle arti.

Seguitando poi per il medesimo lato della chiesa verso la porta principale, è la cappella de' signori Sforsi, che aveva bellissima facciata di travertino, fatto il tutto con eccellentissimo disegno del Bonarroti, eseguito da Tiberio Calcagni suo scolare. Nel quadro dell' altare Girolamo da Sermoneta dipinse con buona maniera l' Assunta di Maria Vergine con gli Apostoli, e i due ritratti, che sono sopra i depositi. L' istorie ad affresco della Natività di nostro Signore, e della Visitazione di s. Elisabetta, e s. Anna, come anche li due profeti, ed altre pitture sono del Nebbia d' Orvieto.

Congiunta a questa è la cappella d s. Francesco, dove è un quadro dipinto da Placido Costanzi. La cappella, che segue, ha un quadro, in cui si rappresenta la Madonna, e s. Leone genuflesso avanti ad essa, pittura di Sebastiano Ceccarini.

Appresso è la cappella de' signori Cesi, architettata da Martino Lunghi. Nel quadro dell' altare è la decollazione di s. Caterina con la santissima Trinità, ed altre figure dipinte a olio dal Sermoneta: dai lati i ss. Pietro, e Paolo pur a olio son del Novara. Il quadro dalla parte dell' epistola, con s. Caterina posta al martirio della rota, è opera di Luigi Gentile; l' altro incontro con Maria Vergine, e Gesù, che sposa s. Caterina, è di Carlo Cesi; e quello con la Santa, che disputa con i dottori, dicono, che sia del Canini. I sepolcri di marmo de' cardinali Paolo, e Federigo di Casa Cesi, ornati con urne di paragone, e statue di metallo, sono fatiche di fr. Guglielmo della Porta; e li depositi di monsignor Santarelli, e di Costanzo Patrizj sono opere celebri dall' Algardi Bolognese.

Poco più avanti, vicino alla Porta santa, è il sepolcro di monsignor Agostino Favoriti, assai nobile, e ben architettato da Lodovico Gimignano da Pistoja, dov' è il ritratto di detto monsignore, ed altre figure scolpite in marmo da Filippo Carcani, il tutto fatto a spese di monsignor Fustembergh Tedesco, suo grande amico.

Partendo da questa basilica per la sua porta principale, e girandola per di fuori verso Ponente, si vedono le muraglie della cappella di Paolo V adorne di pilastri, cornici, balaustri, ed altri ornamenti di travertino. Nelle nicchie sono statue pur di travertino. Il s. Girolamo, e il s. Luca sono sculture del Valsoldo; il s. Matteo, del Mochi; s. Mattia, del Sonzino; e s. Efrem, di Stefano Maderno; il tutto architettato dal medesimo Flaminio Ponzio.

Nella piazza, dove risponde la parte esterna della tribuna dell' altar maggiore, di cui si è parlato quì addietro, è una bellissima facciata di travertino con statue, ed altri abbellimenti, fatti col disegno, ed architettura del cav. Rainaldi.

Anche l' esterno della cappella di Sisto V è vestita con buona architettura. La guglia, che è in mezzo alla piazza, fu trasportata dal mausoleo d' Augusto, ch' era a Ripetta, con ordine del detto Pontefice, che quì la fece alzare per opera del cav. Fontana.

Testo tratto da: Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma di Filippo Titi stampato da Marco Pagliarini in Roma MDCCLXIII