Tesori di Roma: foto di Roma gratis

Foro di Cesare

Foro di Cesare
Foro di Cesare

L'enunciato foro fu stabilito da Cesare sino dal tempo in cui egli si occupava di ottenere il secondo consolato. Egli lo aveva cominciato a fabbricare con i denari ricavati dalle spoglie riportate nelle battaglie, e per l'acquisto dell'area aveva spesi dieci millioni di sesterzi (29). Nel mezzo di tale foro vi pose egli poi un tempio di Venere Genitrice, come lo aveva votato nella battaglia Farsaliea; ed anzi Appiano, descrivendo tale circostanza, faceva conoscere che allo stesso tempio aveva Cesare aggiunto un atrio a guisa di foro, il quale lo aveva destinato non per le cose venali e di commercio, ma bens per le adunanze che si tenevano per gli affari contenziosi, come ne avevano uno simile i persiani, nel quale amministravano la giustizia. Onde, seguendo il sentimento di tale storico, si dovr credere che prima della indicata battaglia non avesse Cesare ancora fatto eseguire alcuna parte delia stessa fabbrica, ma solo acquistata l'area in cui si dovea innalzare . Per contemporaneamente alla edificazione della poc anzi descritta basilica di Paolo, per quanto si pu conoscere da ci che Cicerone scriveva ad Attico, sembra che venisse questo foro costrutto in modo che figurasse, come una fabbrica stessa fatta in aggiunzione al foro Romano. L'atrio della Libertà, nominalo dallo stesso Cicerone, doveva essere pi appartenente al foro che alla basilica. E se il tempio sacro alla Libertà, che si dice da Dione decretato nella guerra contro Cn. Pompeo, si fosse stabilito di costruire nel tempo stesso in cui Cicerone scriveva ad Attico le indicate notizie, si verrebbe meglio a concordare una tale circostanza: ma su di ci non si conosce niente di positivo. Tanto il tempio di Venere Genitrice o Aittrice, secondo altra opinione, quanto il foro, che gli stava intorno, furono consacrati da Cesare, allorch si celebrarono con solenne pompa nel corso di pi giorni i trionfi per le vittorie da lui riportale nelle Gallie, nel Ponto, nell'Affrica e nell'Egitto; e si giudicava essere tale foro pi bello del Romano, mentre venne in seguito quest'ultimo distinto col titolo Foro grande . Nel tempio di Venere, ed accanto alla statua della Dea, vi pose quindi Cesare l'immagine di Cleopatra; ed avanti al medesimo tempio fece collocare la iigura in bronzo del suo aflezionatissimo cavallo . Per riguardo alla posizione di un tale foro, osserveremo primieramente che siccome abbiamo stabilito essere stata la basilica Emilia nel luogo stesso che occupato ora dalla chiesa di s. Adriano; cos il foro, che gli stava congiunto, doveva trovarsi in un lato. Imperocch la detta chiesa, tanto per la vicinanza al foro di Cesare, che al Romano situatogli di fronte, e del Transitorio collocato nellaltro lato, si crede che si dicesse da Anastasio bibliotecario nella vita di Onorio I, in Tribus Foris, lezione che si giudica egualmente approvata di quella in Tribus Fotis derivata dalla vicinanza delle statue delle tre Parche, le quali si dicevano Tria Fata, e che stavano ivi vicino . Osservando che verso il lato settentrionale di detta chiesa, corrispondente sotto il Campidoglio, si trovano tuttora esistere alcune taberne edificate con solida costruzione di pietre tagliate, pu stabilirsi con molta probabilit che esse appartenessero alla cinta di questo stesso foro, ed a quei locali destinati a trattar le cause, che componevano l'atrio intorno al tempio. Quindi da osservare che per riguardo alla posizione ed architettura del tempio di Venere ne furono tramandate diverse cognizioni dal Palladio; poich al suo tempo furono scoperti incontro al tempio di Marte Ultore. nel luogo che si diceva in Pantano posto dietro a Martorio, ragguardevoli avanzi di un tempio che egli, per avervi veduti alcuni delfini intagliati nelle cornici, lo credette essere stato consacrato a Nettuno. Ma considerando che nessuna notizia abbiamo per poter decidere avere ivi esistito un tempio di tale divinit, e che invece gli accennati attributi erano egualmente proprj a Venere che a Nettuno, come ancora vedendo che le proporzioni degl'intercolunnj, ivi ritrovati, erano assai simili alle picnostili, colle quali indica Vitruvio essere stato architettato lo stesso tempio , si rende molto probabile lo stabilire avere veramente tali resti appartenuto al descritto tempio di Venere innalzato da Cesare, ed essere stato situato nell indicata localit. Considerando inoltre la disposizione, che conservano tuttora le moderne fabbriche esistenti nella parte posteriore della chiesa di s. Martina, ove doveva essere stata praticata la comunicazione di questo foro di Cesare con il Romano, sembra potersi opportunamente dedurre essere stata ivi una fabbrica semicircolare , che veniva a formare in modo pi conveniente un atrio di comunicazione tra i due fori; giacche gli stessi fori non potevano avere tra loro la medesima direzione. Forse siffatto atrio semicircolare era ripetuto dalla parte opposta, verso il luogo in cui fu in seguito innalzato il foro di Augusto: ma su di ci non se ne conoscono alcune tracce ; e probabilmente sar stato distrutto, allorch tale secondo foro fu edificato. In fine sul medesimo importante monumento si reputa necessario d'indicare che nella classe III della mia grande opera sugli Edifizj di Roma antica dimostrata tutta la pi probabile architettura che fu in essa impiegata unitamente a tutte quelle notizie che gli possono appartenere. Anche più particolarmente la stessa corrispondenza stata dimostrata da me stesso in una esposizione sulla corrispondenza delle antiche fabbriche che stavano anticamente poste nell'area occupata dalla chiesa di s. Martina e sue attinenze. Inoltre d'uopo indicare che nella citata prima opera fu dimostrato come il foro stesso di Cesare potesse considerarsi per l'anzidetto atrio della Libertà; poiché in forma di atrio era stato edificato.