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Castel Sant'Angelo

Mausoleo di Adriano.

Castel Sant'Angelo
Castel Sant'Angelo

INFO

Lungotevere Castello, 50 - 00193 ROMA

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(Call center prenotazioni attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18; il sabato dalle 9 alle 13)

Biglietteria - tel. 0039 06 6896003

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Orario:

Martedì/domenica 9.00 – 19.30. Chiuso lunedì; 25/12; 1/01

Biglietti:

La biglietteria chiude alle 18.30

INGRESSO: Intero € 10,50; Ridotto € 7,00*

*cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 25 anni, insegnanti di ruolo nelle scuole statali

I prezzi dei biglietti sono soggetti a variazioni in occasione di mostre

Gratuito:

cittadini dell’Unione Europea minori di 18 e maggiori di 65 anni, studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero Per i Beni e le Attività Culturali, Membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell’ordine, gruppi scolastici con accompagnatore, previa prenotazione, portatori di handicap con accompagnatore.

Castel Sant'Angelo descritto da Mariano Vasi

Stampa antica Castel Sant'Angelo di Roma

Questo magnifico e sontuoso mausoleo fu fatto inalzare dall'imperatore Adriano negli orti di Domizia presso il Tevere, quasi incontro a quello di Augusto, affinchè in esso fossero conservate le sue ceneri e quelle de' suoi. Il suo basamento era di forma quadrata della lunghezza di palmi 399, su cui sorgeva una gran mole rotonda, la quale restringendosi a mano a mano che si elevava rimanevi compiuta da alquanti scaglioni; ed il nucleo di essa quantunque in oggi sia diminuito, pure ha 200 palmi di diametro, e costituisce il maschio del castello. La parte esteriore di questo monumento era rivestita di grandi lastre quadre in marmo pario: il basamento rimaneva fregiato di festoni e bucranii e fra questi ornamenti stavano collocate le iscrizioni in onore degl'imperatori ivi sepolti. Nei quattro angoli poi del basamento si vedevano altrettanti gruppi di uomini con cavalli, il tutto in bronzo dorato e di una grandezza colossale. L'edifizio rotondo era decorato con pilastri sostenenti il loro cornicione sormontato in giro da statue di squisito lavoro, fra le quali contavasi il celebre Fauno dormiente, al presente in Baviera, il quale fu trovato quivi vicino, ai tempi di Urbano VIII. Sulla cima sorgeva la statua di Adriano medesimo, la cui testa, che ora si vede nella gran sala rotonda del museo Vaticano, fu del pari scoperta ivi presso, nel pontificato di Alessandro VI. La porta aveva le imposte in bronzo, e rimaneva di faccia al ponte, aprendosi nel basamento dell'edifizio. Era finalmente circondato da una cancellata di bronzo con pilastri simili, sui quali posavano dei pavoni in metallo dorato; e due di essi, gli unici giunti sino a noi, si osservano nel giardino Vaticano. Eravi ancora un toro di bronzo.

Questo monumento rimase nel primitivo suo stato di conservazione fino ai tempi di Onorio, cioè fino all'anno 537. Essendo nell'anno stesso, stato assalito, dai soldati di Vitige, che non poterono impadronirsene, i Greci che lo difendevano, avendo esaurito ogni mezzo di difesa, ruppero le statue per iscagliarne i pezzi sugli assalitori. Questo edifizio servì di poi per difesa della città, e prese in seguito il nome di Castel s. Angelo, in memoria di essere sulla sua sommità apparso miracolosamente un Angelo, a s. Gregorio I, mentre egli passava sul ponte, recandosi processionalmente alla basilica Vaticana, per ottenere da Dio la cessazione della orribile pestilenza che desolava Roma in quel tempo. I pontefici Bonifacio IX, Nicolò V, Alessandro VI, e Pio IV successivamente fortificarono sempre più questo castello; e Urbano VIII vi fece aggiungere le opere esteriori. Il salone che guarda il ponte fu dipinto da Pierin del Vaga, allievo di Raffaello. Il forte, mediante un corridoio coperto da archi comunica col Vaticano. Per questo corridoio nel 1527, Clemente VII, potè ricovrarsi nella fortezza, mentre le mura dell'eterna città erano assalite dal Borbone. 

tratto da: Itinérario istruttivo di Roma antica e moderna - Mariano Vasi - 1816

Castel Sant'Angelo

o Mausoleo di Adriano iniziato nel 123 dall’imperatore Adriano, e terminato da Antonino Pio, un anno dopo la morte dell’imperatore Castel S. Angelo, fu ideato come tomba di famiglia. Il grandioso Hadrianeum, è stato voluto e ideato da Adriano come tomba per se stesso, e ne affidò la costruzione all’architetto Demetriano. Per accedervi Adriano fece erigere il pons Aelius, poi detto S. Angelo che ne fronteggia l’ingresso. Pur alterato da oltre un milione mezzo di storia, il monumento è leggibile nelle sue forme originarie, ed è oggi sede del Museo Nazionale di Castel S. Angelo

Stradario Romano- Blasi - 1923.

Castel Sant'Angelo

Stampa antica Castel Sant'Angelo di Roma

Questo antico, e magnifico monumento dell' Imperadore Adriano, innalzato quasi incontro a quello d'Augusto, perchè fossero quivi conservate le sue ceneri dopo la sua morte, aveva il suo primo ordine di forma quadrata, come si ravvisa al presente, ed il secondo di figura rotonda della circonferenza di 125 passi, tutto composto di grossi pezzi di travertino, e ricoperto di marmo pario. Erano ambedue questi ordini circondati di alte colonne, fra cui si vedevano quattro cavalli di bronzo, e moltissime statue, una delle quali è il celebre Fauno del palazzo Barberini, quivi trovato in tempo d'Urbano VIII. Le colonne del primo ordine si vuole, che fossero quelle di prezioso paonazzetto, che ora si veggono nella Basilica di s. Paolo; e le altre del secondo, quelle di verde antico, che adornano presentemente le nicchie della gran navata di mezzo della Basilica Lateranense. Nella cima di questo superbo Mausoleo, secondo alcuni, era la statua d'Adriano medesimo; secondo altri eravi quella gran pina di bronzo dorato, che ora si conserva nel giardino di Belvedere al Vaticano, entro la quale si crede fossero le ceneri di questo Imperadore, benchè vi sia chi pretenda, che esse fossero nella superba urna di porfido situata una volta nel mezzo di questo Mausoleo, e che in oggi si vede nella cappella Corsini a s. Giovanni Laterano.

Dopo la caduta dell'Imperio Romano servì questa gran Mole per difesa della Città, e prese il nome di Castel s. Angelo da una statua di marmo dell'Arcangelo s. Michele, che vi fu eretta nella sua sommità, la quale poi da Benedetto XIV fu fatta fare di bronzo col modello di Pietro Verchaffelt.

I Pontefici Bonifacio IX, Nicolò V,Alessandro VI, e Pio IV successivamente fortificarono sempre più questo Castello, e Urbano VIII lo munì di cannoni, lo circondò di bastioni, e di fosse, e fecelo custodire da una guarnigione di Soldati, e Bombardieri con un Vice-Castellano,come si mantiene anche al presente. Il salone di questo Castello è dipinto a fresco da Pierin del Vaga, ed in altra stanza vi sono pitture di Giulio Romano, e d'altri buoni maestri. Qui si conservano vari Triregni, e Mitre di Pontefici, tutte coperte di gemme preziose; gli originali delle Bolle Pontificie, gli atti de' Concilj, ed altre scritture, e molte cose di gran rilievo,e importanza. Su questo Castello si suol fare un bellissimo fuoco artificiale, detto comunemente la girandola, il quale succede quattro volte all'anno, due nell'anniversario della Coronazione del Regnante Sommo Pontefice, cioè la seconda, e la terza Festa di Pasqua di Risurrezione;e due altre nella Festa dei ss.Apostoli Pietro, e Paolo, il di 28, e 29 di Giugno. Non può darsi situazione più vantaggiosa, e bella per goder comodamente da ogni luogo il maraviglioso spettacolo.

Consiste questo fuoco in una quantità immensa di razzi,fontane, girelli di ogni sorta, e battarie, oltre di che vi sono due sortite, ognuna delle quali è composta di 4500 razzi almeno; spettacolo veramente raro nel suo genere, e che fa la maraviglia di tutti i Forestieri.

Questo Castello comunica col palazzo Vaticano mediante un lungo corridore coperto, e sostenuto da varj archi, fatto a tempo d'Alessandro VII, perchè dall'uno all'altro luogo potessero i Pontefici in qualunque occorrenza comodamente, e con tutta la sicurezza passare.

I Sonetti di G. Belli

Caster-Zant’-Angelo

Quer dottor de Saspirito in zottana

c’a Ttuta, aggratis, je guarì la tiggna,

che ll’anpassato la portò a la viggna

e st’agosto j’ha ffatto da mammana,

disce che, a la Repubbrica Romana,

lassù, ppe vvia de ’na frebbe maliggna

c’era invesce dell’angelo una piggna

e Ccastello era la gran mola driana.

Accidenti! che buggera de mola!

Averanno impicciato tutt’er fiume

co li rotoni de sta mola sola!

Oh vvarda, cristo!, come va er custume!

Mascinà pprima er grano pe la gola,

eppoi pell’occhi fà ggirelli e ffume!

G.Gioacchino Belli

Caster-Zant’-Angelo

Quer buggero llí sotto ar piedestallo

dell’angelo, in ner mezzo de Castello

che ppare un cuppolone de cappello

o un zetaccio o una forma de timballo,

c’è cchì ddisce ch’è mmaschio, bbuggiarallo!,

come li sassi avessino l’uscello!

Eppoi, l’antro ch’è ffemmina indov’ello

pe ppoté ffà la razza e mmaritallo?

Quer che cce cricca, se fa ppresto a ddillo,

ma pprima de poté mettesce er bollo,

’ggna dàjje tempo e staggionà er ziggillo.

Una spesce llaggiú dde ponte-mollo!

È mollo un cazzo, e cchi llo vò ccapillo

se lo vadi a ffà ddà tra ccap’e collo.

G.Gioacchino Belli

MOLE DI ADRIANO, OGGI CASTEL SANT'ANGELO.

Stampa antica Castel Sant'Angelo di Roma

Per mancanza di sito nel Mausoleo di Augusto da riporre le ceneri delle famiglie imperiali, Adriano, amantissimo di fabbricare, fece costruire per suo sepolcro quest'altro Mausoleo sopra l'opposta riva del Tevere, ove Capitolino dice, essere stati gli Orti di Domizia; ma trovandosi questi registrati da Vittore come esistenti nel secolo IV., non possono supporsi distrutti affatto fino da due secoli e mezzo prima quando Adriano vi costruì questo Mausoleo, ed anche un Circo, i di cui muri di mattoni, misti a reticolato di tufo, si rinvennero l'anno 1743. ne' prossimi prati, con molti avanzi di portici a volta sontuosi per l'altezza, e per la lunghezza, con varie pietre preziose, e medaglie; descritto il tutto da Alberto Cassio. Nel secolo XVI. ne erano visibili dei grandi avanzi, al dire del Gamucci. Anche Procopio parla del Circo.

Sopra di un basamento quadrato di piedi 253. in ogni lato, vuoto internamente come un corridore, esteriormente rivestito di marmo, con quadrighe di bronzo dorato sopra i 4. angoli, e una porta di bronzo alle 4. facce, s' innalzava la gran mole rotonda, ora ridotta ad un masso di peperini, e di cotto, che ha 576. piedi di circonferenza. Dalla descrizione di Procopio, e dalla ispezione oculare si riconosce, che il corpo rotondo era ornato da un portico di colonne, e da statue. Fin dal tempo di Teodosio il grande era circondato in largo da un muro per custodirlo, forse costruitovi da Aureliano quando estese le mura dì Roma per includervi le Terme di Caracalla, il Campo Marzio, e tante altre belle fabriche. I Greci, ed i Romani sotto Belisario ne profittarono per fortificarvisi, e guardare la testa del ponte; ma assaliti dai Goti, se ne difesero colle statue a pezzi, una delle quali è il Fauno, trovatovi da Urbano VIII, nel compirne le fortificazioni; ed altre rinvenute da Alessandro VI.

Si pretende, che le 24. belle colonne di paonazzetto, ora nella Basilica di s. Paolo, appartenessero a quel portico, toltene da Teodosio; ma dal discorso di Procopio rilevasi, che si vedeva l'anno 536. intatto ancora il Mausoleo colle sue statue, che non potevano esistervi senza il colonnato; e confrontata la misura delle colonne di 46. palmi all'intervallo fra il quadrato predetto, e gli avanzi delle volte, quelle sono molto più alte.

Stampa antica Castel Sant'Angelo di Roma

Circa la metà del secolo VIII, le mura della città, che lo circondavano, costituivano come un Forte, munito di 6. torri, che chiamavasi ADRIANIO. Quando cominciarono le fazioni delle famiglie Romane prepotenti nel secolo X., chiamato il secolo di ferro, e per difendersi occupavano mano mano i grandi edifici pubblici, come diremo in seguito, il Mausoleo fu usurpato da vane famiglie, e poi da Crescenzio Nomentano, da cui per molto tempo fu chiamato Rocca, e Torre di Crescenzio. Dopo altre vicende il Mausoleo in gran parte ben conservato, e nel secolo XIII. ornato ancora di bassorilievi in marmo, fu distrutto, quale attualmente si vede, dal Popolo Romano per rabbia, dopo averne cacciato il presidio, che vi si sostenne mesi 6. a nome dei cardinali francesi, che non vollero aderire all'elezione del Papa Urbano VI. l'anno 1378., perché volevano nuovamente la Pontificia residenza in Avignone. Bonifacio IX., e Niccolò V. lo restaurarono alla meglio per fortezza; ma un fulmine cadutovi in cima sul deposito della polvere l'anno 1495., avendovi fatto gran danno, lo riparò Alessandro VI. Paolo III. lo nobilitò delle più belle fabriche. Pio IV. volendo migliorare tutto il borgo, detto da lui Pio, circondò di buone mura, e fossi la parte bassa verso il levante con disegno di Pirro Ligorio, che estese troppo il rivellino superiore verso il fiume. Urbano VIII, le compì nel resto come sono attualmente sotto la direzione del Bernini.

Più particolarmente parlando degli abbellimenti fattivi da Paolo III., vi è una loggia, che guarda i prati, ornata di stucchi di Raffaello da Montelupo, e di pitture del Sermoneta; internamente un salone dipinto da Pierin del Vaga, e varie stanze con pitture di Giulio Romano, e di altri. La statua di marmo dell'arcangelo, che è in Cima alla scala, fu scolpita dal medesimo Raffaello; ed esisteva in cima ove ora è l'altra di bronzo postavi da Benedetto XIV.; opera di Pietro Wanschefeld fiammingo, gettata da Francesco Giardoni.

Senza fondamento alcuno probabile si è spacciato da alcuni moderni, che in questa sommità fosse collocata in prima costruzione la pigna di metallo, ora nel giardino di Belvedere. Di questa si sa, che stava prima, da secoli antichi, nell'atrio della Basilica Vaticana; e da Gio. Antiocheno si ha, che sul Mausoleo vi era una quadriga di metallo grande in proporzione. Le stampe incise in rame, nelle quali si vede quella pigna; in questo come nel rimanente sono fatte d'immaginazione. Si ha una medaglia dell'anno 119. di G. Cristo, col solo ponte a 7. arcate, e 8. statue, o piuttosto trofei, che mal corrisponde al vero attuale.

La camera sepolcrale di Adriano, fatta di travertini, e peperini si vede quasi nel centro a mezza salita. Prima di arrivarvi vi era una scala perpendicolare, la quale portava da cima a fondo, e a vari piani di sepolcri. L'accesso attuale è moderno. Il Papa Innocenzo II.

Si prevalse dell'urna di porfido dell'imperatore per il suo sepolcro nella Basilica Lateranense.

In questo Castello vengono rinchiusi i prigionieri di stato, ed altri sovente; e nel tempo di sede vacante gli altri tutti. Questo comunica col Vaticano, che è distante più di 450. canne, col mezzo di un corridore coperto, costruito da Alessandro VI. nel 1500. sopra l'antico muro, con cui s. Leone IV. circondò il Vaticano; e nel quale poi Pio IV. aprì le grandi arcate per comunicare col dilatamento della città Leonina, cui fece in parte nuove mura, e nuove porte.

Questo corridore fu ideato per servire di rifugio in caso di sorpresa; e servì a Clenente VII. l'anno 1527. in tempo del sacco della città. Urbano VIII, lo fece coprire con tetto, restaurare in molti luoghi, e separare dalle case per maggior sicurezza.

Circa la metà della via sotto il Forte lungo la riva del Tevere fu l'antica porta Cornelia, detta ancora porta di s. Pietro, venne, forse per la predetta del Castello, qui trasportata, e toltane da Alessandro VI. perché angustiava la strada. Da questa principiavano le vie Aurelia nuova, e Cornelia, che diè il nome alla porta. Nel muro a sinistra, fatto col rivellino dallo stesso Pio V., vi è l'arme di lui col famoso motto GLOVIS; che tanto ha esercitato l'ingegno de' letterati, attribuendo alcuni l'arme a Clenente VII. Allorché Pio fece questo baluardo, slargò eziandio la strada verso il fiume; togliendone la nuova porta fattavi da Alessandro VI.

NUOVA DESCRIZIONE DE' MONUMENTl ANTICHI ED OGGETTI D'ARTE CONTENUTI NEL VATICANO E NEL CAMPIDOGLIO COLLE NUOVE SCOPERTE FATTE ALLE FABRICHE PIÙ INTERESSANTI NEL FORO ROMANO E SUE ADIACENZE COMPILATA PER USO DE' COLTI VIAGGIATORI DAL SIG. AVV. D. CARLO FEA - ROMA MDCCCXIX - 1819