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LA FONDAZIONE DI ROMA

Cesare Pascarella

Cesare Pascarella

letto da Tino Buazzelli

seconda parte

V

Ma Romolo che insomma c'era nato,

Quello, me capirai, per quanto sia,

Sapeva er punto de la giografia

Der sito dove avrebbe fabbricato.

Per cui subito ch'ebbe ridunato

Er popolo co' quela simpatia

Der tatto de la sua diplomazia,

Piano piano, senz'esse esagerato,

Je fece: Dice, è inutile che famo,

Tanto, sapete, dice, un antro sito

Mejo de questo qui nu' lo trovamo;

Percui, dice, io me fermo e in quanto ar resto,

Come sarebbe a di' la fondazione,

Fece, er progetto mio sarebbe questo.

VI

Prima de tutto che se vadi piano;

Perch'io, prima de tutto, ordino e vojo

Che ogni cosa che noi mettémo mano

Se finisca, si no nasce un imbrojo.

Per conseguenza, dunque, in mezzo ar piano,

Dove che sorte fora quelo scojo,

Io direbbe de fa' er foro romano.

Sopra je ce se mette er Campidojo.

Vor di' che poi, si a loro je piace

De fasse er Coloseo, l'arco de Tito,

La Rotonna, le Terme, er Tempio in Pace

E tutto er resto, noi tutto er lavoro

Che famo se lo troveno finito;

Ar resto poi ce penseranno loro.

da Storia Nostra di Cesare Pascarella