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Statua di Santa Cecilia

Marchese De Sade - Viaggio in Italia

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Santa Cecilia. Il più bei pezzo di questa chiesa è indubbiamente costituito dalla statua della santa, opera di Stefano Maderno, posta nella parte inferiore del baldacchino dell'altare maggiore. È un bel fiore colto quasi sul nascere. Cecilia andò sposa giovanissima e accadde proprio nei primi tempi del suo matrimonio che fu assassinata nel bagno. Le ferite dei suoi assassini si vedono sul suo bei collo tutto scoperto. Vi si notano i tre colpi di spada con i quali fu ferita. Il sangue sgorga, e il modo in cui ella cadde, indubbiamente spirando per questa morte violenta, è quello in cui l'ha colta l'artista. E almeno sicuro che ella è ripresa proprio come fu trovata nelle catacombe di San Sebastiano. La stessa camicia che indossava nel bagno è quella che la ricopre; la finezza del drappeggio che essa forma e la maniera sapiente con cui lascia intravedere i contorni, sono una cosa veramente sublime. Cecilia era piccola ma delicata, un gioiello da dipingere. L'artista ha conservato tutte le grazie del modello e la morte che la gela sembra, se è possibile, renderla ancora più interessante. l viso, cinto da un semplice fazzoletto, è girato verso la terra in un atteggiamento un po' forzato, ma vi si riconosce tutta l'estensione dell'estrema angoscia. Le mani delicate sono distese, e qualche dito è contratto, come per l'effetto di un'agonia improvvisa e forte. È un cadavere gettato lì ma nel quale si rappresenta ancorala delicatezza e la sveltezza di una giovanotta di diciassette o diciotto anni, interessante e graziosa. Spira un senso di verità così sorprendente in questo pezzo divino, che non lo si può vedere senza rimanere commossi. Credo che una tale rappresentazione, vista da qualcuno che avesse avuto qualche vivo interesse verso lo sventurato modello e che avesse provato la stessa sorte, sarebbe fatta per produrre forse un'impressione ancora più forte dello stesso cadavere. L'effetto potrebbe esserne pericoloso. Chiedo scusa se mi dilungo, forse un po' troppo, su questo pezzo. Il mio gusto e i miei sentimenti sono quelli di un dilettante di secondo ordine: non ho altre pretese. Ma confesso che è la modernità di Roma che mi ha fatto provare una sensazione così viva.

Il baldacchino dell'altare maggiore di questa chiesa è sostenuto da quattro belle colonne di marmo nero e bianco a filetti, di suprema rarità. Esse sono antiche, e forse appartenevano all'abitazione di questa giovane romana, che sorgeva sullo stesso luogo dove oggi si vede la chiesa. In fondo alla chiesa, sulla parete dell'emiciclo, vi è un qua. È ripresa nello stesso atteggiamento in cui fu ritrovata nelle catacombe di San Sebastiano quadro attribuito a Guido rappresentante il martirio della Santa, a questo pezzo mi è sembrato freddo; a stento vi si riconosce il suo stile e io non credo che sia opera di questo artista. Sull'altare maggiore, di forma gotica e girato verso la porta secondo l'uso antico, si vede un piccolo medaglione a due facce. Dal lato della porta vi è una bella Vergine di Annibale Carracci, e dall'altro un Crocifisso, ma di mano inferiore. Sotto questo altare vi è il corpo della Santa. L'insieme della chiesa è di forma gradevole e le navate sono sostenute da graziose colonne di stucco. Essa appartiene ad un ordine di suore benedettine. Vi si vedono parecchie tombe di cardinali, assai stimate ma che non hanno nulla di poetico o di sublime.

Una parte della casa della Santa è stata conservata pressappoco come era in origine; si tratta dello stesso bagno in cui la fanciulla fu sgozzata. Si vede il punto dove si trovavano due vasche, le piastre di rame contro le quali erano appoggiate, i tubi, i condotti, i rubinetti d'acqua calda e, in una parola, tutto ciò che fa parte dei locali di questo tipo. Dopo aver visto la bella statua del Maderno, questo posto diventa del massimo interesse, e non ci si può impedire di considerarlo con una certa emozione.

In questo luogo è stata eretta una cappella, sull'altare della quale vi è il Martirio della Santa, copia di quello, crudo, di Guido, del quale ho parlato prima. Di fronte alla porta, appoggiato sulla parete della sagrestia, vie un altro quadro di Guido, mal conservato, rappresentante un'apparizione d'angelo a questa giovane martire. Nella sagrestia una piccola Vergine, non di Raffaello, come affermano i sagrestani, ma dei suoi allievi. Nei pressi vi sono due quadri del Vanniche si stanno deteriorando nel sotterraneo dove venivano conservati prima, uno dei quali rappresenta il Seppellimento della Santa, mentre l'altro ha un soggetto molto diverso, e cioè il matrimonio di Cecilia, celebrato da un Papa, Urbano i. Nel sotterraneo che, a causa della grande elevatezza di tutte le costruzioni moderne di Roma, doveva indubbiamente corrispondere al pianterreno della casa di Cecilia, si vedono quattro piccoli altari formati da altrettante belle urne antiche, nelle quali riposano i corpi di diversi martiri. In uno di questi altari vi è un'iscrizione di Papa Gregorio VII, pontefice della fine dell'XI secolo, che attesta che egli fece la dedicazione di questo altare.

Non si può uscire da questa chiesa senza prima avere ammirato sulla volta un pezzo assai piacevole del Conca che rappresenta il Trionfo della Santa.