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FORO ROMANO

Tempio di Saturno

Il Tempio di Saturno con a sinistra il Carcere Mamertino ed in fondo la Chiesa dei Ss. Luca e Martina, l'Arco di Settimio Severo e la Curia Giulia
Il Tempio di Saturno con a sinistra il Carcere Mamertino ed in fondo la Chiesa dei Ss. Luca e Martina, l'Arco di Settimio Severo e la Curia Giulia

Passando a considerare quanto esisteva nel lato minore del foro corrispondente verso settentrione e sotto al colle Capitolino, e seguendo la via Sacra che dal medesimo foro saliva sino sull'Arce secondo la determinazione stabilita dalle reliquie superstiti e dalle autorevoli notizie esposte da Varrone, si presentava primieramente quel tempio di Saturno che fu eretto nel luogo in cui stava sino dai tempi più vetusti un'ara consacrata allo stesso nume, come fu dimostrato tanto nella descrizione dell'epoca Anteromana quanto nella Reale. E su tale posizione è d'uopo in precedenza osservare che si è precisamente nel giungere da vicino allo stesso tempio che si cominciava a salire; per cui aveva principio quel clivo che denominatasi Sacro, per essere in continuazione della via Sacra, ed anche Capitolino dal colle su cui metteva. E nello stesso cominciamento accadeva quanto venne accennato da Cicerone sull'uso che avevano i trionfatori d'inviare nel carcere gli inimici condotti nel trionfo. Siffatta disposizione venne chiaramente contestata dalle recenti scoperte, che fanno conoscere precisamente avere il clivo girato a destra verso il luogo occupato dal carcere Mamertino, e poscia voltando a sinistra giungeva sul colle pio di Saturno si rende opportuno l'osservare che Dionisio, nel dichiarare che nel tempo dei due primi consoli fu eretto tale edifìzio, dimostrava essere stato esso precisamente collocato lungo la via che dal foro metteva sul Campidoglio, ove stava la detta ara che si credeva collocata da Ercole.

La sua edificazione però si appropriava, secondo la più approvata tradizione, a Tito Largio, benché vi fossero alcuni che l'attribuissero a Tarquinio Superbo: ma di seguito asseriva egli essere stato il tempio dedicato da Postumio Cominio per ordine del senato. E siccome è ora resa ben palese, in seguito delle più recenti scoperte, la posizione in cui aveva principio verso il foro il suddetto clivio Capitolino; così solamente dalla esposta notizia può stabilirsi autorevolmente la corrispondenza del medesimo tempio di Saturno in quella reliquia di fabbrica riedificata nel tempo della decadenza dell'impero e costituita da un pronao con otto colonne joniche. Quindi attribuendo la indicazione esposta da Macrobio sul senaculo, posto avanti al medesimo tempio, a quello che secondo Festo stava collocato tra il Campidoglio ed il foro nel luogo occupato poscia dal tempio della Concordia, si viene a determinare la fronte del tempio avere precisamente corrisposto verso il suddetto senaculo , come appunto vi corrispondeva il tempio determinato dalla suddetta reliquia. Ed infatti Servio, nell'accennare il luogo in cui stavano riposte le credute ossa di Oreste, dichiarava apertamente il tempio di Saturno collocato avanti al clivo Capitolino e vicino al tempio della Concordia che venne eretto nel luogo occupato dal detto senaculo.

Corrispondente inoltre in un lato nel foro si dimostra da Macrobio coll'autorità di Varrone nell'accennare che si credeva il tempio stesso stabilito da L. Tarquinio e dedicato da Tito Largio dittatore, la quale posizione si contesta pure coll'indicazione registrata nell'antico calendario amiternino. Da altra indicazione, esposta da Varrone stesso, si conosce essere stato il tempio di Saturno collocato nelle fauci Capitoline, ed avere avuto la parte posteriore apparente, perché stavano scritte ivi le leggi sui privati edifizj. E siccome per fauce s'intendeva precisamente solo una angusta e ristretta via praticata tra due monti, come si dichiara da Servio; così si viene a contestare una simile posizione per il tempio, la quale corrispondeva infatti nell'accesso alle due sommità del colle Capitolino. Anche con maggiore precisione vedesi contestata la stessa posizione da Sesto Aurelio Vittore e da Servio in particolare nell'indicare essere stato il tempio di Saturno collocato sotto al clivo Capitolino; perciocché il luogo, in cui esiste la detta reliquia, corrisponde precisamente al di sotto del medesimo clivo, né tale precisa indicazione si può mai convenientemente appropriare ad altro luogo. Inoltre Plutarco, nel dire come nel medesimo tempio era stato stabilito da Valerio Publicola dopo la espulsione dei re il tesoro pubblico, dimostra tale edifìzio essere stato tutto l'intorno scoperto e sicuro dalle insidie.

E ben siffatta condizione si trova verificare nell'accennato monumento, che vedesi infatti tutto l'intorno isolato, quantunque stasse ai piedi del colle; mentre in nessun altro luogo della medesima località trovasi presentare la condizione stessa. In fine poi si conosce che congiunta al medesimo edifizio stava una cella consacrata ad Ope, nella quale si conservava pure il danaro pubblico, come in particolare vedesi accennato da Cicerone. Dal medesimo oratore si dimostra ancora essere stato l'edifizio tutto elevato sopra alti gradi, che non facilmente si potevano salire. E si è a tale luogo che si deve appropriare quanto venne riferito da Livio a riguardo dell'edifizio in cui si conservava il denaro riserbato detto da lui Erario più santo. E rinvenendosi ad un tempo nel calendario amiternino registrato il tempio di Saturno e quello di Ope nel foro, come pure nel capranicense stabilite le are di Ope e di Cerere nel vico Jugario, viene anche in miglior modo contestata la stessa posizione; giacché il vico Jugario aveva principio precisamente nel foro dal luogo in cui si trovava esistere il suddetto monumento.

E né il tempio di Saturno, dovendo trovarsi ad un tempo nel foro e nel vico Jugario, poteva avere altra situazione di quella indicata. Non vi è forse altro edifizio del foro che si trovi con tante precise notizie determinato. Esse concordano tutte nel luogo occupato dal monumento composto da otto colonne joniche coll'iscrizione relativa ad un ristauro fatto dal senato e popolo romano dopo di un incendio; giacché solo al medesimo luogo si possono appropriare le suddette condizioni; cioè di essere eretto nel principio della via che metteva dal foro al Campidoglio, come replicatamente ne scrisse Dionisio; di essere posto nell'infima parte del clivo Capitolino, secondo Festo; di avere nel davanti il senaculo al dire di Macrobio; di essere stato collocato avanti al clivo Capitolino e vicino al tempio della Concordia stabilito nel luogo del senaculo, come si deduce da Servio; di avere corrisposto nel foro, come si attesta da Macrobio coll'autorità di Varrone; di avere la parte posteriore visibile, ed avere corrisposto precisamente nelle fauci Capitoline, secondo Varrone; di essere stato situato sotto al clivo Capitolino, secondo Sesto Aurelio Vittore e Servio; di essere tutto l'intorno scoperto alla vista, secondo Plutarco, e di avere corrisposto per una parte nel foro e per l'altra verso il vico Jugario, secondo i calendari amiternino e capranicense. In seguito di queste tante valevoli determinazioni si può decisamente stabilire il tempio di Saturno nell' indicata posizione, ed ivi in conseguenza doveva essere collocato pure l'Erario propriamente detto, che era in tutto il tempo dell'epoca ora considerata amministrato dai questori, e quindi pure le edicole di Ope e di Cerere che al medesimo edifizio erano unite.

ESPOSIZIONE TOPOGRAFICA DI ROMA ANTICA - LUIGI CANINA - ROMA - DALLO STABIL. TIPOGR. DI G. A. BERTINELLI - MDCCCLV. 1855

Foro Romano

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