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FORO ROMANO

Tempio dei Castori

Tempio dei Castori
Tempio dei Castori

Dal lato di questo tempio verso l'Arco di Tito si è trovata la selciata con sotto una cloaca, che ora pure trae l'acqua piovana. Era la strada, alla quale metteva l'altra, che scendeva dal Palatino, e dall' Arco di Tito, trovata intera nel 1779. alla profondità di forse 15. piedi, -presso l'angolo degli Orti Farnesiani oltre s. Maria Liberatrice; altra ne proveniva dalla Via Sacra; sulla quale doveva essere l'Arco Fabiano; e poi passando fra il tempio di Vesta, e quello di Castore, e la Curia andava al Foro. Per questa passò Orazio Fiacco annoiato da quel compagno; e per questa, e per la superiore dovevano salire i libri di Ovidio, e di Marziale, per andare al palazzo de' Cesari, così diretti dagli autori. Altro ramo di strada sarà passato dalla Via Sacra innanzi al tempio di Castore; poi fra questo, e quello di Cesare pure al Foro. Il gran fondamento della Curia si è trovato nello stesso scavo, dopo la fonte di Castore, alla distanza di palmi 40. dal tempio; e alquanto più basso del piantato di questo, ma quasi parallelo. Il grosso muro, piano come per un letto di travertini, corrisponde a quelli più alti vicini, incorporati col granaro. Se si esamina bene lo spazio interno di questi muri, che forma un vasto salone, con finestre in alto, e alta scala per arrivarvi; non potrà dubitarsi, che ivi fosse la Curia, già Ostilia, ristaurata da Silla, poi rifatta da Augusto detta Giulia, dopo l'incendio per l'abbruciamento del cadavere di Clodio. Qui dentro saranno stati i Fasti consolari prima di quell' ultimo incendio, trasportati in seguito ai tempio di Castore, e Polluce. Quando ne fu tolta l'ara della Vittoria al tempo di Teodosio il grande, dopo tanti contrasti di Simmaco contro Prudenzio, e s. Ambrogio, vi restò la statua della medesima, d'oro, o dorata, come monumento d'arte; secondo la massima spiegata dallo stesso imperatore per bocca di Prudenzio. Queste sono le fabriche sul Foro, e vicino al Foro, scoperte da non potersene più questionare. Curia, Carcere, Erario, Zecca, tutte vi stavano bene contigue, secondo le regole solite, ricordate da Vitruvio. Resteranno ancora incerte le altra vicine alla Curia, il Comizio, la Grecostasi, i Rostri, e tante atre cose per ii tempo futuro, e per opere critiche. Se tutto il Foro nuovamente potesse rivedere la luce; per quanta strage se ne sia fatta in secoli barbari veramente; le belle cose, e le erudite in particolare, che si troverebbero, sarebbero infinite; argomentandolo dalle suddette, ed altre iscrizioni, e marmi trovati in tutti gli scavi, da quelli del secolo XVI. e del XVIII. fino agli attuali.

NUOVA DESCRIZIONE DE' MONUMENTI ANTICHI ED OGGETTI D'ARTE CONTENUTI NEL VATICANO E NEL CAMPIDOGLIO COLLE NUOVE SCOPERTE FATTE ALLE FABRICHE PIÙ' INTERESSANTI NEL FORO ROMANO E SUE ADIACENZE, COMPILATA PER USO DE' COLTI VIAGGITORI DAL SIG. AVV. D. CARLO FEA Presidente alle Antichità Romane, e socio ordinario dell'Accademia Archeologica Romana. ROMA MDCCCXIX. 1819

Foro Romano

Piantine del Foro Romano