È Chiesa antichissima, e Diaconia cardinalizia,
e collegiata, fabbricata (come alcuni dicono) da Costantino il Magno.
Fu ristorata del 1196, regnante Celestino III che la consagrò
di nuovo.
Ella fu rifabbricata ultimamente col portico
per un legato del canonico Moroli, concorrendo alla spesa anche
il Capitolo, e ne fu architetto Antonio Canevari. Nella prima cappella
a destra il san Carlo dell'altare è opera di Pietro Paolo
Baldini.
Nell'altare vicino alla sagrestia
è colorita con diligenza l'Annunziata dal cavalier Ottavio
Lioni Padovano. Il quadro, che è nel fondo del coro, e rappresenta
il martirio di s. Eustachio, che si dice essere stato
messo in un toro di metallo, fu colorito da Francesco Fernandi.
L'altare ricco di pietre rare, e bronzi dorati fu fatto fare magnificamente
col disegno di Niccola Salvi dal Sig. Card. Neri Maria Corsini
Diacono di questa chiesa, avendovi riposti i corpi di s. Eustachoi,
e delle due s. Teopiste l'una sua moglie, e l'altra sua figlia,
e di sant'Agapito suo figliuolo con solennità grandissima.
I due quadri della crociata, uno della Visitazione di s. Elisabetta,
e l'altro di s. Girolamo, sono di Giacomo Zoboli Modanese,
smbedue di stima, ma specialmente quello di s. Girolamo,
dove ha superato se stesso.
La cappella di s. Michele, rifabbricata dalli signori
Curiali di Collegio, è riuscita maestosa, ovest'è
oggi il bellissimo deposito di pietre rare, fatto per lo defunto
monsignor Silvio dei Cavalieri, che fu segretario di Propaganda
Fide.
Incontro alla porta di questa chiesa, nelle facciate d'una casa,
che fa cantone, dipinse la conversione, il battesimo, ed il martirio
di sant'Eustachio, Federigo Zuccheri.
Le schede informative sono tratte da
Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in
Roma di Filippo Titi
stampato da Marco Pagliarini in Roma 1763
Chiesa di Sant'Eustachio
Negli antichi documenti si trova denominata in Platano, per un albero che ivi cresceva. Già nel vii secolo dava il nome alla regione e nell'827 Gregorio IV le donò paramenti sacri. Nel 958 i suoi prelati ebbero una lite giudiziaria con l'abate di Farfa per certi diritti da questo accampati su due chiesette limitrofe. Nel 1195 Celestino III la riedificò e vi aggiunse il campanile quadrato che ancora vi si osserva. È erronea, però, l'affermazione di alcune guide, che cioè le campane siano quelle del borgo di Castro in Sabina, raso al suolo per ordine di Innocenzo X (1644, Pamphily) per la complicità sua nell'assassinio del vescovo di Magliano. Nel 1547 in questa chiesa fu battezzato Alessandro Farnese, duca di Parma e capitano nella guerra di Fiandra. Nel 1856 fu nuovamente restaurata sotto la direzione dell'architetto Martinucci. Portico. - A destra: sepolcri del professore de Angelis (1850), del filologo Cecilia (1857) con una epigrafe in distici del Vannutelli. A sinistra: sepolcro del conte Giovanni Giraud (1813) scrittore di commedie. Interno. - A destra: 1. Cappella: La Sacra Famiglia, di scuola moderna. Monumento a Luigi Greppi (1673). Nel passaggio dalla prima alla seconda cappella: sepolcro di Caterina Mangiatordi-Ruga e di sua sorella (1856)1. - 2. Cappella: L'Annunciazione di Ottavio Lioni - 3. La Trinità, d'autore incerto. Altar maggiore: fu costruito da Nicola Salvi, ed ha una antica urna di porfido rosso adorna di bronzi dorati nella quale si conserva il corpo di S. Eustachio. Il quadro sull'altare, che rappresenta il Martirio del Santo, è di Francesco Fernandi; le due pitture laterali: la Visitazione e S. Girolamo sono di Giacomo Zoboli. Cappelle a sinistra: 1. Sacro Cuore di Maria, d'incerto. - 2. S. Michele Arcangelo di Giovanni Bigatti. Sepolcro di Silvio Cavalleri (1717) segretario di Clemente XI (Albani). Sepolcro di Teresa Tognoli-Sammorati (1807). 3. S. Giuliano di Biagio Puccini, di Lucca.
LE CHIESE DI ROMA GUIDA STORICA E ARTISTICA DELLE
BASILICHE, CHIESE E ORATORII DELLA CITTÀ DI ROMA
DIEGO ANGELI