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Chiesa della SS. Trinità dei Monti

Chiesa della SS. Trinità dei Monti
Chiesa della SS. Trinità dei Monti

Piazza della Trinità dei Monti, 3, 00187 Roma

Orario
Da martedì a domenica ore 6.30 - 20.00 Giovedì ore 6.30 - 24.00 Lunedi chiusa
Orario Messe: Mar-ven ore 18.00 Sab ore 12.30 Dom ore 11.00

Questa chiesa col monastero è dei Frati Minimi Francesi di s. Francesco di Paola. Fu fondata dal re di Francia Carlo VIII ad instanza di detto Santo del 1494, e del 1595 fu consagrata, e poi abbellita di cappelle, e pitture singolari dai cardinali Matisconese, e di Lorena, e da altri personaggi.
Nell'altare della prima cappella a man destra il quadro a olio col Battesimo di Cristo, le facciate laterali, la volta, ed il resto ad affresco, dove è il ballo d'Erodiade, la Decollazione, e altri fatti di s. Gio. Batista, sono tutte pitture di Battista Naldini.
Il quadro di s. Francesco di Sales nell'altare della seconda cappella fu dipinto da Fabbrizio Chiari. V'eran pitture a chiaroscuro, dei miracoli di detto Santo, ma non vi son più.
Col disegno di Daniello da Volterra fu dipinta la terza cappella contigua della sig. Lucrezia della Rovere, dove è rappresentata l'Assunta. In un laterale è la sua Presentazione al Tempio dello stesso Daniello, che fece anche i cartoni per la strage degli Innocenti, dipinta poi da Michele Alberti Fiorentino suo scolare. Altri hanno creduto queste pitture disegnate da Daniello, ma colorite da Gio. Paolo Rossetti suo allievo.
Le due istorie, che sono negli archi di sopra, cioè l'Annunziata, e la Natività di Cristo, li due figuroni negli angoli di fuori, e sotto nei pilastri i due profeti, sono di Daniello, ma altri le credono colorite dallo stesso Rossetti: l'istorie delle Vergini nella volta sono di Marco da Siena, e di Pellegrino di Bologna con suoi cartoni. In una delle facciate la Natività della Vergine è del Bizzera Spagnuolo; e nell'altra l'uccisione degli Innocenti è colorita, come si è detto, da Michele Alberti.
La cappella, che segue con s. Michele Arcangelo è pittura a olio di mano del signor Domenico Corvi Viterbese allievo di Francesco Mancini. La volta con varj misteri della Passione è di Paris Nogari.
Seguono altre due cappelle, ed in quella contigua è colorita la Natività di Cristo con altre pitture ad affresco d'ogni intorno, opera (per essere antiche) di buona mano.
Nella croce della chiesa dalla medesima banda sono molte pitture nella volta, e da per tutto, e fra l'altre v'era il Giudizio, e benchè fosse mal condotto, vi si vedeva non so che di terribile, e vario nell'attitudini, e gruppi di quegli ignudi, il tutto condotto da un Siciliano, che serviva Michelangelo Buonarroti. Ora è demolito, e fattavi la cappella di s. Francesco.
L'altar maggiore è stato abbellito, e rimodernato, e l'architettura è di Monsù Giovanni Sciampagna Francese, che vi ha fatto di stucco il mistero della ss. Trinità, e di sopra Angioli, e puttini, e dai lati le statue di s. Francesco di Paola, e di un altro Santo.
Dalle bande di quest'altare sono due cappellette, fatte ultimamente col disegno del medesimo architetto. In quella dalla parte dell'epistola è un quadro dipinto dal Piccione con Maria Vergine, Gesù, e s. Giuseppe coll'Angelo; e nell'altra vi hanno trasportato il quadro di Federico Zuccheri, dove è la Coronazione di Maria Vergine, che era in un lato della crociata da questa parte.
Nel braccio della crociata suddetta il cardinale Lorenzo Pucci Fierentino fece dipingere a Perino del Vaga varie istorie di Maria Vergine, cioè le quattro, che sono nella volta, ed una nella facciata sotto l'arco, e fuori di quella sopra un arco della cappella due profeti grandi, Isaia, e Danielle, con due puttini in mezzo, che reggono l'arme di detto cardinale, le quali opere mostrano quel, che può perfettamente mostrare una pittura fatta da un artefice grande.
L'Assunta con gli Angioli, ed Apostoli, che quì si vede dipinta ad affresco, è bell'opera cominciata da Taddeo, e finita da Federigo Zuccheri; e li profeti, ed altre cose ad affresco, furono condotti con disegno, ed invenzione di detto Federigo.
La cappella, che segue, passata la contigua da questo lato, che è dei sigg. Massimi, ha la tavola a olio dell'altare con Nostro Signore, quando apparve a s. Maria Maddalena. Nelle lunette quattro istorie della medesima ad affresco, e le pitture nella volta son tutte opere di Giulio Romano, fatte con l'aiuto di Gio. Francesco suo cognato: le altre dai lati, che sono la Probatica Piscina, e la Resurrezione di Lazzaro, con le più picciole due per parte, sono di Perino del Vaga.
La cappella contigua è quella della Croce, fatta dipingere a Daniello da Volterra dalla signora Elena Orsini. Nella tavola dell'altare colorì la Deposizione di Cristo dalla Croce, ch'è una delle prime tavole di Roma, e l'è dato il primo luogo dopo quella di Raffaello, ch'è in s. Pietro in Montorio, talchè si sospetta, che il Bonarroti ne abbia dato il pensiero, o anche fatto il disegno. Vero è, che nel colorito ha alquanto patito. Nell'arco sopra la volta sono effigiate due sibille; e nella volta quattro istorie della Croce trovata da s. Elena. Dai lati della cappella ne sono due per parte; e sotto son altre pitture, ornamenti, grottesche, e varj scompartimenti di stucco, con due istoriette di bassorilievo. Quest'opera fu condotta da Daniello in sette anni con fatica, e studio inestimabile, ma con qualche durezza. Fu tuttavia molto stimata, e tenuta per bellissimo lavoro.
La cappella seguente ha nel quadro dell'altare dipinta la Nunziata, dalle bande la Creazione del Mondo, Adamo, ed Eva, con un bel paese di mano di Cesare di Piemonte, bravo in quel genere, ed all'incontro la Natività di Cristo; nella volta le Istorie di Maria Vergine, nei pilastri i profeti, e tutta la cappella è dipinta ad affresco con buona maniera, e franchezza da Paolo Cedaspe Spagnuolo.
L'ultima cappella dei sign. principi Borghesi ha sopra l'altare un Crocifisso con figure a olio, ed il rimanente della cappella con misterj della Passione ad affresco tutto di mano di Cesare Nebbia d'Orvieto. In una tavoletta la Coronazione di Maria Vergine è opera di Jacopo, detto l'Indaco; e la sepoltura del Pierini con due puttini di bassorilievo, è di Lorenzetto.
La prima istoria gran nel claustro del convento a mano destra, dove è figurata la Canonizzazione di s. Francesco di Paola, fatta da Papa Leone X, fu ben colorita dal cav. d'Arpino, e questa gli recò gran nome.
Alcune istoriette pur a mano destra, e nella porta del convento la Carità, sono di Girolamo Massei; ed il s. Francesco, che medica la coscia ad un infermo, sopra la porta, che entra in chiesa, è del cav. Roncalli.
Diversi altri fatti del Santo sono di Paris Nogari, condotti in varj tempi, che dalla sua maniera si conoscono. Gli altri, quando il re di Francia lo riceve, ed allora, che il Santo dal card. Giuliano fu accolto, e quando il re, ed il consiglio di Parigi ammessero la sua Regola, sono pitture ad affresco di Giacomo Semenza.
Delle altre istorie a mano manca la prima è la Natività del Santo; la seconda il Battesimo; la terza, quando prese l'abito; l'altra, quando in età d'anni 15 andò all'eremo; la quinta, allora che vi principiò un monastero; e l'ultima, quando li fu dato il sussidio per la fabbrica, e sono tutte opere di Marco da Faenza.
Tutti li re di Francia, con li loro adornamenti, furono dipinti ad affresco da Avanzino Nucci da Città di Castello. Due pitture nei corridori sopra a questo claustro, che sono paesi, ma veduti dal punto, rappresentano all'occhio due figure, sono fatiche del P. Gio. Francesco Nicerone dell'Ordine dei Minimi, che ha dato alle stampo un libro di prospettive studiosissimo, intitolato, Thaumaturgus Opticus.

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