Piazza del Popolo, 12, 00187 Roma, Italia
Orario
Tutti i giorni ore 7.30-12.30 / 16.00-19.00 Venerdì e sabato: ore 7.30-19.00
Orario Messe: Feriali: ore 8.00; 10.00; 18.30 Festivi: ore 8.00; 10.00; 11.00; 12.00; 13.00 e 18.30
Periodo Rinascimento
Gli Osservanti di Sant'Agostino della
Congregazione di Lombardi possiedono questa chiesa, edificata da
Pasquale II, vicino alla porta del Popolo. Al 1410, Sisto IV
la rifece col disegno di Baccio Pintelli. Giulio II l'arricchì
di pitture, ed ornamenti; ed ultimamente fu ristabilita da Alessandro VII
con architettura del Bernini.
Fu la prima cappella a mano destra, di Casa della Rovere, architettata
da Baccio suddetto, dove sono due sepolcri, in uno dei quali
sono sculture
antiche assai buone, e l'altare dedicato al santo Presepe, e a San Girolamo,
la pittura del quale, come di tutta la cappella, è di Bernardino
Pinturicchio.
La seconda cappella è della nobilissima fa Cybo, dove è
una bella tavola del Maratta sul muro a olio. È tutta incrostata
di marmi col disegno del cavalier Fontana. La cupola
è dipinta dal Garzi. I due busti dei cardinali Cibo
sono sculture
del Cavallini. Dei due quadri laterali uno è di Gio.
Maria Morandi, e uno di M. Daniello.
La terza cappella, con l'immagine di Maria Vergine, e Sant'Agostino,
era dipinta del detto Pinturicchio; ed in quella, che segue, non
v'è cosa notabile, fuori che le lunette del medesimo, e le
sculture
dell'altare, e i sepolcri rispettabili per l'antichità.
Nella Croce della chiesa è un quadro, che rappresenta la
Visitazione di Sant'Elisabetta, dipinto dal detto Morandi;
e dei due Angioli di marmo dai lati, quello dalla parte dell'Epistola
è di Gio: Antonio Mari, e l'altro è d'Ercole Ferrata.
La cappella contigua all'altar maggiore, passata quella di santa
Lucia, in cui il quadro è di Luigi Garzi, ha il quadro con
San Tommaso di Villanova, che dispensa elemosine, colorito
da Fabbrizio Chiari. La cupola
della chiesa è pittura del cavalier Vanni, come anche li
quattro angoli.
L'immagine di Maria Vergine nell'altar maggiore si dice di mano
di San Luca, postavi da Gregorio IX. Dentro al coro sono
due superbissimi sepolcri con statue, di cui la più stimata
è la Temperanza con l'orivolo in mano, opere di Andrea Contucci
dal Monte a Sansovino: per di sopra all'altare sono Angioli di stucco,
e dai lati due statue dei Santi della Religione.
Segue poi la cappella dei signori Cesari, che ha il quadro
dell'Assunta dipinto dal grande Anibale Caracci,
con le pitture dalle bande di Michelangelo da Caravaggio.
La tavola, e i due quadri son molto deteriorati nell'aver preteso
di pulirli. L'istorie dipinte aa affresco
nella volta
son d'Innocenzo Tacconi; ed il rimanente di Giovanni Batista da
Novara. La Nunziata sull'ingresso di questa cappella è di
Giacomo Triga. Le statue e pitture in quella contigua dei signori
Teodoli sono di Giulio Mazzoni.
Nel quadro d'altare, posto nell'altro braccio di croce
della chiesa, sono dipinti Angioli con gli istrumenti della Pasisone,
e Gesù fanciullo con Maria, e San Giuseppe, opera di
Bernardino Mei Senese; e degli Angioli di stucco
dai lati, quello della parte dell'Epistola è di Gio. Antonio
Mari, l'altro del Raggi; il tutto fatto con disegno del Bernini.
Le istorie della croce
dai lati nella cappella, che segue, son d'un Fiammingo, altri dicono
di Luigi Gentile. Nell'altra del sigg. Millini il quadro dell'altare
con Maria Vergine, e San Nicola da Tolentino, è d'Agostino
Massucci scolar del maratta, e le pitture ad
affresco sono di Giovanni da San Giovanni; e il
deposito del cardinale Garzia, e quello d'Urbano Millini sono fatti
col disegno dell'Algardi, e il ritratto del cardinal Savo è
di Stefano Monnot.
Della cappella, che segue, dei signori Chigi, dedicata alla B. Vergine
di Loreto, Raffaello da Urbino fece il disegno, e fu cominciata
a dipingere da fr. Sebastiano del Piombo coi cartoni dello stesso
Raffaello, che fece anche quelli dei mosaici
(i quali vanno in stampa in più pezzi) come anche delle pitture
del fregio
sotto la cupola,
e di quelle dei quattro tondi, e parte della tavola, che poi
dipinse Francesco detto il Salviati. I tondi sotto la cornice si
dicono cominciati da Raffaello, proseguiti da fr. Bastiano, e terminati
dal detto Salviati. Le altre pitture nelle lunette furono condotte
ultimamente dal cavalier Vanni. Nelle cantonate sono quattro statue
di marmo: l'Elia, e il Giona sono sculture
di Lorenzetto con disegno di Raffaello, le due
moderne con i sepolcri, e altri ornamenti furono fatte dal cavalier
Bernini; e il paliotto di metallo con bassorilievo
è lavoro del suddetto Lorenzetto.
Nell'ultima cappella è il quadro, che rappresenta il Battesimo
di Cristo, opera condotta da Pasqualino dei Rossi. Nella terza
colonna
della chiesa dalla parte dell'Epistola, è una testa dipinta
in rame da Francesco Ragusa. Il sepolcro del Gisleni architetto
fu fatto col pensiero del sig. Orazio Quaranta, col ritratto fatto
da Ferdinando, di gran nome in genere di ritratti; e li due dipinti
a olio, in un sepolcro vicino ad una delle porte della chiesa verso
Roma, sono di mano di Francesco Rosa: il sepolcro di monsignor Rondanini
è scultura,
e disegno di Domenico Guidi, ed è vicino alla cappella dei Chigi.
Sparsi per la chiesa sono altri depositi. Quello del cardinal Albani
nell'ultimo pilastro nella navata
destra è scultura
di Gio. Antonio Paracca. Quello del vescovo tesoriere di Paolo III
nel braccio sinistro della crociata, è di Giacomo della Porta.
Quello del marchese di Saluzzo è opera di Giovanni Batista
Dosio.
Nella navata
maggiore della chiesa sono diverse Sante di stucco
sopra gli archi, lavorate perfettamente da diversi col disegno del
Bernini. Le prime due a mano destra, entrando in
chiesa, sono di Francesco Rossi; delle seconde la prima è
del Morelli, la seconda del Naldini, le altre di Gio. Antonio Mari,
e le ultime da questa parte di Francesco dei Rossi.
Nell'arcone, che corrisponde alla cupola,
sono due Angioli, che reggono l'arme d'Alessandro VII, del
Raggi; ed entrando nella nave traversa si vedono due organi in forma
bizzarra, e per di sotto ad ogni uno è un Angiolo, ed un
putto, che reggono le armi del medesimo Pontefice, lavori del detto
Antonio Raggi.
Rientrando nella navata,
e seguitando il giro, le altre prime due statue di stucco
sopra gli archi sono d'Antonio suddetto; quelle, che seguono, del
Perone; le altre contigue, del medesimo Raggi; e le ultime, d'Ercole
Ferrata; e li due Angioli dalle bande dell'occhio della chiesa sono
di detto Ferrata. Le pitture dentro al coro sono del Pinturicchio.
Stradario Romano - Blasi - 1923