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Chiesa di Santa Maria dell'Anima

Chiesa di Santa Maria dell'Anima
Chiesa di Santa Maria dell'Anima

Periodo Rinascimento

- 1500-23 e 1843
Durante il quattrocento, la maggior parte di questa via, essendo fiancheggiata da proprietà della famiglia Mellini, era detta Mellina, o di Sant'Agnese. Dove ora sorge la chiesa di Santa Maria dell'Anima, nel 1500 si rinvenne una immagine di Maria seduta, avente due fedeli prostrati ai suoi piedi, simboleggianti due anime che pregavano, da ciò il nome della via. La chiesa è architettura di G. Sangallo. La sacra Famiglia sull'altare maggiore è di Giulio Romano; sepolcro di Adriano VI ultimo papa straniero (1523). Chiesa e attiguo ospizio vennero fondati da un tal Giovanni di Pietro, fiammingo, a benefizio dei suoi connazionali. (Blasi)
La chiesa dell'Anima, incominciata del 1400 per una lascita fatta da un tal Gio. Pietro Fiammingo, ed ingrandita mediante la liberalità della nazione Teutonica, per la quale vi è anche lo spedale.
La facciata non ha di notabile se non le porte di ordine Corinto, e di buona architettura, forse del vecchio Sangallo. Quella di mezzo è ricca per due colonne, e altre parti di quel bel marmo detto Portasanta.
Nel quadro del primo altare a mano destra è il santo vescovo Benone col miracolo del pesce, opera di Carlo Saraceno; e nell'altare della cappella, che segue, è effigiata la Madonna col bambino, e s. Anna da Giacinto Gimignani; le pitture però di sopra sono di Gio. Francesco Grimaldi Bolognese. Il ritratto di marmo posto quì al sepolcro del celebre cardinale Slusio è di mano d'Ercole Ferrata.
La tavola, ch'era nella terza cappella con Maria Vergine, e altri Santi, fu dipinta da Giulio Romano, e volendola ritoccare Carlo Veneziano per essere stata offerta dall'inondazione del Tevere, piuttosto si guastò da vantaggio, e fu posta sull'altare di sagrestia. Oggi è sull'altar maggiore, con averle dato prima una vernice, che l'ha fatta annegrire, e sempre più deteriorare. Le istorie della beata Vergine fatte ad affresco, sono del Sermoneta; e la Pietà di marmo, che sta nell'ultimo altare, che segue, copiata da quella di Michelangelo, è opera di Nanni di Baccio Bigio scultor Fiorentino.
Il deposito d'Adriano VI dentro la cappella maggiore fu scolpito da Michelangelo Senese, aiutato da Niccolò Tribolo Fiorentino sul disegno di Baldassar Peruzzi. Le sculture di marmo del deposito del cardinal Andrea d'Austria furono diligentemente condotte da Egidio della Riviera Fiammingo. In alto sono due quadri di Lodovico Stern.
Tutta questa gran cappella, dove fanno coro i preti di questo convitto, è stata ornata modernamente col disegno di Paolo Posteriori Senese.
Alla porta di fianco, che va alla Pace, era dipinto ad affresco un s. Cristofano d'otto braccia, bonissima figura, ed in quest'opera era un romito dentro una grotta con una lanterna, che, come dice il Borghini nel Riposo, era di Francesco Penni detto il Fattore, scolare di Raffaello, ma ora è mandato a terra, e postavi sopra una memoria sepolcrale, e dall'altra parte di detta porta è la memoria sepolcrale di Luca Olstenio Custode della Vaticana.
Tutta la cappella dell'altra navata, dove è la tavola dell'altare con dentro rappresentato Cristo morto, e le Marie, fu colorita da Francesco Salviati. Le istorie di s. Barbara ad affresco nella seguente cappella, dove nella tavola è il ritratto del card. Nincfort, sono di Michele Cockier Fiammingo.
I freschi dell'altra, dedicata a Maria Vergine, son del medesimo: la tavola dell'altare è di Girolamo Nanni; e la natività di Gesù, e la sua circoncisione nei muri laterali son di Marcantonio Bassetti.
Il quadro, dove è rappresentato il martirio d'un santo vescovo nell'ultima cappella, è bell'opera di Carlo Veneziano: le pitture di sopra ad affresco sono di Gio. Mielle. Quivi da prima aveva dipinto ad affresco anche Pietro Testa. Li due depositi in due pilastri, uno del Vander Eynde d'Anversa, l'altro d'Adriano Urybuch con puttini bellissimi, sono del famoso Francesco Fiammingo.
Nel ricetto della sagrestia è murato nella parete un bassorilievo, che stava sopra il sepolcro del Duca di Cleves, dove si rappresenta Gregorio XIII che dà lo Stocco al Duca suddetto, che per esser molto diligentemente lavorato si crede piuttosto di Niccolò de Massimo, che d'Egidio della Riviera. Nella sagrestia, architettata da Paolo Marucelli, i due quadri posti nella muraglia dalla parte dell'Evangelio con istorie di Maria Vergine sono del Morandi; e dei due dall'altra parte uno è di Gio. Bonatti, e l'altro di Monsù Alè Liegese con altre storie di Maria Vergine. Le pitture ad affresco nelle volte delle cappelle della medesima sagrestia sono del medesimo Alè; e l'Assunta di Maria Vergine, dipinta ad affresco nella volta, è del Romanelli
(Filippo Titi)

Santa Maria dell'Anima

Fu cominciata a costruire nel 1500, coi lasciti di un Giovanni di Pietro e di Caterina, sua moglie, fiamminghi, e ne fu architetto Giuliano da San Gallo. Il Burckhardt attribuisce le porte a Baldassarre Peruzzi, e la fianconata laterale con le finestre al Bramante che avrebbe anche disegnato il campaniletto policromo il che è falso. Sul finire del secolo xviii fu restaurata la cappella maggiore dell'abside coi disegni del Posi, un altro restauro le fu fatto nel 1846 e un altro finalmente nel 1880. Il titolo di Santa Maria dell'Anima le proviene da un'antica immagine che si venerava nel luogo dove la chiesa fu eretta e che rappresentava la Madonna fra due anime genuflesse. La lunetta, sopra la porta maggiore, è una riproduzione di questa immagine e secondo il Mauceri, è una delle prime sculture che Andrea Sansovino esegui in Roma.
Interno. - È a tre navate, divise da pilastri. La volta e le pareti sono dipinte da Ludovico Seitz che dette anche il disegno della vetrata sopra la porta maggiore. Navata di destra: sepolcro di Bernardo Stetinen o Giovanni Knibes (1518), scuola di Luigi Capponi. 1. Cappella: S. Benone di Carlo Saraceni. 2. La Santa Famiglia del Gemignani. Gli affreschi della volta sono di Carlo Grimaldi bolognese. Sepolcri di Giovanni Savermer (1638), di Gualtiero Gualtieri (1659), e di Giovanni Gualtiero Sbrisio (1687). Il busto di quest'ultimo è di Ercole Ferrata. Nel pilastro: sepolcro di Luigi Flir di Landeck, tirolese (1859). Di faccia: sepolcro di Giovanni Teodoro Jacquet (1737). - 3. Cappella del Crocifisso. Le pitture a fresco sono del Sermoneta. Nel pilastro: sepolcro di Adriano Wryburgh (1828). - 4. Cappella: La Pietà, gruppo marmoreo di Nanni di Baccio Bigio. In fondo alla navata: sepolcri di Giovanni Emerick (1669), o di Giacomo Emerick (1696). Navata centrale: a destra della porta: sepolcro di Andrea d'Austria (1600), opera di Gilles de Rivière. A sinistra: sepolcro di Guglielmo Tucken (1534), opera di uno scolaro di Andrea Sansovino. Altar maggiore: La volta, adorna di stucchi dorati, ha due affreschi di Ludovico Stern. Sulle pareti quattro santi dipinti nel 1874 da Michele Wittmer. Sull'altare: La Santa Famiglia di Giulio Romano, ritoccata da Carlo Saraceni in seguito a danni subiti nelle inondazioni. A destra: sepolcro di Adriano VI di Utrecht, ultimo papa straniero, precettore di Carlo V, morto nel 1523. Il sepolcro fu eretto su disegno di Baldassarre Peruzzi; le sculture sono del Tribolo, fiorentino e di Michelangelo Sanese. - A sinistra: sepolcro del Duca di Cleves (1575), opera di Gilles de Riviere e Nicola d'Arras. Presso la balaustra: candelabro di bronzo del viennese Stork, regalato nel 1880 da Francesco Giuseppe imperatore d'Austria. Navata di sinistra: 1. Cappella: Martino di San Lamberto di Carlo Saraceni. Nella volta: affreschi di Giovanni Mill d'Anversa. Sepolcri di Lamberto Orsini del Vivaro (1619), e di Egidio Orsini (1647), e sepolcro di Antonio Ohms (1843), il busto è del Mussaumer. - 2. Cappella. Ridipinta intieramente da Ludovico Seitz. Sull'altare: L'Annunziata di Gerolamo Nanni. Sepolcro di Giorgio Pescatori (1625). Sepolcro di Giovanni Fingstarn (1606). - 3. Storie di Santa Barbara del fiammingo Michele Cockier. A sinistra: ritratto dei cardinale Nicolfort del medesimo. Sepolcro di Ferdinando Wander Weyden (1630), opera del fiammingo Duquesnoy, discepolo di Giambologna. - 4. Cappella: Cristo morto e affreschi delle pareti di Francesco Salviati. Sepolcro del geografo Luca Holsten (Olstenico) 1661. Busto di Clemente II erettogli nel 1613. Sepolcro di Ugone di Furstemberg (1586).
Sacrestia. - Nel corridoio che precede la sacrestia: bassorilievo che rappresenta Gregorio xiii il quale impone il cappello e lo stocco al duca Federico di Clèves. Questo bassorilievo, del Rivière, apparteneva primitivamente al sepolcro già citato nella cappella dell'altar maggiore. La sacrestia fu eretta con disegno di Paolo Marucelli. A destra dell'altare: Storie di Maria di Giovanni Bonatti la firma è di Egidio Alet la seconda. A sinistra: seguito delle Storie di Maria del Monardi. Nella volta: L'Assunta del Romanelli.
Chiostro. - Frammenti di sculture del secolo xv. Sepolcri di Bartolomeo Saliceti (1525) e di Camillo Eliazzeri, anche questo del secolo xvi e ambedue col busto. Nelle pareti: frammenti di plutei bizantini del ix secolo.

LE CHIESE DI ROMA GUIDA STORICA E ARTISTICA DELLE BASILICHE, CHIESE E ORATORII DELLA CITTÀ DI ROMA - DIEGO ANGELI

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