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Chiesa di SantAgostino

Chiesa di SantAgostino
Chiesa di SantAgostino

Piazza di Sant'Agostino, 9, Roma, Italia

Orario 07:30 - 12:00; 16:00 - 19:30
Orario Messe: Festivi :08.00-10.00-12.00-18.30 Feriali: 08.00-18.30

Dalla chiesa omonima costruita nel 1483 dal card. d'Estouteville, nel luogo detto Rustum, erroneamente creduto il rogo dei Cesari. Fu ricostruita nel 1750 coi disegni del Vanvitelli. La facciata, pure del 1483, è fatta con travertini tolti dal Colosseo. La cupola è la prima, dell'epoca moderna, innalzata in Roma.
Nell'interno è veneratissima una statua della Madonna col bambino, detta del Parto, opera di Jacopo Sansovino, che il popolino crede invece sia il simulacro di Agrippina con Nerone in braccio. L'altare maggiore è del Bernini. La cappella di Santa Monica, madre di Sant'Agostino, contiene il sarcofago col corpo della Santa, da Ostia portato in Roma nel 1430. In un pilastro, un dipinto di Raffaello raffigurante Isaia e nella prima cappella la Madonna del pellegrino del Caravaggio (1605). In questa chiesa, durante il pontificato di Pio IX, vennero trasportate alcune reliquie di San Valentino dalla chiesa di San Prassede. Sant'Agostino nacque in Numidia nel 354; dopo una gioventù licenziosa andò a Milano, ove
Annessa alla chiesa vi è iI convento e la Biblioteca Angelica, così detta da Mons. Angelo Rocca che la fondò. La via di Sant'Agostino occupa parte dell'area delle Terme Neroniane ed Alessandrine. (Blasi)
La chiesa dei Padri di Sant'Agostino fu cominciata l'anno 1470, seguitata poi, e finita in più bella forma dal card. Estutevilla Protettore nel 1583, e ne fu architetto Baccio Pintelli.
La santa Caterina vergine, e martire inginocchioni con due Angiolini, che l'incoronano, che si vede nel primo altare della chiesa a mano destra, fu colorita da Marcello Venusti; ed anche il s. Stefano, e s. Lorenzo dalle bande.
La cappella, che segue, ha la volta dipinta ad affresco con varie istoriette da Avanzino Nucci con i due profeti di sopra: il quadro nell'altare è copia del suddetto, cavata da un originale di Raffaello d'Urbino, che si dice essere da Volterra, ma uno simile se ne conserva in Monte Cassino nelle stanze di s. Benedetto.
La beata Rita inginocchioni, dipinta nell'altro altare, è opera di Giacinto Brandi. Tutta la cappella è architettura da Gio. Batista Contini: li quadri dai lati sono di Pietro Lucattelli, allievo del Cortona, come anche la volta con istorie della Beata.
Le pitture della volta nella cappella contigua sono di Giuseppe Vasconio. Sopra l'altare è un gruppo di marmo di Gesù Cristo, che dà le chiavi a s. Pietro, opera di Gio. Batista Cotignola. Il Sant'Agostino nella crociata della chiesa è pittura del Guercino con li due laterali, opere eccellenti, ma guaste credendo di pulirle; e le istoriette nella
Allato a questa cappella è un piccolo altare, dove sono pitture notabili per l'antichità, ed incontro è il sepolcro del card. Renato Imperiali, opera di Pietro Bracci.
La cappella di s. Niccola da Tolentino, vicino all'altar maggiore, ha la volta dipinta da Francesco Conti Romano. Il sant'Agostino, s. Girolamo, e sant'Ambrogio, Dottori Latini, furono dipinti nella medesima volta da Andrea d'Ancona: ed il quadro con l'effigie di s. Niccola, che tien sotto di se il Mondo, il Demonio, e la Carne, e per di sopra altri Santi, è di Tommaso Salini Romano.
L'immagine miracolosa di Maria Vergine posta nell'altar maggiore, di ricche pietre, e di belli scompartimenti ornato, architettura del cav. Bernini, è dono del suddetto cardinale. Fu portata a Roma da certi Greci, creduta pittura di s. Luca. Degli Angioli scolpiti sopra l'altare, uno fu cominciato da Pietro Bernini, e finiti tutti due da Gio: Finelli con disegno del detto cav. Bernini; e li puttini dai lati sono sculture in marmo del Canini, fratelli di Gio. Angelo. I due putti sopra la porta del coro dalla parte del Vangelo sono del Bracci, e i compagni dalla parte dell'epistola son del Pincellotti.
Tutta la cappella, dove si conserva il corpo di s. Monaca dall'altro lato dell'altar maggiore, fu dipinta ad affresco dal Novara, ma il quadro dell'altare è di Gio. Gottardi Faentino: l'altra vicina, dedicata a s. Agostino, e s. Guglielmo, fu colorita, con diverse istorie del Santo dal cavalier Lanfranco.
A questa contigua è la cappella dei signori Panfilj, ricca, e maestosa, dedicata al medesimo s. Tommaso, il quale si vede nell'altare, che dispensa danaro, scolpito in marmo chi dice da Gio: Maria Baratta, e chi da Melchior Cafà Maltese, e finito il tutto per causa di morte da Ercole Ferrata. I due bassirilievi di stucco laterali sono di Andrea Bergondi. Nella suddetta cappella lateralmente è il sepolcro del card. Lorenzo Imperiali, del quale fece il disegno, e le sculture, che rappresentano la Morte, il Tempo, la Fama, ed il ritratto del cardinale, Domenico Guidi.
Allato alla porticella di questa chiesa trovansi due ritratti di Gaspero Sibilla, e dirimpetto allato alla porta della sagrestia son i ritratti del Panvinio, e del cardinal Noris, e questo fu intagliato da Francesco Moratti Padovano.
Il quadro di san Giovanni da s. Facondo nell'altare contiguo è di Giacinto Brandi.
La santa Appollonia nel quadro dell'altra cappella fu dipinta dal Muziano: le pitture dai lati, e nella volta sono di Francesco Rosa. Ne viene un'altra cappella con la tavola del cav. Conca; e la penultima cappella con l'Assunta di Maria Vergine, dipinta a olio nel muro sopra all'altare con Angioli nella volta, e tutto il resto, fu colorita da Guidi Ubaldo Abatini da Città di Castello. Ma ultimamente in vece dell'Assunta v'è stato posto il gruppo d'Andrea Sansovino, che rappresenta Gesù, la Madonna, e s. Anna.
Nell'ultima cappella una Madonna di Loreto con due pellegrini colonna quadro dell'altare è opera di Michelangelo da Caravaggio;
A piedi della chiesa è una statua di Maria Vergine, scolpita da Jacopo Sansovino.
Il profeta dipinto con due puttini in un pilastro a mano manca è uno dei più prodigiosi lavori di Raffaello d'Urbino, fatto a gara di quelli di Michelangelo Buonarroti.
Molte istoriette nel claustro, dei fatti del s. Dottore, erano d'Avanzino Nucci, ma atterrate nella gran fabbrica del nuovo convento; dove a mezzo la scala è la statua di marmo di Benedetto XIV gran protettore della celeste dottrina di s. Agostino. Questa staua è lavoro del Maini. In questo convento è una bella, e numerosa libreria, lasciata da monsig. Rocca da Camerino, che fu Sagrista di Palazzo, a benefizio, e comodo pubblico, e si apre la mattina. Ora poi è stata cresciuta dal presente Padre Generale Francesco Saverio Vazques, con aver comprato per trenta mila scudi la rarissima, e copiosissima libreria del fu cardinale Passionei, che con la sua vasta erudizione l'aveva raccolta particolarmente nei suoi molti viaggi, e pel corso di sessanta anni.
Il medesimo Padre Generale ha abbellito tutta la chiesa, e rifatta la sagrestia in forma più nobile, e acconciato il nuovo gran vaso della libreria, e fattovi le scansie per disporvi i libri. Il convento è rifatto tutto col disegno di Luigi Vanvitelli.
(Filippo Titi)

CHIESA DI SANT'AGOSTINO

Fu fatta costruire nel 1483 dal cardinale Guglielmo d'Estouteville, ministro di Francia a Roma, con architettura di Giacomo di Pietrasanta nel luogo del Campo Marzio, detto Bustum, dove era stato bruciato il corpo di Augusto e in seguito quello di tutti gli altri imperatori.
Quivi era già una piccola chiesa del secolo XIII appartenente ai padri Agostiniani e che in questa occasione fu distrutta. Nel 1750 Luigi Vanvitelli rifece completamente l'interno dandogli la forma attuale. Nel 1855 i padri Agostiniani, a cui la chiesa apparteneva, la fecero restaurare e decorare di nuove pitture.
La facciata è in travertino e si vuole che i materiali fossero tolti al Colosseo. La cupola è la prima che sia stata costruita in Roma.
Nelle due porte laterali vi è come un piccolo vestibolo con alcune sculture. In quello di destra: sepolcri di Angelo di Barbarano (1558) e di Paolo del Maxo (senza data, ma del secolo xvi). In quello di sinistra: sepolcri di Emanuele Balbo (1515) e dello Scarampi (1506).

Interno. — È diviso in tre navate sorrette da pilastri e decorate di bronzi e di dorature. Ai piedi dei primi pilastri, due acquasantiere sorrette da due angeli di marmo bianco che ricordano la maniera del Raggi. A destra: Madonna detta di S. Agostino, una delle più venerate di Roma per la fama dei suoi miracoli fatti specialmente alle partorienti. Una leggenda assai diffusa nel popolo vuole che il simulacro della Madonna sia una statua di Agrippina con Nerone giovane; leggenda erronea perchè essa è opera di Jacopo Tatti, detto il Sansovino e scolaro di Andrea Sansovino. Nella volta di questa e dell'altra navata, figure dei profeti su fondo turchino, del Gagliardi. 1. Cappella: Coronazione di S. Caterina e due angeli ai lati, dipinti a olio sul muro da Marcello Venusti. Sepolcri di Stefano Mutini, cavaliere di S. Giacomo (1609) e di Lorenzo Mutini (1630). Sepolcro del cardinale Fabrizio Veralli (1624). - 2. Copia di Avanzino Nucci della Madonna delle Rose di Raffaello, che era a Loreto e che oggi è perduta. Gli affreschi della volta sono dello stesso Nucci.
Sepolcro di Gerolamo Veralli (1655). - B. (Eretta sui disegni di Giovanni Battista Contini). Sull'altare: la Beata Rita da Cascia di Giacinto Brandi. Affreschi della volta e delle pareti di Pietro Locatelli, scolaro di Pietro da Cortona.
Sepolcro di Raffaele Casali (1545). - 4. Sull'altare: altorilievo rappresentante Gesù che da le chiavi a S, Pietro di G-. B. Costignola. Affresco della volta del Vasconio. Sepolcro del legato pontificio Baldassare Ginanni ravennate (1598). - 5. Cappella del Crocefisso, dove pregava S. Filippo Neri. Sepolcro del cavaliere Generoso Alberto Splawsky (1596). Sepolcro di Onofrio Panvini, segretario del cardinale Alessandro Farnese (1698). Sepolcro del cardinale Enrico Noris, veronese (1704) - Sepolcro di Leopoldo e Angela Ratti, eseguito dal Trabacchi nel 1842. Cenotafio del cardinale Tommaso Martinelli (1888). - 6. Cappella (nella crocera) dedicata a S Agostino e adorna con colonne di marmo africano. Il quadro dell'altare e i due laterali sono del Guercino.
Nelle pareti: sepolcri di Guglielmo Vertecchi folignate (1623;, di Antonio Buti (1608) e di G. B. d'Aste (1620). Monumento funebre del cardinale Renato Imperiali dei principi di Francavilla.
Il monumento fu disegnato da Paolo Posi: le statue sono di Pietro Bracci e il ritratto in musaico è del Cristofari sopra un disegno di Ignazio Stern (seconda metà del secolo XVIII). - 7. Cappella dedicata a S. Nicola da Tolentino. Il quadro sull'altare è di Tommaso Salini. I quattro dottori della volta sono dell'anconitano Andrea Lilio e gli affreschi laterali di Giovanni Battista da Novara. A destra: sepolcro di Gerolamo de Gettis (1646). Altar maggiore: fu eseguito dal Bernini nel 1627. Alcuni vogliono, ma erroneamente, die gli angeli fossero di mano dei suoi scolari; il che la critica ha oggi negato. L'immagine della Madonna è una di quelle solite immagini bizantine, dette di San Luca, portata in Roma dopo la presa di Costantinopoli. Il paliotto dell'altare è del Sartorio. Navata centrale: gli affreschi della volta e delle pareti sono di Pietro Gagliardi, eccettuato però quello del terzo pilastro a sinistra che rappresenta il profeta Isaia che fu dipinto nel 1512 da Raffaello, cenando sotto l'impressione della cappella Sistina volle imitare Michelangelo. L'affresco, che è molto rovinato, fu ridipinto da Daniele da Volterra. In fondo a questa navata, a destra: sepolcro di Antonio Ghirlandaio, fiorentino, protonotaro apostolico (1609). A sinistra: sepolcro del cardinale Filippo Visconti, milanese 1608).
Nei pilastri di faccia all'altar maggiore: sepolcro di Giacinto Baldini (1675) a destra e di Fulgonio Petrelli (1688) a sinistra. Navata di sinistra:
1. Cappella dipinta da Cristoforo Consolano.
Sull'altare: la Madonna di Loreto di Michelangelo da Caravaggio.
- 2. Eseguita sui disegni del Bernini che dette anche il progetto per il sepolcro del capitano Baldassarre Pio Perugino, che ancora vi si conserva. La volta è dipinta da Guidobaldo Abbatini e sull'altare vi è il bassorilievo di Sant'Anna con la Vergine di Andrea Sansovino - Sepolcro di Domenico de Crollis (1862).
- 3. La Beata Chiara da Montefalco di Sebastiano Conca - Sepolcro di Angelo Egidi (1852).
- 4. S. Apollonia di Gerolamo Muziano, affreschi del genovese Francesco Posa, scolaro di Pietro da Cortona. Sepolcro del teologo Fulgenzio Bellelli (1745).
- 5. S. Giacinta di Giacinto Brandi - Sepolcri di Emilia Pomares (secolo XIX), del teologo Gregorio da Pimini (1719), del cardinale Gerolamo Seripandi (1769), di Giuseppe Francesco Mazio (1870) e di Adelaide Bini (1668), quest'ultimo del Trabacchi.
- 6. (Cappella nella crocerà). Appartiene ai principi Pamphily.
Sull'altare statua di Tommaso da Villanova, abbozzata da Melchiorre Cefa e scolpita da Ettore Ferrata. Monumento del cardinale Lorenzo Imperiali, scolpito nel 1723 da Domenico Guidi. Sepolcri del vescovo Tusani (secolo xvii) dell'orientalista Emiliano Sarti (1840), di Adeodato Nuzzi (1827) e di Pietro de Moris (1851).
- 7. (Nell'abside). Cappella detta di Santa Monica, perché contiene in un sarcofago a sinistra il corpo della Santa. La statua giacente è di Isaja da Pisa. Il sarcofago fu portato da Ostia a Roma nel 1430 e nel 1446 fu posto sull'altare costruito da Maffeo Vegi. Nel 1566 fu tolto di là e messo nella parete finché nel 1760, il cardinal vicario, Odescalchi, lo fece deporre nell'attuale sarcofago appositamente costruito. Il soffitto è di Giovan Battista Ricci da Novara e il quadro dell'altar maggiore di Giovanni Cottardi.
A destra è il sepolcro del cardinale Pietro Grifi, forlivese, prefetto in Sabina e legato in Francia e in Inghilterra di Alessandro VI (1492, Borgia). Sul pilastro dell'arco: sepolcri del cardinale Gregorio Petrichini (1713) e di Agostino Giorgi (1797).
Nel piccolo vestibolo della porta laterale: sepolcro di Giovanni Antonio Lomellini, genovese (1503). Sepolcro di Pantasilea Grifi, figlia del cardinale Pietro (1527). Sepolcro dell'arcidiacono Carlo Verardi (1500). Le figure di 4 apostoli, di Isaia da Pisa, appartenenti al monumento di Santa Monica distrutto, come è stato detto, nel 1760. Bassorilievo di un crocefisso di Luigi Capponi in memoria di una messa perpetua stabilita da Dionisio Lunati milanese, sul finire del secolo XV. - Acquasantiera sorretta da un angelo simile a quelli dell'interno, è opera di Antonio Raggi.

Sacrestia. — Fu eretta coi disegni del Vanvitelli.
Sull'altar maggiore; S, Tommaso da Villanova del Romanelli.

Chiostro (attualmente Ministero della marina, in via Sant'Antonino dei Portoghesi). — Nella parete di sinistra monumenti funebri del vescovo Ottaviano Fornari, patrizio genovese (seconda metà del secolo XV), del vescovo Giacomò Ammainati; la lunetta di questo monumento è di Mino da Fiesole (1451), del cardinale Luca, senese (secolo XV) e di Costanza Piccolomini (1477). Le sculture di quest'ultimo monumento sono di Luigi Capponi, da Milano.

Diego Angeli - Le Chiese di Roma - Guida Storica e Artistica delle Basiliche, Chiese e Oratori della Città di Roma

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