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Chiesa di San Marcello al Corso

Chiesa di San Marcello al Corso
Chiesa di San Marcello al Corso

Questa chiesa, che parimente è nel Corso, poco lontano dalla suddetta Accademia, fu conceduta a' PP. dei Servi di Maria nel 1369, e per essere antica ha avuto molti ristori in diversi tempi, e specialmente sotto Clemente VII col disegno di Jacopo Sansovino, e fra gli altri l'ultimo fu del 1597, che da' sigg. Vitelli da Città di Castello fu nobilitata, ed abbellita tutta, avendovi rifatto l'altar maggiore, il soffitto dorato, e dipinta la chiesa d'ogni intorno.
Vi mancava la facciata, che fu fatta a spese di monsignor Marcantonio Cataldi Boncompagni con l'architettura del cav. Fontana. Le statue di travertino sono di Francesco Cavallini, ed il bassorilievo di stucco, sopra la porta principale, dov'è figurato s. Filippo Benizio, al quale vne offerto il triregno, è opera d'Antonio Raggi. Il sepolcro del card. Cennino, vicino alla detta porta per di dentro, fu scolpito con diverse figure di marmo da Gio. Francesco de' Rossi, detto la Vecchietta; e la santissima Annunziata nell'altare della prima cappella a destra del marchese Maccarani, è opera di Lazzaro Baldi. Nella volta è finto un colonnato in scorcio con diverse bizzarrie da Tarquinio da Viterbo.
Il quadro della seconda cappella, dov'è Maria Vergine con due Sante, e nella volta diverse istoriette, son opere di Pietro Paolo Baldini. L'architettura di questa cappella è di Francesco Ferrari.
Le sculture sotto al pulpito sono lavori di Paolo Naldini, che fra' buoni allievi, ch'egli abbia, uno è Gio. Pietro Mauri, il quale ultimamente fece di sua invenzione in un medaglione di porfido l'effigie della maestà della Regina di Svezia.
La terza cappella, dedicata a Maria Vergine, è dipinta tutta ad affresco da Gio. Batista da Novara, fuori che la facciata principale, che colorì Francesco Salviati.
Nella volta della cappella del Crocifisso è dipinto nostro Signore, quando, dopo creato Adamo, cava dalla sua costa Eva, opera bellissima di Perino del Vaga, che anche colorì da una banda a mano destra due Evangelisti, finì tutto il s. Marco, e il s. Giovanni, eccetto la testa, e un braccio ignudo; e in mezzo dei medesimi sono del suo due puttini, che abbracciano un candelliere, che pajono di carne vivissima. Fu finita poi la cappella con gli altri profeti incontro, e li Angioli, e quello, che mancava a s. Giovanni, da Daniello Ricciarelli da Volterra, che anche nell'arco, che mette in mezzo la finestra, dipinse gli Angioli, e antichi ornamenti in compagnia di Pellegrino da Modena, e con li cartoni di Perino suddetto. Gli Angioli con la croce nella tavola, che copre il Crocifisso miracoloso, son di Luigi Garzi, che fece anche lo stendardo di s. Filippo Benizi.
L'ultima cappella fu ornata tutta dal card. Fabbrizio Paolucci, di cui il sepolcro è opera del Bracci. La tavola è di Aureliano Milani, e i laterali di Domenico Corvi Viterbese allievo del Mancini.
Nella cappella maggiore, la Vita di Maria Vergine, con alcuni Santi, e varj ritratti di cardinali, e altri della famiglia Vitelli, che fece la spesa, è di Gio. Batista da Novara, come anche le istorie della Passione attorno la nave della chiesa, con quella, che riempie tutta la facciata sopra la porta. Dei Santi di stucco da' lati dell'altar maggiore uno fu fatto da Michele, e l'altro da Filippo, allievi d'Ercole Ferrata.
La cappella di s. Filippo Benizi dall'altro lato della chiesa dipinta ad affresco è del cavalier Gagliardi da Città di Castello con diverse istorie del Santo, ed altre figure; e in quella, che segue dei sig. Frangipani, dipinse a olio la tavola con la conversione di s. Paolo Federico Zuccheri; e il resto della cappella ad affresco è di Taddeo suo fratello. Delle sei texte di marmo, che son al muro, tre sono del famoso Algardi, e tre altre più antiche.
Nel pilastro è il deposito del card. Girolamo Dandini da Cesena. Quivi si vede il suo ritratto, fatta nel 1559 tenuto per opera di Pellegrino da Modena.
Nel quadro della cappella, che segue, è rappresentato ad affresco un s. Pietro, fatto da buona mano. Il Cristo morto, con quantità di figure nella tavola dell'altra, dicono, che sia del Salviati; e le figure della volta son di sua scuola. Le pitture ad affresco da' lati, nei pilastri, e arco dell'ultima sono di Pietro Paolo Baldini, dove è anche suo il quadro dell'altare con l'effigie della Madonna dei Sette dolori.

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