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Chiesa di San Pietro in Vincoli

Chiesa di San Pietro in Vincoli
Chiesa di San Pietro in Vincoli

Piazza di San Pietro in Vincoli, 4/a, 00184 Roma, Italia

Orario
Aprile-settembre ore 8.00-12.30 / 15.00-19.00
Ottobre-marzo: ore 8.00-12.30 / 15.00-18.00
Orario Messe: Feriali: 8.00-12.00 (ad eccezione di Luglio e Agosto) Festivi: 8.00-11.00 Prefestivi: 17.00

Papa Giulio II avanti d'essere assunto al pontificato fu protettore de' Canonicii regolari di s. Salvatore, e li fece venire a questa chiesa, dando loro per monastero il palazzo del Titolare, architettato da Giuliano da Sangallo.
Dopo, che fu creato Papa del 1503 ristaurò la chiesa col modello, ed architettura di Baccio Pintelli, e vi fece fare il suo sepolcro dall'eccellente Michelangelo Bonarroti.
Nel primo altare a mano destra della chiesa è dipinto sant'Agostino con altre figure dal Guercino da Cento, opera molto lodata. Il sepolcro del card. Margotti col ritratto del medesimo è una delle belle opere del Domenichino, e il suo ritratto, ch'è dall'altra parte.
Nell'altro altare si rappresenta s. Pietro in carcere, avvisato dall'Angelo, opera ben copiata dall'originale del Domenichino, ch'è nel monastero. La tavola del Domenichino si trova intagliata in rame.

Il disegno del sepolcro del suddetto Pontefice con la statua di Mosè scolpita in marmo con gran maestrìa, e maniera ammirabile, è un tesoro lasciato da Michelangelo Bonarroti; le due figure però pur di marmo, alte inque braccia, furono fatte con ordine del medesimo da Raffaello da Montelupo. Le statue del Montelupo rappresentano Rachele, e Lia per denotare la Vita attiva, e contemplativa. La cassa sepolcrale con sopra la statua del Papa fu scolpita da Maso del Bosco, e la Madonna col Bambino è di Scherano da Settignano, e le due statue ad essa laterali d'un profeta, e d'una sibilla sono del medesimo Montelupo, che non vi potè assistere, essendo indisposto. Nel claustro è un bel pozzo, e ben lavorato da Simon Mosca Fiorentino. Doveva questo sepolcro esser molto più ricco di statue, e posto in isola in mezzo di chiesa, come mostra il disegno pubblicato nelle note al Vasari dell'edizione del 1759. Ma non avendolo il Bonarroti potuto finire secondo la sua vasta idea, lo ristrinse alla forma presente. La statua di Mosè andava in alto, e isolata con sette altre simili, due per cantone.

La cappella contigua de' signori Conti Silvestri, ristaurata ultimamente con buona architettura, ha nell'altare una mezza figura di s. Margherita, colorita dal Guercino da Cento, e nella sua volta son buone pitture.
Le pitture nella tribuna con diversi scompartimenti d'istorie sono di Jacopo Coppi cittadino Fiorentino [e] furono ristorate da Giacomo Carboni nel 1706. Il quadro di mezzo, che rappresenta la liberazione d'un indemoniato per mezzo delle sante Catene, è di Gio. Batista Parodi. Da una parte della tribuna è la memoria, e il ritratto di D. Giulio Clovio canonico di quell'Ordine, e miniatore il più eccellente in tal arte. La tavola all'altare del Sacramento è di Giuseppe Santi Mantovano. Ed il Cristo morto, con Maria Vergine, ed altre figure nel quadro dell'altare della cappella dall'altra parte, con le pitture nella sua volta, sono di buona mano.
Seguitando il giro, vi è il sito, dove si conservano le catene di s. Pietro. Per di sopra è una istorietta, che rappresenta la prigionia del medesimo, ed è di Paris Nogari; come anche le pitture dalle bande. l sepolcro del card. Vecchiarelli è pensiero, e disegno galante del sig. Pietro Vecchiarelli, scolpito da due Napoletani.
Si trova poi un altare con la Vergine Maria, figura antica, con un s. Sebastiano di mosaico del VII secolo, adornato con stucchi moderni: e nell'ultimo altare è un quadro d'autore di qualche stima, con una Pietà, e le Marie.

Vicino alla porta principale si conserva ancora una pittura nel muro, pur antica, fatta da Antonio del Pollajolo Fiorentino, pittore insigne di quei tempi, con il suo deposito, e ritratto in marmo, come anche quello del fratello, che unitamente fecero i sepolcri de' papi Sisto IV ed Innocenzio VIII in san Pietro Vaticano.

La pietà dell'Ecc. sig. principe D. Gio. Batista Panfilj per fare a questa insigne chiesa un nobile soffitto assegnò sc. 3515 il quale fu subito fatto col disegno del cav. Francesco Fontana, in cui, facendolo in altro modo, si sarebbe richiesta duplicata spesa. Per tanto nel termine di soli mesi otto si vide perfezionata lodevolmente la soffitta, nel mezzo della quale si mira un maestoso, e spazioso quadro di palmi 75, il quale è stato dipinto con spirito da Gio. Batista Parodi Genovese, a spese del cardinal Durazzo, titolare di detta chiesa, rappresentante il miracolo della liberazione dell'indemoniato per mezzo delle catene di s. Pietro.

Cappella Paolina

Venne costruita dall’architetto Antonio da Sangallo, e probabilmente era terminata nel gennaio 1540. Si trova a nord dell’antica Basilica di San Pietro, tra la Sistina e la Sala regia. Paolo III ne commissionò la decorazione a Michelangelo quando questi ebbe terminato il Giudizio Universale della Sistina. L’affresco con la Conversione di san Paolo è contemporaneo ai lavori di Michelangelo per la tomba di Giulio II in San Pietro in Vincoli, poiché venne iniziato prima del luglio 1542 e completato nel luglio 1545. Quanto all’altro affresco, rappresentante la Crocifissione di san Pietro, interrotto nell’agosto 1545, fu terminato, sembra, dopo la morte di Paolo III, all’inizio del 1550.

Storia dell’arte Einaudi