Piazza di San Lorenzo in Lucina, 35 - Via in Lucina, 16, 00186 Roma, Italia
Orario
Tutti i giorni ore 8.00-20.00
Orario delle Messe: Feriali 11.00, 18.00, 19.00 Festivi 10.00, 11.00, 12.00, 18.00, 19.00
È un'antica basilica, che deve il suo
nome a qualche matrona romana che nel secolo iii deve averla fondata
a sue spese. Nel 306 il papa S. Marcello I la eresse a titolo cardinalizio.
Nel 685 fu restaurata da Benedetto ii, nel 780 da Adriano I e nel
1196 da Celestino III che il 25 maggio di quell'anno la riconsacrò.
Ma nel 1650 i chierici regolari minori che quarantaquattro anni
prima l'avevano avuta in custodia da Paolo V (Borghese) la riedificarono
dalle fondamenta, a spese di Raffaele d'Aversa, loro generale. L'ultimo
restauro rimonta al 1858.
Portico. - Piccolo pronao del secolo xii, sorretto da due colonne
di granito, con due leoni ai lati; unico avanzo della basilica primitiva.
A destra: una iscrizione dell'antipapa Anacleto, del 1130.
Interno. - L'affresco nel mezzo della vôlta è di Mometto
Grutter, napolitano, e le pitture laterali delle pareti sono di
Roberto Bompiani. Sepolcro del cardinale Passerini (1529). Sepolcro
dell'incisore Ginelin di Carlsruhe, segretario intimo dei granduca
di Baden (1820). - 1™ Cappella; sull'altare, quadro a olio di Tommaso
Solini. A destra quadro di G. B. Speranza e a sinistra di Tommaso
Quini. Sepolcri di Clemente Lovatti (1860), di Matteo Lovatti (1849,
e di Edmondo Lovatti (1835). Sepolcro del Poussin, fatto erigere
dallo Chateaubriand durante la sua ambasceria a Roma nel 1830. Ii
bassorilievo che è una riproduzione del suo quadro: Scoperta
del cadavere di Saffo, è del Desurer; il busto del Lemoyne.
Sotto vi sono questi due distici:
Parce piis laerymis vivit Pussinus in urna
Vivere qui dederat nescius ipse mori.
Hic tamen ipse silet: si vis audire loquantem
Mirum est in tabulis vivit et eloquitur.
(Rattieni la lacrime: vive in questa tomba il Pussino che sembrava
non dovesse morir mai. Pure egli ora tace: ma se tu vuoi udirlo
parlare, nei suoi quadri egli è vivo e dai suoi quadri egli
parla).
2™ Cappella: S. Antonio, del napoletano Massimi. I quadri laterali
sono del Vasconio, del Miele e di Domenico Rainaldi. - 3™ Cappella:
Il beato Francesco Caracciolo di Luigi Stern. - 4™ Cappella: copia
dell'Annunciazione, di Guido Reni, fatta da Luigi Gemignani; quadro
a destra del Borgognone; quadro a sinistra di Giacinto Gemignani.
Questa cappella apparteneva ai Fonseca e fu disegnata dal Bernini.
Il secondo busto a destra rappresenta Gabriele Fonseca medico di
Innocenzo X (Pamphily) fu scolpito appunto dal Bernini. Gli altri
due busti sono della sua scuola e il terzo è di monsignor
De Witten, ivi sepolto nel 1868. Le decorazioni primitive di questa
cappella sono però cambiate, perchè nel 1733, una
vaccina infuriata essendo entrata nella chiesa, vi commise grandi
guasti fra il terrore dei fedeli e del prete che lasciò di
dire messa per rifugiarsi in sacrestia. - Nella crocera: Sepolcro
di Antonio De Via (1740), di Maria Speck (1835), dello scultore
Roeseler (1851), e del vescovo Zagnoni genovese (1803). - 5™ Cappella
(in fondo alla nave) sepolcri dei Nataletti: Gertrude (1864), Filippo
(1859), Pietro (1840). Altar maggiore: Cristo in Croce, di Guido
Reni.
A sinistra: sepolcri di Bernardo Pasquini (secolo xvii) di Fulvio
Vannini (1831, cardinale Capponi (1677), e dello scultore Cunego
firmato A. T. 1784. - 1. Cappella: del fonte battesimale. Nel mezzo:
quadro a olio del Nasini e ai lati due quadri di Antonio Grecolini.
- 2. Cappella dei Vigneri con busti del secolo xv e xvi e il sepolcro
di Angela Fastini Vigneri, fatto dal Simonetti nel 1861; sull'altare
S. Carlo di Carlo saraceni. - 3. Sull'altare: statua del santo;
a destra: S. Giovanni Nepomuceno del Davil, a sinistra: tela a olio
di G. B. Speranza. - 4. Quadro di Alessandro Veronese. Sepolcri
di Carolina Ruspoli (1873) e di Eugenio Ruspoli (1868). - 5. Tutte
le pitture sono del Benafiele. Nella crocera: sepolcro di Basilio
Pavlovitch Lisakievitch, consigliere intimo dello Czar.