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Chiesa di San Benedetto in Piscinula

Chiesa di San Benedetto in Piscinula
Chiesa di San Benedetto in Piscinula

In fondo a via Piscinula nel Trastevere. La tradizione vuole che questa chiesa fosse stata edificata nella Domus Aniciorum alla cui gente appartenne S. Benedetto. Certo è che nel secolo xii esisteva già e che il catalogo di Cencio Camerario la indica col titolo che ancora conserva. Questo titolo - che alcuni hanno trasformato per corruzione in Pescivola - lo deriva probabilmente da un antico vivajo o mercato di pesce che esisteva in quella contrada. Fu restaurata nel 1481 e nel 1835. Nel 1782 il vescovo Giuseppe De Sarrado riconsacrò il suo altare in forma solenne.

Interno. - È preceduta da un vestibolo che a sinistra ha una cappelletta, sulla cui parete esterna si conserva un affresco del secolo xiii di scuola giottesca: la Madonna che allatta il Bambino con ai lati S. Pietro o S. Paolo. La chiesa è divisa in tre navate, sorrette da sei colonne di granito grigio e di cipollino. Il pavimento è opera cosmatesca, non restaurata. A destra dell'altar maggiore: frammento di affresco del secolo xiii. Sepolcro dell'abate Giacomo de Pretis (1681). Sull'altare: S. Benedetto, tavola del secolo xiii d'ignoto. A sinistra: tracce dell'affresco primitivo che doveva adornare le pareti di tutta la chiesa Sepolcro di Antonio Piervenanzi (1730). Nella cappelletta, a sinistra, immagine della Madonna dipinta a fresco nel secolo XII.

Diego Angeli - Le Chiese di Roma - Guida Storica e Artistica delle Basiliche, Chiese e Oratori della Città di Roma

San Benedetto in Piscinula

Una non dispregevole tradizione vuole che questa celeberrima chiesuola fosse edificata in un angolo dell' antica domus Aniciorum, dalla cui famiglia discendeva s. Benedetto che avrebbe colà dimorato. Fortunatamente la chiesolina ancora esiste nella contrada detta Piscinula nel Trastevere, non lungi dalla via Anicia, e sta quasi dirimpetto al distrutto ponte Cestio.
In alcuni atti di visite fatte sotto Alessandro VII leggo che la cura parrocchiale di questa chiesa fu unita a quella di s. Lorenzo de Gabellatis o de Caballutiis, qual era vicino a fiume sotto ponte ferrato, oggi detto ponte di Quattro Capi, come risulta da una bolla di Gregorio XIII in data 1578.
Ai tempi di Cencio Camerario aveva già la stessa denominazione che serba tuttora; ai cui tempi incirca risale la costruzione del campanile che tuttora si vede al fianco della chiesina. Questa è divisa in tre navi da sei colonne di varî marmi. Eccone la descrizione che ho trovato nello Stato temporale delle chiese l' anno 1660:
"La chiesa di s. Benedetto in Piscinola nell' orione di Trastevere appresso ponte ferrato .... si ritrova che detta chiesa fu unita con la chiesa parrocchiale di s. Lorentiolo de Gabellutiis quale era vicino a fiume sotto a ponte ferrato hoggi detto ponte di quattro capi, e di detta unione se ne conserva bolla Apostolica data sotto li 10 settembre del anno 1578, concessa da papa Gregorio XIII, quale chiesa parrocchiale sudetta è antica con il pavimento fatto alla musaica in mezzo alla navata.
  "Dalla parte di verso la porta a mano destra vi è una cappella della Madonna con l' altare tutto di marmo, con una tavola di porfido in faccia dell' altare et in detto altare è dipinta la Madonna ssa nel muro, quale si dice per antica traditione esser quella ove faceva oratione s. Benedetto, dove si ritrova scritto nel libro dell' entrate della chiesa com' hanco have una porta piccola della cappella verso il portigale e si dice esser quella medema che apriva detto santo; se bene tanto le cappelle che prima erano di mosaico antico come la detta porta sono state rimodernate dai rettori passati.
    "Sepolture numero quattro delle quali due ne furono serrate a tempo della peste nell' anno 1656 per l' ordine delli sig. ei cardinali deputati per la sanità quali furno Barbarino Francesco et Langravio.
    "Have il cimiterio dietro la chiesa attaccato con coro.
    "Le famiglie che sono in detta parrocchia sono numero 120, anime sono numero 459, sono tutti quasi poverissimi.
    "Fra i beni che possiede è un horto di s. Lorenzolo dove prima era la chiesa di detto santo. Questo pezzo di terra fu concesso a canone dal rettore pro tempore ad Antonio di Mattei, e poi lo diede in dote ad una sua figlia pigliata da Pietro Catalano da Nepi, quale detto Pietro lo vendè di poi come segue: cuesto luogo era prima la chiesa di s. Lorenzolo diruta da fiume porta a ponteferrato.

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