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Oratorio dei Filippini

Torre dell'Orologio

Oratorio dei Filippini
Oratorio dei Filippini

Periodo Barocco

Accanto alla Chiesa Nuova e congiunto alla medesima v' è il grandioso oratorio di s. Filippo, cui è annesso il convento o casa già dei pp. Filippini, ed era dedicato a s. Cecilia. Francesco Borromino fu il bizzarro architetto di questa fabbrica bizzarra. La volta dell' oratorio era ornata dalla Incoronazione in cielo di Maria, opera del Romanelli; il quadro dell' altare coll' Assunta e s. Cecilia fu dipinto dal Vanni: nella parete destra v' ha una statua di s. Filippo in stucco opera di Michele Maglia borgognone. Dirimpetto v' era il pulpito e vicino l' orchestra in cui si eseguiva la musica istromentale secondo il gusto di s. Filippo, dopo che da quel pulpito ava parlato un fanciullino, e poi un padre dell' oratorio. Questo grazioso trattenimento è sparito colla vecchia Roma, e quella sala santificata da uomini illustri è ora ridotta a Corte d' Assise!

Oratorio. - A destra della chiesa e costruito su disegni del Borromino che fece anche la facciata e le decorazioni. Fu in questo oratorio che S. Filippo Neri istituì le esecuzioni musicali che più tardi presero il nome d'oratori. La volta fu dipinta dal Romanelli.

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Oratorio dei Filippini

Nell'oratorio dei Filippini (1637-1643) il piano della facciata è concavo: di modo che le lesene appaiono sempre di spigolo e in una condizione di luce sempre diversa. Al nicchione del secondo ordine, ricavato a sguscio con la falsa prospettiva del catino, fa contrasto nel primo il volume semicilindrico dell'ingresso. Le membrature sono forti, ma non sostengono nulla e talvolta si contraddicono come nel cornicione del primo ordine, interrotto dai timpani triangolari delle finestre. I critici neoclassici accusano il Borromini di lavorare come un ebanista: infatti intaglia nervosamente le superfici, spezza le linee, insiste sull'ornato finissimo e spesso "capriccioso". Tormenta la superficie con un furor simile a quello del pittore che cerca sulla tela il tono giusto. Perciò evita i materiali nobili: al marmo preferisce il mattone, l'intonaco, lo stucco. Sono materiali poveri ma docili; non hanno alcun pregio intrinseco, ma diventano preziosi col lavoro ansioso dell'artista. Non meno del Bernini, il Borromini si pone problemi ambientali, urbanistici; ma non si preoccupa affatto dell'aspetto rappresentativo, monumentale della città. Nei suoi vasti complessi edilizi, alle Quattro Fontane e ai Filippini, affronta da architetto "pratico" le questioni funzionali; ma il tono della costruzione sale di colpo ad altezze vertiginose dove la funzione pratica della comunità è la pratica ascetica. Non c'è un dominio della vita spirituale separato da quello della prassi quotidiana: il raptus dell'ispirazione coglie l'uomo nell'umiltà della sua opera di ogni giorno. Non vi sono più tipi costruttivi, modi abituali di distribuire le parti dell'edificio secondo l'equilibrio dei pesi e delle spinte: la costruzione è il prodotto di un unico impulso, che va dalla pianta all'ultimo particolare ornamentale

G. Argan

Oratorio dei Filippini

L'Oratorio, annesso alla Chiesa, ha una gran facciata, decorata dal Borromino di un'architettura singolare, che non lascia di produrre un buon effetto. Il quadro dell'altare è del Vanni, e la Coronazione della Madonna nella volta è un bel fresco di Romanelli. La costruzione artifiziosa di questa gran volta ha fatto molto onore al Borromino.

Andrea Manazzale

Oratorio dei Filippini

Nella Casa annessa esiste ancora la stanza, ove abitava S. Filippo, ed ivi conservansi ancora i mobili che furono di suo uso, ed il Quadro originale di Guido. Tanto la detta Casa, quanto l'Oratorio annesso colla sua Facciata è architettura del Borromini. L'esteriore dell'Oratorio è certamente una bizzarra stravaganza; ma è molto da ammirarsi il bel meccanismo della Volta in piano; ed è assai stimabile l'Interno della Casa, ben compartito, vago, e comodo. In detta Casa conservasi dai PP. un Quadro dipinto dal Borromini, da cui si comprende che il di lui vasto genio non sapeasi rattenere nei soli limiti dell'Architettura; siccome anche nella Libreria potrà vedersi il Cartone del celebre Quadro di Giulio Romano, rappresentante il martirio di S. Stefano, che sta in Genova.

L'OSSERVATORE DELLE BELLE ARTI IN ROMA

Oratorio dei Filippini

L'architettura dell'annessa casa de'Filippini, come anche quella dell'Oratorio, e della sua facciata, che rimane contigua a quella della Chiesa, è del cav. Borromini.
Nell' Oratorio è degna d'osservazione la sua volta, per essere piana, della lunghezza di palmi 83, e 53 di larghezza, fatta secondo lo stile degli Antichi.Il quadro dell'Altare è del cav. Vanni Sanese: la pittura della volta è del Romanelli; e la statua di stucco, di s. Filippo,è di Mr. Michele Borgognone.In quest'Oratorio tutte le sere di Feste,cominciando dal giorno di tutti i Santi, fino alla Domenica delle Palme,si canta da bravi musici un'operetta Sacra.Nella casa de' Filippini evvi una buona biblioteca, ove sono diversi manoscritti.

MARIANO VASI

Indice delle Chiese Barocche