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Chiesa di San Girolamo della Carità

Chiesa di San Girolamo della Carità
Chiesa di San Girolamo della Carità

Via Monserrato, 62/a, Roma, Italia

Orario di Apertura: tulle le domeniche dalle 10,00 alle 13,00

Questa chiesa è situata presso il Palazzo Farnese; secondo un' antica e non del tutto dispregevole tradizione romana, ivi sorgeva la casa della celeberrima Paola matrona romana, ove dimorò talvolta lo stesso s. Girolamo. Fu un tempo collegiata, poi la uffiziarono i minori osservanti, che nel 1536 furono traslocati a s. Bartolomeo all' isola.

Clemente VII la concedette allora ad una compagnia di nobili forestieri da lui eretta, la quale prese il titolo della carità, perchè occupata in queste opere. S. Filippo Neri ivi dimorò r trentatrè anni, dando colà inizio al suo oratorio; rimane perciò in quel luogo la stanza del Neri, nella quale tre grandi personaggi del secolo XIV talvolta s' intrattennero in santi colloquî; essi sono Carlo Boromeo, Ignazio da Loyola e frà Felice da Cantalice.

Nel 1600 la chiesa fu riedificata; nella tassa di Pio IV viene chiamata s. Hieronimo nel rione della Regola. Nei più antichi cataloghi non si trova menzione di alcuna chiesa dedicata in Roma al santo dottore, il che è forse da ascrivere alla poca dimestichezza che, per la sua severità, ebbero in origine i romani col grande amico di Damaso.

La facciata della chiesa fu innalzata a spese di Fantino Renzi: sull' altare maggiore amiravasi già il celebratissimo quadro del Domenichino rappresentante la comunione di s. Girolamo, che è oggi uno dei più belli ornamenti della pinacoteca vaticana: la copia sostituitavi vi è un quadro coll' imagine della beata Vergine fra i santi Girolamo e Filippo Neri, opera di Francesco Romanelli.

tratto da: Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX di Mariano Armellini - pubblicato dalla Tipografia Vaticana 1891

San Girolamo della Carità

Dal Card. Giulio de' Medici nel 1519 fu fondata in Roma una compagnia di nobili Forestieri, i quali hanno per istituto di far molte, e copiose limosine a' poveri d' ogni condizione, ed ottenne da Papa Leone X questa chiesa. La suddetta compagnia per esser ben mantenuta, oltre l' aver un Cardinale protettore, elegge ogn' anno per capo uno de' principali Prelati della Corte, e mantiene buon numero di sacerdoti, che l' uffiziano, e fra questi vi fu s. Filippo Neri prima che fondasse il suo Istituto. L' architettura della facciata, e della chiesa è di Domenico Castelli. Nella prima cappella de' Signori Spada a mano destra, architettata dal Borromino, le sculture, e statue pure a mano destra, sono di Cosimo Fancelli, e l' altre incontro del Ferrata; gli Angioli però inginocchioni li scolpì Antonio Giorgietti. Nella cappelletta vicino all' altar maggiore il quadro che rappresenta Maria Vergine col Figlio Gesù, ed alcuni Santi intorno, e tutte le altre pitture sono di Durante Alberti; ed il sepolcro qui vicino del conte Montauti è disegno di Pietro da Cortona. Nel quadro dell' altar maggiore è colorito s. Girolamo, che giunto all' ultimo della sua vecchiaja, vien dal sacerdote con assistenza d' altri ministri comunicato, opera eccellentissima del Domenichino, e l' architettura di questa cappella, e dell' altare riccamente ornato con metalli, è disegno del Cav. Carlo Rainaldi. La cappella nuova de' Signori Antemori dedicata a s. Filippo Neri fu fatta con architettura di D. Filippo Juvara, e la statua del Santo fu scolpita da Pietro le Gros. Il quadro di s. Carlo nella seguente è di Pietro Barbieri, di cui sono parimente il quadro, e le pitture della volta nella sagrestia.

Nell' ultima cappella a sinistra vi è dipinto nostro Signore che dà le chiavi a s. Pietro, da uno scolare del Muziano. Il quadro dell' altare dell' oratorio con Maria Verg., Gesù, s. Girolamo, s. Filippo, è di Francesco Romanelli.

Testo tratto da: Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma di Filippo Titi stampato da Marco Pagliarini in Roma MDCCLXIII

San Girolamo della Carità

Cappella Spada in San Girolamo della Carità, rivestita con decorazioni di marmi colorati. Qui la «bizzarra» idea di sostituire la balaustra con angeli inginocchiati che reggono un drap o (di marmo) tra loro (allusione al pallio di Cristo?) Esame completo di p. portoghesi, in «Quaderni», 1953, n. 4; anche ibid., nn. 25-26 (1958), p. 39. Questa è la piú importante tra alcune opere minori per la famiglia Spada, che patrocinò il Borromini dal 1630 in poi; cfr. anche a. corbara, in «Critica d’arte», iv-v (1939-40), p. 141; portoghesi, in «Palladio», iv (1954), p. 122.

da Arte e architettura in Italia. 1600-1750 di Rudolf Wittkower

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